Prologo

27 2 0
                                    

Mi sono ritrovato schiavo del destino stesso, di quell'universo che fa funzionare le cose in un determinato modo.

Non si può dire che sia solo il caso. Il caso non agisce sempre da solo. Spesso senti davvero di aver incontrato determinate persone perché il destino voleva così. Una sorta di messaggio inviato dall'alto, da un qualcosa o un qualcuno che ci scruta, controlla, aiuta; un messaggio salvifico. Non siamo in grado di salvarci da soli. Se cadiamo in motorino il sabato sera tornando da una festa chiamiamo l'ambulanza, se stiamo male prendiamo i medicinali, se ci sentiamo persi e abbandonati, aspettiamo. Non possiamo salvarci da soli, ci serve qualcuno o qualcosa che ci faccia da àncora nel mare tempestoso della vita, che ci aiuti a rimanere saldi alla riva della nostra esistenza, che ci aiuti ad evitare di prendere il largo e perderci, che ci aiuti ad evitare di annegare in noi stessi.

Dovevo essere salvato, salvato da me stesso. Due persone in un corpo solo non possono convivere a lungo.

Un giorno mi dissero che era necessario perdersi per ritrovarsi. E io mi ero perso. Completamente. Mi ero perso nella selva oscura, nel labirinto del Minotauro, nell'oceano in tempesta, in me stesso. E avevo bisogno di un Virgilio, di un filo di Arianna, di un'ancora. E così cominciò la mia avventura. Con un "Seguimi e ti seguo". Un significato profondo, quattro parole di speranza pura: se tu mi dai la sicurezza che mi seguirai, che per sempre cercherai i miei occhi e mi starai dietro a proteggermi le spalle, io ti seguirò; ci seguiremo a vicenda, diventeremo una cosa unica, i tuoi occhi su di me diventeranno i miei occhi su di te. Sarai la mia ancora nel mare tempestoso della vita, mi farai sentire di non essere una storia triste, mi raggiungerai e mi salverai.


Ricordati che non sei soloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora