CAPITOLO 26 - Il signore delle battaglie oscure

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«Dovremmo muoverci, Marcus non è il tipo di persona a cui piace attendere i suoi ospiti...» disse Richard, mentre tentavo di rimettere in piedi Francis e May.

«Non preoccuparti, Lene. Posso farcela da solo, davvero» mi rassicurò il ragazzo, togliendo il braccio dalle mie spalle e appoggiandosi alla parete più vicina.

«Sicuro? Posso...» Cercai di comunicargli il mio sostegno, ma lui non mi diede il tempo di continuare.

«Sicurissimo, Lene. Su c'è una battaglia ad attenderti e tu non potrai occuparti di me, mentre affronterai non so quale pericolo» affermò e sul suo volto apparve una smorfia per via del dolore al braccio sinistro.

«Prima ancora di essere la tua ragazza, io dovrei proteggerti e metterti al sicuro, come farebbe una squadra. Tu proteggi me e io te. Quante volte devo ripetertelo?»

Sul viso di Francis comparve un sorriso. In seguito, mi indicò le scale appena materializzatesi, facendomi capire che era tempo di affrontare l'ultima parte del mio percorso, quella che avrebbe messo fine ai miei dubbi, ma, soprattutto, quella che mi avrebbe consentito di riprendermi la mia famiglia e di tornare ad avere una vita normale.

«Sei pronta?» mi chiese in un sussurro il ragazzo.

«Ora o mai più» gli risposi.

Corsi di filato verso le scale e le salii due a due con l'adrenalina nelle vene, salita per l'eccitazione verso quanto mi aspettava. Stranamente, da quando Francis era ritornato, la paura era scomparsa e aveva lasciato il posto alla determinazione e al coraggio. Alla consapevolezza di avere il sostegno sufficiente per spingermi a continuare la battaglia fino allo stremo delle forze.

Una volta salita al piano superiore, una luce rossastra invase la mia visuale. Appena scomparve, riuscii a guardare quanto mi circondava. Ero su una terrazza. Di lì avevo la completa visuale dell'intero regno delle ombre ed era una visione allucinante e drammatica. In alcuni tratti mi faceva persino accapponare la pelle.

Era orribile vedere le orrende creature aggirarsi per i sentieri e lo era altrettanto la visione di quelle anime torturate o ricoperte dalle piaghe della violenza e della malattia. In lontananza scorgevo le zone del ghiaccio e del fuoco. Pur essendo lontane, facevano arrivare fin lì un vento allo stesso tempo gelido e insopportabilmente caldo.

Infine, guardai le guglie delle torri. Viste da vicino sembravano ancora più immense. Il loro colore dorato veniva risaltato dalla luce di quel sole mai scomparso dall'orizzonte.

«C'è qualcuno?» chiesi quando tutti gli altri si furono radunati dietro di me. A seguito di quelle parole, le figure degli angeli oscuri comparvero, facendo uno strano inchino del tutto fuori luogo in una situazione drammatica come quella.

«Siete arrivati, finalmente» esordì l'ultimo degli angeli a mo' di saluto. Doveva essere per forza Safian, perché era l'unico non ancora apparso fino a quel momento. Lucenti capelli biondi e ricci gli ricoprivano il capo, rendendolo quanto di più simile ci fosse alla figura del Creatore.

«Il Grande Marcus sarà qui a breve, ma, nel frattempo, abbiamo pensato di intrattenervi in qualche modo» soffiò l'angelo con voce vellutata.

Un esercito di uomini con la nostra divisa nera, ma con le strisce dorate e la rosa rossa, si fecero avanti, portando di peso due figure. Entrambe si stavano dimenando nel tentativo di liberarsi, ma non ci riuscirono, in quanto i loro carcerieri erano più forti.

La prima la riconobbi subito: era la mamma.

«Silene! Vai via! Scappa, sei ancora in tempo! Figlia mia, salvati! E tutti quanti voi, portatela via, vi prego!» La voce di mia madre trasudava così tanta preoccupazione da rendermi nervosa.

LEGENDS - I guerrieri (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora