Non mi ero mai sentito tanto stupido in vita mia: avevo frainteso ogni gesto, ogni occhiata, ogni frase che lui mi aveva rivolto, cominciando addirittura a provare una simpatia forte nei suoi confronti. Che ingenuo.
"Hai intenzione di non parlarmi mai più, dolcezza? Dai, dicci almeno cosa ne pensi... possiamo entrare nella nave senza venire uccisi da eventuali detriti o radiazioni?" mi chiese per la terza volta il professor Tomlinson, paziente.
Aveva sicuramente capito che ero sconvolto dalla notizia che avevo appena ricevuto, ma come potevo non esserlo, d'altronde?
Analizzai la nave con il mio laser e annuii senza proferire parola, fissandolo senza far trasparire nessuna emozione.
Sbuffò. "Styles, quando metti il broncio sei adorabile, ma adesso stai un po' esagerando. Abbiamo una missione da svolgere, concentrati e sii meno emotivo."
Si avvicinò a me, appoggiando delicatamente le mani sui miei fianchi, e mi sussurrò seducente nell'orecchio: "Se fai il bravo, dopo ti ricompenserò anche."
Strabuzzai gli occhi. Forse io avevo davvero frainteso tutto, ma lui non mi aiutava di certo a capire la situazione, con frasi del genere. Come potevano essere del tutto innocenti? Era forse un comportamento normale, per un uomo sposato, flirtare con altre persone?
Lanciai una rapida occhiata all'ufficiale Calder, ma non sembrò dare molto peso ai gesti di suo marito, né sembrò particolarmente infastidita. C'era qualcosa che non mi tornava tra quei due, ma smisi di rimuginarci su: forse avevano soltanto una relazione aperta e mi stavo facendo troppi viaggi mentali.
Vidi Lynda correre e raggiungerci di fretta. "Dottore! Scusa, so che mi hai detto che dovevo rimanere con gli altri, ma quei soldati mi fanno paura. Preferisco stare con voi, posso?" disse con il fiatone e implorandomi con lo sguardo.
Le sorrisi, era impossibile dirle di no con quegli occhi che si ritrovava.
"Grazie" sussurrò grata. "Ora, prima di entrare, qualcuno mi spiega cosa sono questi Angeli Piangenti? Perché ne siete tutti così terrorizzati?"
"Gli Angeli Piangenti si chiamano così perché sono, per l'appunto, delle statue di pietra di angeli che tengono le mani davanti al volto, come se stessero piangendo" cominciò a spiegarle Louis.
"E cosa ci sarebbe di spaventoso? Sono solo statue" lo interruppe, perplessa.
"Se mi lasciassi finire..." la rimproverò. "Stavo dicendo, sono delle statue nell'esatto momento in cui le guardi, ma non appena volti lo sguardo o sbatti le ciglia queste si muovono a velocità assurde e, se anche solo ti sfiorano, ti trasportano indietro nel tempo. La fregatura è che non sai mai il periodo in cui verrai trasferito, perciò una volta che sei nel passato ci dovrai rimanere... per tutta la vita" terminò serio lui, guardandola con un po' di malinconia.
"Ma se uno ha il teletrasporto, come il Dottore, può ritornare al suo tempo, no? Non capisco quale sia il problema..." disse piano Lynda.
"Il problema," le risposi "è che questi esseri si nutrono proprio di energia temporale, quindi se anche hai un teletrasporto, una volta nel passato sarà inutile, non funzionerà. Gli Angeli avranno assorbito ogni sua potenzialità."
"Oh. Che stronzi" si lasciò sfuggire lei, riuscendo a far calare la tensione di tutti e strappandoci una risata.
L'ufficiale Calder riprese il controllo della situazione, invitandoci ad entrare nel relitto e richiamando i suoi soldati. Era sempre così seria e non riuscivo proprio a capire cosa ci avesse trovato d'interessante Tomlinson in lei per arrivare addirittura a sposarla. Mi sembravano troppo diversi per stare insieme, ecco.
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Spoiler, sweetie
FanfictionIn un'epoca in cui i viaggi nel tempo e nello spazio fanno ormai parte della quotidianità, il Dottor Styles si imbatte per caso, durante una delle sue avventure, in un archeologo, il Professor Tomlinson. Archeologo che sembra conoscere tutto di Styl...