ALLISON'S POV
Non riesco a dormire, nonostante siano le 3:41 di mattina. Le preoccupazioni di Giorgio si sono impossessate anche della mia mente, le sento in continuazione come un eco in mezzo alle montagne. E se avesse avuto ragione? Devo preoccuparmi davvero? O è solo la sua gelosia e la sua iperprotettività? Non so più a cosa pensare, ma di certo non posso passare tutta la notte a tormentarmi e a farmi paranoie inutili.
Lentamente mi alzo dal letto, afferro i primi vestiti che trovo in giro per la stanza per vestirmi, mi copro con la felpa di Giorgio infilando il pacchetto di sigarette nuovo nella tasca, mi infilo le scarpe e esco facendo meno rumore possibile per non farmi scoprire.
Mi mancavano queste scappatelle da casa in piena notte, di solito accadevano quando ero a casa di mia mamma e lei tornava a casa ubriaca anche alle 4 o le 5 di mattina, mentre Dafne dormiva, o almeno ci provava... La maggior parte delle volte dovevo aiutare mia mamma a salire le scale e portarla fino in camera sua, e non sempre senza qualche schiaffo da parte sua, mentre urlava ogni cosa possibile e immaginabile: dalle bestemmie alle accuse verso di me e mia sorella per la morte di nostro padre. Ovviamente cercavo di non darci troppo peso, ma sfido voi a non starci male e a trattenervi dal piangere.
Faccio un paio di passi allontanandomi sempre di più da casa fino ad arrivare ad un piccolo parco pubblico, costruito da poco e già frequentato da spacciatori e stupratori. Stranamente stanotte non c'è nessuno, quindi mi prendo la libertà di sedermi su uno di quei tavoli da pic-nic e di accendermi la mia Camel blu, faccio un lungo tiro e butto fuori tutto il fumo in una sola volta, cominciando a rilassarmi immediatamente.
Prendo il mano il telefono per vedere l'ora: 3:59. Cazzo. Sblocco lo schermo e apro l'elenco della musica: ho bisogno di rilassarmi il più possibile, anche se ciò vuol dire rischiare di essere scoperta.
Guardo l'elenco delle canzoni in ordine alfabetico: la prima voce è 5 Seconds Of Summer, passo; poi c'è una canzone di Breaking Benjamin, non mi va; Charlie Puth, nah. Vado avanti così fino a che non trovo i Green Day, "Wake me up when September ends": aggiudicata. Appena parte, la chitarra mi fa spuntare un piccolo sorriso e comincio a mimare le parole con la bocca.
"Summer has come and passed
The innocent can never last
Wake me up when September endsLike my fathers come to pass
Seven years has gone so fast
Wake me up when September endsHere comes the rain again
Falling from the stars
Drenched in my pain again
Becoming who we areAs my memory rests
But never forgets what I lost
Wake me up when September endsRing out the bells again
Like we did when spring began
Wake me up when September endsHere comes the rain again
Falling from the stars
Drenched in my pain again
Becoming who we are..."Mentre faccio gli ultimi tiri, riprendo il telefono in mano e seleziono la canzone successiva: "Whatever it takes" degli Imagine Dragons.
Sì, non ascolto sempre e solo rap, mi piace cambiare.
Nel mentre che parte la canzone, mi alzo in piedi e mi avvio verso l'uscita del parco; mi sto stranamente annoiando a stare seduta a fare niente nonostante sia stanca.
Spengo e butto il mozzicone nel cestino, solo perché è di fianco al cancello, e comincio a incamminarmi senza una meta precisa, l'importante per me in questo momento è avere qualcosa da fare per non concentrarmi troppo sui miei pensieri.
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Dopo circa tre quarti d'ora, decido di tornare cosciente e di cercare di capire dove sono finita. Continuo a guardarmi attorno ma non riesco a capire in quale vietta del cazzo mi sono infilata. Guardo il telefono: ore 4:48, batteria 13%.
Sono fottuta.
Comincio ad andare in ansia perché so che, con un livello di batteria così basso, se dovessi aprire Google Maps per capirci qualcosa in più, la batteria precipiterebbe al 5% e si spegnerebbe nei successivi 2 minuti, se mi va bene.
Quindi continuo a guardarmi attorno, ma non trovando il nome della via decido di andare fino alla fine di essa sperando di spuntare in un luogo riconoscibile.
Voglio dire, ho passato quasi tutta la mia vita in questa città, è possibile che abbia così poco senso dell'orientamento tutto ad un tratto?
Arrivata alla fine di questa maledetta via, mi ritrovo in una piccola piazza nella quale c'è un piccolo gruppo di persone; probabilmente sono tutti strafatti. Ad un tratto si girano tutti verso di me e tra quei visi sconosciuti riesco a riconoscerne uno, con grande sorpresa.
«Luca..?»
«Allison? Che ci fai qui?»
«Mi sono persa... Non è che mi potresti accompagnare a casa?»
Non se lo fa ripetere due volte e mi viene subito incontro a passo svelto, mi afferra per il braccio e ci allontaniamo da quella piazza e da quel gruppo di ragazzi. Il suo sguardo è tremendamente serio e preoccupato, come se non volesse che io stessi lì, come se sapesse che se non ci fosse stato lui a questo punto mi sarebbe potuto succedere qualcosa di molto peggio.
«Mi spieghi come hai fatto a finire in quel posto?»
«Non lo so, davvero, stavo facendo un giro mentre ascoltavo la musica e ad un certo punto mi sono resa conto di essermi persa...»
Non mi risponde neanche e si ricorda di lasciarmi il braccio solo quando emetto un leggero lamento per quanto fosse stretta la sua presa, sussurrandomi "Scusa" in modo distratto, come se fosse una risposta automatica elaborata dal suo cervello.
Una volta arrivati sotto casa mia, dopo aver camminato venti minuti buoni senza proferire parola, decido di rompere il silenzio.
«Grazie mille Luca, mi spiace averti disturbato mentre eri con i tuoi amici..»
«Quelli non sono miei amici, sono semplicemente dei tizi che conosco.» risponde lui in modo freddo.
«Beh, mi spiace lo stesso, ti devo un favore.»
«Non ti preoccupare, l'importante è che tu stia bene. Ora devo andare, ci vediamo Allison.»
Così dicendo, prima che io riesca a rispondergli, si gira e se ne va.
Cos'ha quel ragazzo? Perché si è comportato in quel modo? Sembrava quasi arrabbiato...
SAC1'S POV
Perché quella ragazza deve sempre apparire nei momenti meno opportuni? Non mi aspettavo di certo di trovarla da quelle parti a quell'ora, mi ha quasi beccato mentre stavo discutendo del piano mio e di Mattia con quei suoi "amici", che per me sono solo dei spaccini del cazzo.
Non so cosa mi sia preso in quel momento, ma è come se la poca coca che avevo in corpo avesse smesso di circolare in un attimo e non ho potuto dire di no quando mi ha chiesto di riportarla a casa, è stata come una reazione istintiva.
Ammetto di essere stato un po' freddo con lei una volta riportata a casa, ma non potevo di certo fare finta di niente.
Tra l'altro, io odio gli imprevisti.
E lei è uno di quelli.
Per questo si merita quello che le sta per accadere.
----SPAZIO AUTRICE----
Pensavate che non avrei più continuato, eh?
Ammettetelo, pensavate che me ne fossi dimenticata... E INVECE NOÈ stato solo un periodaccio da due anni a questa parte, quindi avevo altre priorità e impegni... Spero che questo basti a farmi perdonare, almeno un minimo TwT
VI GIURO SOLENNEMENTE CHE UNA VOLTA FATTA LA MATURITÀ MI IMPEGNERÒ A DARVI QUALCHE ALTRO CAPITOLO DURANTE L'ESTATE, MI IMPEGNERÒ SERIAMENTE
Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate, se vi era mancata la storia e cosa vorreste leggere (qualcosa in più/in meno, più dettagli/personaggi in un episodio ecc..) nei prossimi capitoli!
~Mary🌹
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Non mi scorderai mai.
FanfictionSequel di "Il Figlio del Diavolo" È passato quasi un anno da quando Allison si è trasferita con la famiglia a Milano lasciando la sua migliore amica, la sua infanzia e il suo ragazzo a Roma. Si è fatta una nuova vita e delle nuove amicizie. Giorgio...