VII

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Quando aprii gli occhi, la prima cosa che notai furono due figure sedute beatamente sulla finestrella della mia stanza.

Tornai a richiuderli l'attimo successivo, sentendo il bisogno di continuare a dormire.

Ma quando pensai realmente a quel dettaglio, beh, saltai seduto sul letto. "Cristo, vi sembra il modo?" li rimproverai, quando riconobbi la figura di Niall e Liam seduti e sorridenti come se nulla fosse.

Santo cielo, ero persino in boxer, con il lenzuolo a lasciare scoperto qualsiasi cosa! Sperai con tutto me stesso di non aver fatto nessun sogno erotico e soprattutto di non avere nessuna erezione; sarebbe stato parecchio imbarazzante con quei due fra i piedi.

"Scusaci, ci ha mandati Harry a svegliarti". Liam aveva sempre quella voce gentile, terribilmente melensa da far venire persino il mal di stomaco per indigestione da zucchero.

Mi guardai attorno e mi resi conto che, 1) non fossero esattamente le 5 di mattina, ma più le 9;
2) la nonna pareva tranquilla a tal proposito, tanto da lasciarmi dormire e
3) nessun Harry nelle vicinanze.

Sbuffai quando ripensai a cosa fosse successo esattamente la notte prima. Sperai con tutto me stesso che quello non avesse complicato le cose, perché non ero certo di volerci passare sopra questa volta.
Soprattutto perché, il pensiero mi attizzava un fuoco dentro inimmaginabile e non ero certo di potermi controllare.

Evitai di chiedermi quando tutto quello fosse successo, limitandomi a pensare a cosa realmente fare.

"Che volete?" borbottai, recuperando il pantalone da terra, infilandolo alla meglio evitando di far vedere a loro i miei glutei e la mia pelle. Insomma, non era a loro che desideravo dare uno spettacolino.

"Hai dimenticato della gitarella al lago?" mi canzonò il biondo, arricciando il naso con fare piuttosto carino.

Mi guardai spaesato, rendendomi conto che sì, avevo scordato persino il mio nome al momento. Ero stato terribilmente coinvolto da Harry in quei giorni, da aver perso la cognizione delle cose e del tempo soprattutto.

Da quanto tempo ero in quel ranch? Da quanto tempo non sentivo mia madre? Ma cosa più importante, da quando non pensavo alla mia bella Chicago, alle serate mondane nei palazzi più alti della città, ai miei amici ricchi o alla mia bella vita comoda? Perché adesso la mia priorità era svegliarmi in orario, mangiare e poi cercare di non farmi assalire da un gallo? - ops, pardon George.

"No- no, certo che no! Quanto staremo via?" domandai, un po' nel panico. Puzzavo ancora di fieno? - decisamente era fieno - e di... Harry. Ero certo fosse il suo odore quello che sentii sulla camicia da cowboy che avevo tenuto addosso quella notte. Mi era stato così terribilmente addosso da aver permeato il suo profumo al mio. Incredibile.

"Saremo di ritorno domani sera, la zia ha bisogno di tutti noi qui" e va bene, per un solo giorno e mezzo sarei stato libero dalla nonna e a stretto contatto con Harry. Che male avrebbe mai potuto arrecare in fondo? Nessuno, certo. Ma che cosa sarebbe successo se il mio autocontrollo, già piuttosto precario, cedesse del tutto?

Afferrai le prime cose che trovai e le gettai alla rinfusa dentro allo zaino Adidas - mi piangeva un po' il cuore per l'utilizzo poco consono dell'oggetto in questione - seguendoli verso il piano terra.

La nonna era davanti la cucina, mescolando qualcosa da dentro un grosso pentolone di ferro da cui proveniva un profumo divino.

"Buongiorno!" squittì. Sembrava parecchio contenta e sinceramente, sentivo di essere molto più sereno.
Le cose sembravano tornare piano piano al proprio posto, probabilmente non saremmo mai stati capaci di recuperare 23 anni di mancanze, ma almeno ci avremmo provato.

The Longest RideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora