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-Ho sempre sospettato che Ms Coco fosse una monellaccia!
-Ms Coco?
-L'hai appena conosciuta. La ladruncola di abiti.
La gatta...
-Coco come Coco Chanel?
-Esatto! - sorride.
-Nome piuttosto bizzarro. - rifletto.
-Rende l'idea del soggetto,però.
Spero che il tuo vestito non si sia rovinato troppo.

Abbasso lo sguardo e lo rivolgo alle mie mani che stringono ancora forte il malcapitato.
Lo strappo è piuttosto considerevole.
-Fammi dare un'occhiata. - esclama Dimitri.
Lo soppesa con lo sguardo.
La fronte corrucciata.
Una piccola ruga si forma tra le sopracciglia e le labbra si piegano in un leggero broncio, adorabile.
Gli occhialini rotondi sulla punta del naso.
-Credo di poterlo sistemare, se per te va bene.
-O-okay. Sarebbe molto gentile da parte tua.
-Figurati. - scrolla le spalle.
Poi punta gli occhi dritti nei miei, e sembra quasi voler dire qualcosa.
Ma lo precedo:
-Che cosa ci facevi qui a quest'ora Dimitri?
Per la prima volta lo percepisco un po' in imbarazzo e titubante.
-Beh, ecco, adoro stare all'aperto di notte...e respirare l'aria fresca...sentire i suoni della natura. -sono quasi sicura di intravedere un leggero rossore tra le sue guance.
-So che può sembrare strano, ma mi sento quasi l'unico essere vivente al mondo.
Mi rilassa venire qui, sotto questo albero.
Traggo molta ispirazione...
-Per cosa in particolare?
-Per tutto, ma specialmente per i miei disegni...
-Cosa disegni?

-Ehm... Non ho un soggetto preferito.
Adoro mettere su carta qualcosa che mi ha provocato un'emozione forte. Qualcosa che mi ha fatto sentire vivo.

-Posso dare un'occhiata?
-Certo India.
Ci sediamo, entrambi all'ombra del salice.

La terra è leggermente umida e mi provoca un brivido di freddo che mi risale lungo tutta la schiena.
Cerco di non lasciar trasparire il mio disagio.
A un tratto, però, qualcosa si poggia sulle mie spalle.
Mi volto.
-Tieni. Così non dovresti avere freddo.
La sua giacca di lana...
Sprofondo in una sensazione di calore interiore travolgente.
Vengo coccolata dall'odore che emana.
Odore di pulito, e...di ragazzo.
-E tu? Non hai freddo? -gli chiedo, ancora stupita dal suo gesto gentile.
-Tranquilla, India. - un altro sorriso. Disarmante e incredibilmente dolce.
Poggia il blocco sulle sue ginocchia e lo apre.
Volti, paesaggi, astrazioni, scorci nascosti...
Alcuni lasciati in bianco e nero, altri dipinti o con colori sgargianti o con colori piuttosto scuri.
Il tratto è deciso ma morbido.
Linee curve al posto di linee dritte e spigolose.

-Che te ne pare?
-Sono davvero stupendi...
Trasmettono quiete e ordine, ma mi spiazzano in parte perché sembrano così vivi da far perdere l'orientamento.
Un misto di equilibrio e caos.
C'è passione e razionalità.

Mi osserva.
La testa leggermente piegata.
Come se volesse ascoltarmi meglio.
Annuisce.
Chiude gli occhi per un secondo e poi li riapre, sorride e scuote la testa.
-Ho detto qualcosa di sbagliato? - gli chiedo, un po' stranita dalla sua reazione.
-No, affatto! Anzi! Hai interpretato esattamente quello che io provo a far comunicare a carta e matite.
Come hai fatto? - sembra colpito.
Sorrido e abbasso la testa.
Ringrazio il cielo che non senta la discoteca impazzita nel mio petto.
Il battito è accelerato e conseguenza di ciò sono: guance color porpora e ronzii vari nelle orecchie.
Non svengo per natura, per fortuna.

Sfoglia ancora qualche altra pagina.
Altri volti.
Donne dai lineamenti angelici e dai lunghi capelli.
Bellissime.
Non riesco a non paragonarmi a loro.
Come non riesco a non sentirmi il brutto anatroccolo della situazione.

India. Cosa ti succede?

È stupido, forse infantile, ma ad un tratto tutto ciò a cui riesco a pensare è a come lui mi veda.
Probabilmente una stupida ragazzina in pigiama, timida, silenziosa e poco affascinante.
Una nullità rispetto a tanta bellezza.
Sento che voglio andarmene.
Adesso.

Sto per togliermi la giacca per restituirgliela, anche se a malincuore.
Ma non devo lasciarmi coinvolgere da lui...
Il flusso impazzito dei miei pensieri, però, ad un tratto si interrompe.

-India, mi concedi di ritrarti?

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