~Capitolo 1~

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«Allison svegliati! Devi andare al lavoro!» sento mia mamma dal piano di sotto.

È passato quasi un anno dal trasferimento a Milano e non riesco ancora ad ambientarmici alla perfezione.

Non riesco a non pensare a Roma, non riesco a non pensare alla mia migliore amica, non riesco a non pensare ai ragazzi della Honiro.

Non riesco a non pensare a lui.

Probabilmente mi odierà per il modo in cui l'ho lasciato, ma non avrei mai avuto il coraggio di affrontare questa cosa con lui perché avrebbe fatto più male.

Ogni tanto mi tornano in mente alcuni flash di me e lui quando stavamo insieme, di quando mi stringeva tra le sue braccia, di quando mi baciava...

E invece ora sono qui, da sola nel bel mezzo di Milano con soli due amici che mi sopportano.

La casa in cui stiamo ora è molto simile a quella in cui stavamo a Roma, il che non aiuta molto a dimenticare.

«Allison alzati!» mi ripete mia mamma.

«Arrivo!» rispondo controvoglia.

Ho finito la scuola passando la maturità con 87/100 nonostante il mio trasferimento ed essendo quindi in ritardo col programma, ma per me l'importante è che sono passata.

Adesso lavoro come barista in un locale poco distante dal centro della città dove ogni fine settimana c'è un concerto o una veglia e mi pagano anche abbastanza bene.

Appena avrò soldi a sufficienza per trasferirmi lo farò, non sopporto più la presenza di mia madre e mia sorella in casa.

Mio padre? Morto in un incidente stradale un mese dopo essere arrivati qui a causa di un ubriaco al volante, tanto per peggiorare le cose.

Da allora la casa ha un'aria più fredda, mia madre è diventata fredda, mia sorella è diventata depressa, nonostante abbia solo 8 anni, e io nascondo tutte le mie emozioni; si sa, non mi è mai piaciuto mostrarmi debole.

Mi dirigo verso il bagno, mi lavo, mi asciugo i capelli, che ora sono rossi, mi vesto e scendo al piano di sotto. Prendo un caffè, le chiavi della macchina ed esco di casa.

Una volta arrivata comincio a pulire il locale e preparare tutte le scorte di alcolici che dovremo servire per la serata. Ci saranno un party e subito dopo un concerto, non mi sono informata di più.

Alle 21 parte la musica e io e la mia amica Iside ci prepariamo al delirio della serata.

«Pronta Ally?» mi sorride lei.

«No, ma dobbiamo farcela!» le sorrido di rimando.

Pochi minuti dopo cominciano ad arrivare i ragazzi e noi saettiamo come matte da una parte all'altra del bancone servendo un drink dietro l'altro.

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Due ore dopo siamo esauste, arrivano i ragazzi a darci il cambio turno e noi ne approfittiamo per fumarci una sigaretta per rilassarci un po' prima del concerto.

Andiamo nel cortile sul retro e notiamo una limousine con i vetri oscurata che mi sembra avere un'aria vagamente familiare.

«Isy, sai chi c'è stasera sul palco?» chiedo indicandole la macchina lì parcheggiata con un cenno del capo.

«In questo momento non me lo ricordo, ma so che hanno fatto sold out..» mi risponde.

«Hanno? Quindi è un gruppo?»

«Un duo, se non ricordo male.»

«Beh -faccio un ultimo tiro e butto il mozzicone a terra- fatto sta che c'è un sold out e noi saremo sole dietro quel bancone.» butto la testa all'indietro e faccio uscire il fumo dalla bocca.

«E chi ha detto che sarete sole?» squittisce una voce familiare.

«Aly! -corro verso di lei ad abbracciarla, non la vedo da quel pomeriggio al luna park con i ragazzi e mi mancava tantissimo- cosa ci fai qui?» le chiedo incredula.

«Beh, ogni tanto lavoro qui e stasera avevo voglia di venire a salutarti» mi dice ricambiando la stretta.

Iside si schiarisce la voce per richiamare la mia attenzione e sciolgo l'abbraccio tra me e Alice.

«Giusto scusa, Alice lei è la mia amica Iside, lavora anche lei qui; Iside lei è Alice, una mia amica di Roma.» le presento.

«Piacere di conoscerti Alice!» dice Iside sorridente porgendole la mano.

«Piacere mio Iside!» dice l'altra stringendole la mano.

«Aly ma tu stai ancora con...Giulio?» dico l'ultima parola sotto voce in modo che senta solo lei.

«Si certo stiamo ancora insieme...» dice lei.

Ci spostiamo un attimo lontane da Iside per parlare tra di noi.

«E...Giorgio come sta?» le chiedo speranzosa.

Non l'ho mai contattato dopo il trasloco, ho cambiato numero e cambiato nome su qualsiasi social in modo che lui non mi riuscisse a rintracciare. Ho cercato di dimenticarmene, ma ho fallito miseramente.

«Sicura di volerlo sapere?» mi chiede guardandomi preoccupata.

«Sicura.» mento, ma voglio sapere come sta.

Fa un sospiro e poi comincia a dire: «È tornato a drogarsi, ubriacarsi tutte le sere e Giulio è andato a vivere con lui nell'appartamento dal momento in cui lui si sfoga sempre su qualsiasi cosa gli passi di fronte... A volte deve dargli dei calmanti o dei sonniferi per placarlo dai suoi attacchi... Insomma è ancora vivo, ma non l'ha presa affatto bene questa cosa del trasferimento... Stando a quello che mi ha raccontato Giulio, il giorno dopo che te ne sei andata lo ha chiamato chiedendogli di andare da lui il prima possibile. Appena arrivato si è precipitato in camera e lo ha trovato seduto alla scrivania mentre sniffava, gli ha fatto leggere la lettera e poi ha cercato di sfasciare casa, ma Giulio l'ha calmato e Giorgio è scoppiato in lacrime dicendo "Se n'è andata da me, mi ha lasciato solo..." e altre stronzate varie. Dopo quel giorno ha fatto così per una settimana intera, aveva i suoi attacchi di ira e Giulio doveva fargli iniezioni di sonniferi per calmarlo; a volte doveva anche chiamare gli altri per tenerlo fermo...»

«Okay, ho capito grazie.» la fermo per non sentire altro.

Mi sento tremendamente in colpa. Si è ridotto così solo a causa mia, è tornato il mostro di prima, ma mille volte peggio.
E fa male sapere tutte quelle cose.
Tanto male.

Mi asciugo il viso bagnato dalle lacrime e alzo lo sguardo verso il cielo cercando di calmarmi respirando profondamente.

«Mary è ora! Dobbiamo rientrare!» mi urla Iside informandomi che dobbiamo tornare al lavoro.

«Arriviamo!» guardo Alice e tutte e tre torniamo al bancone poco prima che annuncino gli ospiti di stasera.

«Bene ragazzi! L'attesa è finita! Date il vostro benvenuto agli ospiti di oggi! Sono in due, hanno fatto parecchia strada, sia individualmente che insieme -sbuffo annoiata- Milano date il vostro benvenuto a Mostro e LowLow!»

Sbianco e mi cade un bicchiere di mano andando in frantumi, ma nessuno se ne accorge per via delle urla dei ragazzi e delle solite ragazzine arrapate del cazzo.

Lui è qui? E io non ne sapevo nulla?

Giro il mio sguardo su Alice, la quale mi guarda come per chiedermi perdono.

E mentre i miei occhi incrociano per un attimo quelli di Giorgio, dentro di me si scatena un vortice di emozioni: rabbia, delusione, tristezza, colpevolezza, felicità e dolore.

Un cocktail che non offrirei a nessuno.

----SPAZIO AUTRICE----

Eccomi tornata!
Come primo capitolo ho cercato di riassumere un po' tutto quello che è successo a Giorgio nel racconto di Alice.
Lo so, sono fin troppo drammatica.
Ma ehy, dovreste saperlo che sono una scrittrice un po' pazza!
Spero che questo sequel abbia lo stesso successo del primo libro!
Buona lettura!

~Mary

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