CAPITOLO 16 - Spettacoli preoccupanti

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Le settimane seguenti passarono in un lampo. Quasi non ci lasciarono il tempo di respirare per via dell'enorme mole di impegni e riflettere su quanto stava accadendo in quel caotico periodo.

Le misure di sicurezza ad Andel furono incrementate a causa del numero sempre maggiore delle rivolte degli Esiliati. A ciò, come se non bastasse, si aggiungevano le incursioni dei demoni e i disordini di varia natura della popolazione.

Spesso e volentieri, quando ci recavamo alla centrale, potevamo notare, come testimonianza del malcontento generale, i cartelli e gli striscioni lasciati in giro dalla gente dopo le varie manifestazioni. Quasi tutti recitavano "Vogliamo una dimensione più pura e senza problemi" oppure "Fate sparire la feccia di questa dimensione e ve ne saremo grati".

Potevo comprendere quanto, per la gente di Andel, fosse difficile gestire la situazione e la sensazione di oppressione dovuta alle misure restrittive applicate sulle uscite. Non riuscivo ad accettare, invece, la fiumana di cattive parole rivolte dagli abitanti agli impiegati della centrale, in quanto quegli ultimi svolgevano il  lavoro come meglio potevano. Spesso, a causa delle discussioni avvenute all'interno dell'edificio, avevano i volti tediati per via dello stress.

Proprio a causa di quell'affaticamento, un giorno sentii un dipendente annunciare al suo collega: «Non appena questa situazione sarà finita voglio una vacanza. Non ne posso più di tenere a bada tutta questa gente. Sto impazzendo!»

«Sempre se ci sarà un posto in cui potrai ancora andare in vacanza, Steve» ribatté l'altro e, con un sospiro stanco, tornò alle sue mansioni.

Anche gli allenamenti si erano fatti più duri e complessi per via di quel clima di tensione e paura. Ci ritrovammo a fronteggiare creature presenti nei programmi degli anni a seguire, se avessimo seguito il normale addestramento, ma, trovandoci in uno stato di emergenza, i nostri istruttori avevano deciso di accorpare i programmi dell'ultimo triennio con il nostro, così da permetterci di affrontare situazioni più delicate.

«Dovete essere preparati in qualunque momento e per qualsiasi situazione si verifichi» era la solfa ripetuta da Richard o il suo sostituto a ogni lezione di addestramento, le cui ore erano triplicate.

Anche le ore teoriche erano aumentate e non avevo mai tempo da dedicare a qualcuno, se non miseri spazi a Francis, perché capisse che nonostante tutto io gli ero ancora vicina. Il ragazzo sembrò apprezzare le mie attenzioni, perché, qualche volta, inventava delle scuse per restare da solo a parlare con me.

«Vorrei solo avere del tempo per restare un po' insieme» mi confessò un pomeriggio, mentre sgattaiolava dalla sua parte di campo per avvicinarsi a passo furtivo a me.

«Anche io, ma gli allenamenti ci sottraggono tutto il tempo a disposizione. Pensa, non riesco a badare più neanche al piccolo da quando si stanno verificando tutti questi disordini. E la sera di solito crolliamo prima ancora di riuscire a pronunciare anche una sola parola» gli risposi.

«Se continuiamo con questo ritmo, nel giro di poche settimane non saremo in grado neanche di reggerci in piedi. Abbiamo solo quattro ore di sonno al giorno e ingurgitiamo quantità eccessive di infuso di papavero solo per tenerci svegli. Abbiamo tutti un aspetto orribile... Guarda Morris: non ha più la forza neanche di prenderci in giro. Mi domando per quanto ancora riusciremo a reggere.»

«Su, su, Lightflame!» lo esortò Fernando con tono severo dall'altra parte del campo, vedendo Francis parlare con me.

Francis scattò verso la sua postazione e non lo rividi fino all'uscita dagli spogliatoi.

***

«Oh, mamma, sono esausto!» esclamò Francis non appena fummo fuori con May. Per qualche strana ragione, lei sembrava davvero giù di morale.

LEGENDS - I guerrieri (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora