Ero certo di essere finito in uno di quei programmi trash che ero solito guardare fra le mura di camera mia; la sveglia alle cinque del mattino doveva essere un dannato scherzo.
Di sicuro piazzate da qualche parte dovevano esserci delle telecamere, pronte a riprendere le mie stupefatte espressioni. Eppure, l'unica cosa che vidi furono i capelli di mia nonna ed i suoi occhi azzurri troppo rabbiosi per poter anche solo pensare di sfuggirvi.
"E' ora di alzarsi" mi comunicò, mi scostò il lenzuolo sudato dal corpo e scese al piano di sotto facendo quanto più rumore possibile.
Mi lamentai un paio di secondi, cercando di capire cosa fare: se rimanere a letto o alzarmi ed eseguire i suoi ordini. Non era di sicuro da me, ma avevo altra scelta? Ero certo che le sue regole fossero ferree e che sarebbe stata davvero capace di lasciarmi senza la colazione; almeno fino all'ora di pranzo.
Ed il mio stomaco, come per protesta, si lamentò. Avevo davvero bisogno di cibarmi.Mi alzai riluttante, osservando i timidi raggi del sole entrare dalla finestrella. Mi avvicinai ad essa, scorgendo fuori una figura a cavallo, pronta a fare chissà cosa. Sbuffai quando mi resi conto che era proprio Harry.
Doveva essersi svegliato molto prima se era già montato a cavallo.Solamente quando ci inciampai sopra, mi resi conto che la nonna doveva avermi portato la valigia.
Sospirai contento di poter indossare la mia roba e non quegli abiti taglie e taglie più grandi di me.
Afferrai le prime cose in superficie e scesi al piano di sotto, chiudendomi in bagno per una doccia veloce e rigenerante.Quando finii mi sentii molto meglio, ma avevo bisogno di dare una sistemata alla barba crescente e ai capelli, che di starsene al proprio posto sembravano non volerne sapere.
L'aria di quel luogo non doveva piacergli molto.Sbuffai nuovamente e mi incamminai verso la cucina trovando mia nonna ai fornelli con la crocchia di capelli legati sulla testa.
"Buongiorno" mugolai, la nonna rispose calando la testa in mia direzione. Mi sedetti, spettinandomi i capelli. Il caldo iniziava già a farsi sentire parecchio, mi appiccicava i capelli sulla nuca e mi faceva sudare terribilmente tanto. Non ero abituato a quello.
Mi venne voglia di piangere, ma mi trattenni quando Willow poggiò sotto al mio naso un piatto pieno di uova strapazzate e pancetta.
"Ben svegliato" fece ingresso Harry, sorridendomi con quel solito modo di fare gentile. Mi presi un secondo per notare il suo vestiario. Quella mattina portava dei jeans strappati alle ginocchia, ma talmente stretti da non respirare ed una T-shirt bianca con delle stampe floreali che mi fecero un po' ridacchiare.
E beh, il suo cappello da cowboy era immancabile.
Ero certo fosse il suo marchio di fabbrica."Grazie, buongiorno" blaterai portando alla bocca quella delizia. La divorai sotto lo sguardo divertito di Harry e sotto quello più severo e posato della nonna.
Non proferii parola - anche perché sembrava impossibile farlo vista la mia fame che non lasciava spazio ad altro che al cibo.
"Louis, oggi darai una mano ad Harry" e quando avvertii la sua voce così vicino e così risoluta sobbalzai.
Sbarrai quasi gli occhi perché non avevo nessuna voglia di spalare letame o stare ancora vicino a quelle bestie che si ostinavano a chiamare cavalli.
Rimasi a labbra spalancate, rischiando anche di strozzarmi con il cibo ed Harry rise, ancora.
La mia voglia di colpirlo era cresciuta nel giro di pochi minuti, cosa che fui costretto a reprimere perché 1) mia nonna non avrebbe gradito di sicuro; 2) Harry avrebbe potuto ricambiare e farmi male - grande e grosso com'era; 3) era impossibile pensare a ferirlo se quelle due fossette facevano capolino sulle sue guance.
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The Longest Ride
FanfictionLouis è un ragazzo di città, un po' con la puzza sotto al naso e viziato. Ha vissuti tutti i suoi 23 anni di vita a Chicago, ma una bravata spinge i genitori a mandarlo tre mesi in Tennessee, dalla nonna. Non è certo il posto adatto a Louis, abituat...