Capitolo 7

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Arrivammo a Parigi alla Gare de Lyon. Bellissima. Non era di certo una delle stazioni più belle al mondo, ma era di certo una stazione piena di vita.
Amo follemente stare fermo in mezzo alla folla. È come stare fermo in un fiume. La corrente ti passa a fianco ma non ti scalfisce. E amo chiedermi cosa stiano facendo quelle persone. Ognuno ha una storia da raccontare. In mezzo alla folla alla stazione mi sentivo circondato da tantissimi libri, da tantissime storie che avrei desiderato ascoltare, una ad una. C'era gente che andava, gente che veniva, gente che aspettava, gente che perdeva la speranza. Quella ragazza bionda, magra, che saluta i suoi genitori e piangendo sale sul treno; la signora anziana che scende dal treno e riabbraccia il figlio dopo anni che non si vedono; il ragazzo castano che controlla quando arriva il treno che gli avrebbe permesso di riabbracciare la fidanzata; il signore con la ventiquattr'ore che ogni giorno viene in città per lavorare perché davvero ama la sua famiglia.
E come tutti loro, anche io avevo la mia storia. Una storia estremamente banale. Una vita semplice, monotona, intervallata da momenti tristi e momenti felici. Ma era pur sempre una storia. E in quel momento mi sentivo davvero, in una delle città più belle al mondo, pieno di speranza.

Nel tardo pomeriggio fummo divisi nelle famiglie. Alloggiavamo tutti più o meno nella stessa via, in un quartiere poco fuori Parigi. Finalmente, appena arrivai in casa, potei avere una connessione ad internet. Non stavo pensando ad altro se non a rispondere a Matteo, o almeno leggere il suo messaggio.
- É da una vita che non ti fai sentire.
- É da una vita che TU non ti fai sentire.
- Ciao, comunque.
- Sono a Parigi, comunque.
Non avevo ancora capito se davvero stessi litigando con Matteo. Se davvero stessi perdendo quella persona che in quest'ultimo periodo, o almeno fino a un mese e mezzo fa, era stata incredibilmente così importante. Ne valeva davvero la pena, di litigare? Era ora di mettere da parte il mio orgoglio. Ingoiarlo. A denti stretti. Tanto non sono mai stato in grado di esprimere ciò che provo veramente.
- Bellissima Parigi!
- Assolutamente, mi è dispiaciuto che non ci siamo sentiti per così tanto tempo.
- Vero, ma l'importante è che ora ci sentiamo sentendo.
- Pensi che la nostra sia vera amicizia?
- Sì. Non tutti i giorni, però ti penso sempre.

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