~Capitolo 2~

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MOSTRO'S POV

Da quando quella mattina lessi quella lettera, non fui più lo stesso.

Perché me l'aveva tenuto nascosto? Perché ha fatto finta di nulla e non me ne ha parlato? Doveva veramente trasferirsi con i suoi a Milano oppure era una scusa per andarsene da me?

Ma sul serio pensi a certe cazzate?

Stai zitta tu. Nessuno ha chiesto la tua opinione.

Dopo allora ricominciai ad ubriacarmi, misi in affitto l'appartamento e andai a vivere da Giulio. Avevo ricominciato con "i vecchi vizi" tra cui andare a puttane; era uno dei pochi modi che avevo per non pensare ad Allison.

Una in particolare tornò, Alison. Non so come, ma le scrissi che aveva ragione, che se n'era andata e che avevo di nuovo bisogno di lei e lei, troia com'è, non se lo fece ripetere due volte.

Piano piano riuscii a dimenticarmi di Allison, ma solo perché passavo quasi ogni sera inginocchiato di fronte al cesso a vomitare l'anima per il troppo alcool.

Ogni tanto mi chiedevo se anche lei era cambiata o se era rimasta la stessa ragazza che avevo conosciuto circa un anno prima, ma un secondo dopo mi davo del coglione da solo e mi attaccavo nuovamente alla bottiglia o alla canna.

Quando seppi della data a Milano mi passò per la testa un'immagine di Allison, ma subito dopo svanì e non ne ebbi più memoria.

Non andrebbe mai a lavorare in un locale, forse mi ha anchesí già dimenticato e non si ricorderà neanche di quello che siamo stati, e so che anche io dovrei farlo, ma non ce la faccio, pensai.

Mi dovetti ricredere.

Quella sera arrivò, fummo presentati e salimmo subito dopo sul palco acclamati dal pubblico di fronte a noi. Allungai per sbaglio lo sguardo sul bancone del bar sentendomi osservato e la vidi.

Era lei.

Non era cambiata di una virgola.

Era sempre perfetta.

Ehm, terra chiama Mostro. Hai un concerto da fare, coglione. Pensa a cantare.

Per una volta servi a qualcosa.

Giulio mi svegliò dai miei pensieri e cominciammo a cantare, per tutto il resto della serata cercai di non guardarla e quasi spesso ci riuscivo.

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«Giorgio ci sei? Sembri posseduto da quando sei salito su quel palco...» dice Giulio svegliandomi dai miei pensieri.

«Bro ma hai visto chi cazzo c'era dietro quel fottuto bancone?!» sbraito contro di lui.

«Si, c'era All...cazzo. -realizza lui- Scusa bro, non m'era venuto in mente che tu...» si passa una mano tra i capelli nervoso.

Sospiro e faccio un altro tiro alla mia canna sperando che possa aiutarmi a distrarmi dal ricordo di quella scena quando la rividi dietro quel bancone dopo un anno.

Neanche a farlo apposta, esce dalla porta sul retro del locale proprio lei, Allison. Non ci vede, per fortuna, va alla staccionata e accende una sigaretta.

È appoggiata con i gomiti al tronco di legno sporsa leggermente in avanti con il culo in bella vista, testa china e gambe incrociate.

Indossa dei jeans chiari attillati che risaltano le sue gambe snelle e il suo fondoschiena, un top bianco che arriva poco sopra l'ombelico e un maglioncino nero leggero per via della brezza notturna.

È perfetta cazzo. È rimasta la stessa di un anno fa se non fosse per i capelli ora tinti ma perfetti lo stesso su di lei.

La smetti di farti film mentali? Mica la dovevi dimenticare?

Oh ma sta' zitta e non rompere una volta ogni tanto.

Mi giro verso Giulio che mi guarda divertito trattenendo le risate e io posiziono un dito sopra le mie labbra guardandolo in modo assassino come per dire "Parla e t'ammazzo coglione.".

Giulio continua a sorridere ma alza le mani in segno di resa e fa un tiro alla sua canna. Io faccio lo stesso, butto il mozzicone a terra e vado a farmi un giro per non dover restare lì a guardarle il culo.

ALLISON'S POV

Quando sono uscita sul retro per fumare ho visto i ragazzi, ma ho cercato di fare finta di niente e ho raggiunto la staccionata come se niente fosse e loro non esistessero.

Accesi la mia sigaretta e cominciai, involontariamente, a ripensare a quando stavo ancora a Roma con Giorgio.

Tutti i bei momenti, le difficoltà affrontate insieme, tutto.

Tutto quello che avevamo creato e che questo trasferimento aveva distrutto.

Tutto quello che non sarebbe più tornato indietro.

Tutto quello che vorrei potesse ricrearsi ma che in realtà non succederà mai.

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