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Vengo trascinata da un uragano.
L'uragano Elizabeth.
Mi tira il braccio destro per farmi
andare più veloce, stringendo la mia mano ghiacciata con la sua leggermente sudaticcia.
Prende le scale di corsa.
Senza neanche prestare attenzione agli scalini.

Vorrei che rallentasse, perché la collana che indosso continua a sbatacchiarmi sul petto e dal petto fino al viso, facendomi innervosire.

Vorrei che rallentasse, perché so di essere impresentabile con il trucco sbavato e gli occhi gonfi.

Vorrei che rallentasse, perché non sono pronta.

Non ho voglia.
Non ho voglia di rivederlo.
Eppure...

Vorrei che andasse più veloce.

Perché della collana, dell'essere impresentabile, del trucco, degli occhi gonfi e del non sentirmi pronta, non me ne importa un accidenti.

Ed ho una voglia immensa di rivederlo...
Ma devo smetterla di fantasticare sempre troppo.
O di fantasticare forse troppo poco.

-India? Ci sei?
Elizabeth mi sventola una mano davanti al naso.
-Sì.
-Ecco...Oggi pomeriggio presto sono passata dalla segreteria per comunicare le mie scelte definitive in merito alle materie di laboratorio per il corso di Design e... guarda un po' chi incontro? - fiato corto, capelli scombinati e kajal nero leggermente spiaccicato sulla palpebra sinistra, Elizabeth è sempre quella meravigliosa giovane donna esotica capace di suscitare interesse in chiunque.
Esseri animati e non.
L'unica che mi abbia risvegliato dal torpore dei miei pensieri oggi.

Si guarda intorno e sussurrandomi all'orecchio dice: - sai, questa è la parte in cui tu dovresti spalancare la bocca in segno di stupore e chiedermi dopo qualche secondo di pausa-ossigenazione-cervello-in-quasi-attacco-di-panico: "chi hai incontrato Elizabeth?".
-Un po' di entusiasmo, India. Dai, riproviamo! - mi fa l'occhiolino e come se nulla fosse esclama:
-Sai chi ho incontrato?
-Oh! Chi hai incontrato? - W la spontaneità, penso.
-Quel tizio, dagli occhi blu oceano della festa.
E... lo so, ringrazierai la mia acuta capacità di osservazione dopo, ho sbirciato nel fascicolo che aveva in mano, ed ho letto il suo nome.
Dimitri Elijah James Lewis. Uno sballo, no?

Mi domando chi ancora al giorno d'oggi dica ancora "uno sballo, no?".
Ma so che sto prendendo tempo.
Perché so che da una parte vorrei fuggire via, su per le scale, dritta nella mia stanza.
Sola, con la mia musica ed i miei libri.
Al sicuro da tutto.
Ma dall'altra parte vorrei piantare radici lì e avere più udito di quello che possiedo e più memoria di quella che potrei mai sognarmi per non dimenticare neanche un particolare.

-Lewis, India!
Non ti dice qualcosa?

-Cosa dovrebbe dirmi, Elizabeth. Illuminami.

-Cassandra Ginevra Claire Lewis.
La nostra Claire...
Dimitri è suo fratello.

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