Salviamo Van Gogh! (pt.1)

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Anno: 1888
Pianeta: Terra
[Harry: 23 | Louis: 18]

«Sono così esaltato!» esclamò per l'ennesima volta, guardandosi intorno con aria sognante. Era davvero su di giri, continuava a ripetere la stessa frase da una buona mezz'ora e non la smetteva di ringraziarmi per averlo accompagnato in quel luogo.

Più lo guardavo, più mi sembrava impossibile che quel dolce e vivace ragazzino fosse effettivamente lui.

*

2015. Casa di Lynda, Londra. Appena tornati dalla missione della Bisanzio, la ragazza si buttò sfinita sul divano e accese la tv senza dire una parola. Non era da lei stare per così tanto tempo in silenzio e la cosa cominciava a preoccuparmi seriamente. Avevo paura che Louis le avesse detto qualcosa di brutto su di me e che avesse quindi cambiato idea sul mio conto. Non avrei sopportato perderla, non anche lei, non così presto.

Mi sedetti titubante al suo fianco e la fissai, studiando le parole adatte da usare per affrontare l'argomento, ma non feci nemmeno in tempo a formulare un pensiero di senso compiuto che lei mi precedette.

«Devo farti vedere una cosa» disse seria, alzandosi velocemente e incamminandosi verso la sua camera da letto.

Annuii, preso alla sprovvista, e la seguii senza proferire parola. Cosa stava succedendo?

Si fermò appena prima di entrare, continuando a stringere la maniglia della porta per assicurarsi di tenerla ben chiusa.

«C'è una cosa che non ti ho detto, su di me...» cominciò. «E non è una cosa brutta, eh, anzi! Solo che non volevo parlartene, perché sapevo già che non mi avresti permesso di viaggiare con te» concluse voltandosi e fissandomi per la prima volta negli occhi da quando eravamo tornati.

Ero confuso più che mai. «E cosa ti ha fatto cambiare improvvisamente idea?» le chiesi.

«Louis.»

Lo sapevo. Sapevo che c'entrava lui, che era lui la causa del suo umore strano. Era sempre colpa di Tomlinson.

Feci una smorfia e la invitai ad aprire la porta, ormai curioso di sapere la verità, e non appena entrai nella stanza, la prima cosa che vidi fu un bellissimo abito da sposa appeso vicino alla finestra. Non realizzai subito che quell'abito appartenesse a Lynda, perché mi voltai con un'espressione interrogativa stampata sul volto.

«Quindi?» chiesi ancora, insoddisfatto per non aver capito.

«Sei serio? Hai visto il mio vestito per il matrimonio e l'unica cosa che mi chiedi è... quindi?» scoppiò a ridere, forse sollevata nel non vedermi arrabbiato o deluso.

Aggrottai le sopracciglia e mi voltai di scatto di nuovo, per guardare meglio. Lynda si stava davvero per sposare? Ma con chi? E perché non me ne aveva parlato?

Tornai a fissare spaventato la ragazza, con una nuova consapevolezza. «Oddio, no. Non dirmi che sei incinta. Lynda Williams! Nel tuo stato non potresti viaggiare normalmente, figuriamoci nel tempo e nello spazio rischiando continuamente la morte, ma che ti è saltato in mente?» le urlai contro con le mani tra i capelli.

Tutto quello che ottenni non fu altro che una risata ancora più divertita da parte sua. «Dottore! Non sono incinta, sono troppo giovane per crescere dei figli! E comunque il fatto che tu lo abbia anche solo pensato mi offende molto: non sarò esattamente in forma, ma non sono nemmeno così grassa» disse dopo un po', non appena smise di ridere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20, 2020 ⏰

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