CAPITOLO 3 - Favola surreale

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«Mi avete sentito? Cosa ci fate laggiù?» gridò l'uomo, scendendo i gradini di marmo a pochi passi da noi e brandendo una mazza, come se temesse per la sua incolumità.

Le sue urla ci avevano terrorizzati a tal punto da spingere me e Francis a non rispondere e a rintanarci in un angolo. Nella migliore delle ipotesi, di lì a poco, il nuovo arrivato ci avrebbe cacciati a pedate e noi saremmo stati costretti a cercare un nuovo rifugio. Nella peggiore, invece, quell'individuo avrebbe potuto farci del male con la sua arma o imprigionarci e scoprire la nostra identità. 

Non riuscivo nemmeno a pensare a cosa ne sarebbe stato di noi se fosse venuto a conoscenza della nostra natura umana. Quel luogo, così come i suoi abitanti, nulla avevano a che fare con la mia realtà e, se si fosse scoperta la verità, noi saremmo potuti finire in un laboratorio come oggetto di studi.

Mille altre ipotesi affollarono la mia mente a mano a mano che l'individuo si avvicinava. Chiusi gli occhi, per evitare di vedere la mazza abbassarsi su di noi e colpire ogni parte del nostro corpo, mentre noi, inermi e inesperti nell'arte della lotta, subivamo quelle torture.

Le mie paure, però, si dissiparono nel momento stesso in cui l'uomo abbassò le sue iridi azzurre colme di preoccupazione su di noi e ci aiutò ad alzarci. Non sembrava avere cattive intenzioni e ciò mi rassicurò, perché altrimenti non avrei saputo come reagire.

«Per tutti i figli di Lilith, mi avete spaventato! Ho sentito dei rumori nel sottoscala, pensavo che avessero liberato di nuovo quelle bestiacce» affermò lui, poggiando la mazza per terra e grattandosi il mento, dove una leggera peluria scura, proprio come i suoi capelli brizzolati, stava prendendo piede. «Se non sono troppo invadente, posso chiedervi cosa ci fanno due giovani come voi in giro a quest'ora e sotto la tempesta? Non potete tornare a casa?»

«In realtà, anche se lo volessimo, non possiamo. Siamo rimasti chiusi fuori dalla nostra dimensione» lo informò Francis senza fare troppi giri di parole.

«Vorrai dire dal vostro circondario» precisò l'uomo, ignaro della nostra storia.

«No, proprio dalla nostra dimensione. Entrambi veniamo dal mondo dei mortali.»

«Come? Non può essere... Ho sentito la vostra aura, voi non potete essere mortali. Ne sono assolutamente sicuro.  Avete anche gli occhi di ghiaccio. Tutti i figli di Lilith hanno questa particolare tonalità delle iridi. Certo, nella storia è capitato che qualche mortale avesse questa caratteristica, ma la presenza dell'aura nei vostri corpi è una prova incontrovertibile. Voi siete figli di purificatori» asserì l'uomo, sul cui volto era apparsa un'espressione confusa. Dal modo in cui ci guardava, sembrava non credere alle nostre parole.

«Purificatori?» chiedemmo io e Francis all'unisono.

«Purificatori o, più comunemente chiamati, guerrieri dell'Angelo. Vorreste proprio dirmi che non sapete niente? Che non avete idea di dove vi troviate? Che non avete la più minima nozione sulla vostra storia?»

«Ripeto, noi veniamo dal mondo dei mortali, non abbiamo la benché minima idea del cosa ci facciamo qui e perché ci siamo finiti. Semplicemente, ci hanno attratti qui in qualche modo.»

Nel momento in cui Francis pronunciò quelle parole, mi bloccai. Benché il nostro interlocutore si fosse dimostrato gentile e affabile, non riuscii a scacciare la sensazione che quello fosse un dettaglio privato, riguardante solo noi. Ma doveva aver avuto un motivo ben preciso per aver voluto spiegare tutto, perciò decisi di rimanere in silenzio.

«Conosco solo quattro persone che avrebbero potuto farlo, i custodi. Mi sbaglio?» domandò l'individuo, che sembrava non essersi accorto della mia reazione.

LEGENDS - I guerrieri (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora