Quando entro a casa mi arriva un profumino di fritto che proviene dalla cucina, e mi affretto ad andare a vedere.
-Haneul! Allora com'è andata?- mi viene incontro mia madre.
Le dico che le racconterò dopo e che ora ho bisogno solo di una doccia.
Salgo in bagno e mi spoglio immergendomi nella vasca di acqua calda.Quando finisco di raccontare la mia giornata a mia madre noto che ha un sorriso a trentadue denti stampato in volto.
-Sono così felice!- mi dice. -Allora sta bene Jin Kyong.-
Annuisco. -E' molto più in forma di te.- scherzo.
-Aigooo, ragazzina.- arriccia il naso.
Poi gli dico che mi ha dato il suo numero e quello di Jaebum.
Vado in camera e dalla tasca dello zaino estraggo i due foglietti.
Rientro in salotto e li faccio vedere a mia madre.
-Chiamalo.- mi dice.
-Cosa? Chi?- dico senza pensare.
-Come chi, lui!- mi dice indicando il foglio con su scritto il numero di Jaebum.
-Non lo so, e se poi lui è ancora arrabbiato perché io non l'ho riconosciuto?-
-Non è arrabbiato, Haneul, è soltanto un po' deluso, ma prova a parlarci, sono sicura che tutto si risolverà per il meglio.- sorride.
-Mh.- dico, prima che il campanello suoni.
Vado ad aprire e mi trovo mio fratello e Ji An (la sua ragazza) sul pianerottolo.
Li faccio entrare.
-Ciao oppa!- saluto mio fratello. Poi abbraccio Ji An.
-Ciao unnie!- mi stacco da lei sorridendo.
Lei è alta quanto me, è veramente una bella ragazza, una tipica ragazza coreana.
Mi sorride. -Ciao HaneuL.-Abbiamo cenato e ora siamo tutti in soggiorno e parliamo della giornata.
Dopo che Shou e Ji An sono usciti esco un attimo in terrazza e chiamo Cho Hee.
Mi risponde subito e le racconto della giornata.
-Sai vero che lo devi chiamare?- mi domanda Cho Hee, ma più che una domanda mi sembra un'affermazione.
-Mi dite tutti che devo chiamarlo ma non mi dite che cosa gli dico appena risponde!- faccio notare.
-Basta che gli dici che sei Haneul e vorresti incontrarlo. Secondo me anche se sta facendo un concerto corre da te.- scherza.
-Ma chi era questo, il mio migliore amico o il mio fidanzato?- chiedo scherzando alla mia migliore amica.
Non capisco, da quello che mi raccontano gli altri io e Jaebum sembravamo una vera e propria coppia.
Termino la chiamata dicendo che penserò se chiamarlo o meno. Lei si raccomanda di farlo e dopo averlo fatto di chiamarla e raccontargli tutto.
Mi stendo sul letto e stanca morta mi addormento pesantemente.24 Novembre 2014.
Il vento mi spettina poco i capelli, ma non è fastidioso.
E' una bella giornata di sole, ma fa comunque freddo.
Sono seduta sull'erba del giardino di casa mia e mi rigiro tra le mani la scatolina che mi ha dato Jin Kyong sei giorni fa.
Non sono convinta di aprirla, non so cosa ci sarà dentro, forse potrei rinunciare a scoprire il mio passato, forse no.
Forse mi scoraggerà dicendomi di non cercarlo, che non vuole più vedere la mia faccia, e non saprei come dargli torto.
Respiro forte e mi distendo sul prato socchiudendo gli occhi, coprendomi con il braccio destro gli occhi perché mi da noia il sole, mentre l'altro braccio lo appoggio al terreno, ancora un po' bagnato dalla brina della notte, che mi rinfresca la pelle.
Cerco di frugare ancora nella memoria, ma mi accorgo che non serve a niente, e che anzi, mi sta venendo un forte mal di testa, che passa soltanto quando smetto di provarci.
Voglio ricordare tutto ora, in questo preciso istante, ma se scavo nella mia memoria trovo solo nero e dolore, a parte qualche ricordo vago.
Voglio ricordare il viso di mio padre, voglio ricordare i visi sorridenti della mia famiglia, voglio ricordare come mandavo via i bambini che davano noia a Jaebum, ma soprattutto voglio ricordare i pomeriggi passati insieme e le notte passate nel seminterrato a guardare film e a giocare alla play.
Quindi mi alzo di scatto e prendo un bel respiro, e tenendo la cassettina in legno in grembo la apro.
E' abbastanza piccola ma per le cose che ci sono dentro basta e avanza lo spazio.
Ci sono alcune lettere, forse 5, qualche foto e un ciondolo a forma di stella.
Prendo in mano con cura il ciondolo e lo stringo nella mano.
Mi accorgo di star piangendo quando la prima lacrima che cade, cade proprio sulla mano che sto guardando, che tiene stretta il ciondolo.
-Ma quanto sono infantile.- mi sussurro.
Mi asciugo con il dorso della mano le lacrime che sembrano sgorgare involontariamente dai miei occhi.
Tiro su col naso e guardo le foto, voglio lasciare le lettere alla fine, per distruggermi meglio interiormente o forse no.
Sono tutte foto che ritraggono me e lui in vari momenti della nostra vita.
In quella in cui siamo più piccoli siamo in una culla, entrambi, lui visibilmente più grande di me, lui dorme di lato, girato verso di me.
Io ho il ciuccio ma sono sveglia, ma penso che mi sto per riaddormentare, visto gli occhi socchiusi. Io gli sto tenendo stretto l'indice con la manino piccola e delicata.
In un'altra siamo al festival di fine anno della nostra scuola media.
Lui sta cantando e io sono alla piccola pianola affianco, e lo guardo sorridente, con uno sguardo pieno di rispetto e sembro molto orgogliosa.
Ci sono altri bambini, ma io mi fermo a guardare la mia espressione.
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Remember you • im jaebum
Romansa-Annyeong haseyo.- dico formalmente squadrandolo da capo a piedi. Forse è qualcuno che conosco. Mi guarda ancora senza parlare per più di una ventina di secondi. Il che mi fa rabbrividire, ma sostengo lo sguardo. -Cos'è ora mi parli formalmente?- pa...