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La mattinata era stata piuttosto stancante. Stare dietro ad una mandria di buoi non era stato semplice, soprattutto quando Harry aveva continuato a distrarmi. Non avevo minimamente fatto caso a quelle brutte bestie dal muso enorme.

La nonna non me ne aveva mai parlato, e per fortuna in ogni caso avevo Harry, e Niall a farci compagnia.

Era stata una nuova esperienza, avevo dovuto imparare a memoria il nome di alcune mucche e soprattutto, ero stato costretto a fare la conoscenza del toro.
Avevo avuto l'onore di toccare il muso alla mucca dalle chiazze arancioni - Caroline, che fantasia -, avevo accarezzato il piccolo vitello che si portava dietro ancora senza un nome, la mucca Camomilla completamente bianca ed irrequieta - sicuramente, il sarcasmo non era il forte di Harry -, Wanda e Linda, due mucche carine ed infine il mitico Bufalo Bean - Gesù, avrei dovuto impartire una lezione a quel ragazzo.

Tutto sommato era stata una mattinata divertente. Il cane pastore del vecchio Bobby ci aveva scortati ed aiutati a mantenere l'ordine, mentre noi due a cavallo chiudevamo la carovana aperta da Niall.

Avevo avuto un incontro parecchio ravvicinato con il caro e vecchio Bufalo Bean, che con quel testone enorme e quelle corna parecchio affilate mi aveva fatto tremare le ginocchia. Gli occhi neri e gli sbuffi non erano certo un gran bell'abbinamento. Ma Harry mi dimostrò perfino che fosse buono a tal punto da lasciarsi cavalcare.

E rimasi completamente stordito quando lo vidi aggrappato alla sua enorme schiena e distendersi completamente contro il suo manto color panna. Gli si strofinava persino contro senza che la bestia dicesse qualcosa o desse prova di essere infastidito. Mi aveva stupito così tanto da rimanere ancorato a Niall - per ovvie ragioni - a guardarlo con occhi sgranati.
Mi aveva persino invitato a fargli compagnia, rifiutando, temendo di aver fatto arrabbiare il bestione.

Ero certo di non aver mai visto un animale così grosso in tutta la mia vita.
E i cavalli a confronto mi sembravano chihuahua.

In ogni caso, li avevamo semplicemente spostati da un campo all'altro - prima che io arrivassi in quel posto Harry si era lasciato aiutare da Bobby e Logan per portare la mandria in un campo vicino - e poi li avremmo lasciati definitivamente dentro ai confini stabiliti. Eravamo tornati a casa stanchi morti - beh, avevo deciso di rassodare il mio culo proprio in quel momento, quindi mi ero fatto un paio di chilometri di troppo a piedi, facendo ridere Harry. Ma il cowboy non mi aveva dato tregua e mi aveva detto esplicitamente che aveva intenzione di uscire quella sera e avrei voluto ucciderlo e sotterrarlo in giardino.

Per quel motivo adesso, eravamo vicino l'uno all'altro - lui nel suo stile western ed io nei mie panni da ragazzo schizzinoso.

Era bellissimo in quel jeans chiaro e stretto, con la maglia nera a ricoprire gran parte del suo ben di Dio, con il cappello ed i suoi immancabili stivali dorati.

Fece scivolare leggiadro la mano nella mia, intrecciando le nostre dita come se nulla fosse. Mi ritrovai a fissare il groviglio confuso che sembrava in realtà la cosa più ordinata e giusta del mondo. Aveva le mani leggermente ruvide - rovinate dal lavoro - e callose, ma le sue dita era gentili e disegnavano ghirigori sulla mia pelle che sembrava essere tutto il contrario della sua.

Mi presi giusto un secondo per trattenere il respiro quando sollevò lo stesso groviglio che stavo fissando io, baciandomi il dorso e poi una nocca alla volta con una tale intensità e dolcezza da farmi cedere le gambe. Avevo voglia di accasciarmi al suolo e non alzarmi mai più.

Si aprì in un sorriso gentile e mi trascinò con sé, lasciandomi alzare in naso all'insù nello scorgere la città illuminata e caratteristica per via di quei bar in stile western, per la gente vestita da cowboy come lui, per le bellissime vetrine illuminate.

The Longest RideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora