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Incazzato era dire poco.
Ero completamente infuriato con i miei genitori e con me stesso. Solo perché avevo dato una festa e distrutto la nostra villa per intero non meritavo di certo un esilio simile.
Vivere per tutta l'estate con mia nonna? Con quella donna totalmente sconosciuta? Sembrava inconcepibile per chiunque tranne ai miei.

Non avevano fatto altro che impostare il GPS, far fare le valigie alla domestica e poi gettarmi sull'auto. Erano state le ore più infernali di sempre, sotto il sole cocente e la mia poca voglia di fare un viaggio tanto lungo. Sei ore in macchina con piccole soste da cinque minuti e la voce di mia madre a risuonare di tanto in tanto per il cellulare, come a volermi ricordare che sapeva dove sarei andato e cosa avrei fatto.

Come ci ero finito da Chicago in Tennessee? Con la mia camicia bianca completamente sudata e gli occhiali da sole come unico sollievo ai miei occhi? Non ne avevo idea, ma l'aria condizionata non sembrava fare il proprio dovere, come se mi trovassi in un mondo completamente diverso.

Non era possibile scontare quella pena solo perché la mia festa era stata un po' troppo audace. Non lo trovavo giusto. Alcool, spogliarelliste e un po' d'erba potevano essere considerati solo un po' audaci, no? Eppure ai miei sembrava non importare assolutamente nulla, come se loro non fossero mai stati giovani. Sbuffai all'ennesimo bivio, persino la strada sembrava volermi prendere per il culo. Oltre che il tempo, ovviamente.

Continuai ancora per un paio di chilometri contento di poter finalmente mettere fine a quel viaggio straziante; secondo il GPS sarei giunto a destinazione entro 43 minuti.
Non c'era nulla a rendermi più felice in quel momento. Non vedevo l'ora di potermi distendere in giardino con un succo fresco fra le mani e magari un costume. Forse quella vacanza prolungata mi avrebbe procurato un po' di colore alla pelle; quel dorato che faceva invidia a chiunque.
Sospirai con quel pensiero per la mente e poggiai un gomito fuori dal finestrino, godendomi quella brezza calda. Attorno a me c'erano solo campagne, infiniti campi, distese illimitate di grano - probabilmente. Speravo solo di non incappare in uno di quei ruderi orribili, in cui non avrei trovato nulla di meglio da fare che spalare letame. Il solo pensiero mi fece venire un capogiro - o forse era il caldo?

Non avevo idea del posto in cui mi sarei ritrovato. Non avevo mai conosciuto mia nonna, per il semplice fatto che aveva tenuto i contatti minimi solo con mia madre e perché odiava a morte mio padre, sin da quando lo aveva visto la prima volta.
Non aveva mai approvato la loro unione, non era andata nemmeno al loro matrimonio e non aveva assistito nemmeno alla nascita di noi quattro nipoti.

Solo mio nonno era stato così gentile e premuroso da esserci sempre; forse perché lui aveva più a cuore la felicità della figlia e non gliene importava assolutamente nulla di chi avesse sposato.

Ed il fatto che i miei genitori avessero passato 25 anni insieme sembrava non toccare mia nonna; totalmente convinta del suo pensiero.
Era testarda, e non l'avevo mai vista, a parte quelle poche foto da giovane. Somigliava molto a mia madre e non avevo idea di chi o cosa avrei trovato adesso. In ogni caso, speravo tanto di non trovare qualcuno di troppo simile a lei o sarei uscito fuori di testa per tre mesi. Mi avevano informato un po' della sua indole severa, ma sarei riuscito a tenerle testa - almeno lo speravo.

Ma il mio flusso di pensieri venne interrotto da un borbottio inquietante ed uno scoppio leggero. Mi accorsi in pochissimo tempo che la mia Mercedes si era fermata nel bel mezzo del nulla, in cui l'unica cosa al raggio di qualche chilometro erano campi di coltivazioni.

"No, ehi!" urlai sbattendo le mani sul volante. Mi ritrovai a grugnire e subito dopo a disperarmi. Tutto in pochissimi secondi di tempo. Scesi dall'auto cercando di non sbattere lo sportello - non era il caso visto che era stata acquistata da poco - ed aprire il cofano. Poggiai le mani sui fianchi ed osservai il motore o qualsiasi cosa ci fosse all'interno. Ma l'unica cosa che riuscii a capire fu il fumo che venne fuori ed il calore asfissiante.

The Longest RideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora