Capitolo IV

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È inverno. Le nuvole ricoprono il cielo.
Fa freddo, molto freddo.
È piuttosto buio e nevica.
Sul Canal Grande si affaccia un'enorme casa, visibilmente antica.
Alla finestra, una ragazza fissa i fiocchi di neve cadere fra le onde.
Ha due grandi occhi azzurri.
Si chiama Gaia Foccardi.
Ha i capelli lunghi e castani e le labbra rosee. La sua carnagione è candida.
Indossa una sottoveste color latte che le copre appena il necessario, per stare in casa.
I suoi genitori sono ricchissimi proprietari di alberghi in giro per Venezia.
Sono in molti a reputarla una delle tante ragazzine viziate che girano per la città.
Ma Gaia non è così.
Gaia è silenziosa, timida, minuta, spesso gelida.
Ma è anche dolce e premurosa nei confronti di chi ama.
Ha un carattere decisamente complesso che nessuno ha mai compreso a fondo.
Ha trascorso la sua infanzia a New York, fra un collegio e l'altro, indossando immacolati vestitini griffati e frequentando bambini e bambine ritenuti dai suoi genitori "all'altezza": educati, perfetti, schifosamente pieni di soldi.
Ma Gaia non è questo.
Gaia è acqua, capace di congelarsi in un istante ma anche di sciogliersi lentamente.
Capace di scorrere tranquilla, ma forse anche di travolgere tutto e tutti senza preavviso.

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