È come fare un salto indietro nel tempo: stesso parco, stesso albero, stessa compagnia.
Non riesco a smettere di sorridere, è più forte di me. E poi ogni volta che rimango con l'espressione seria troppo a lungo perché mi perdo tra i miei pensieri, ci pensa Giorgio a farmi sorridere con un bacio o anche una semplice carezza.
«Ti mancava questo posto?» mi chiede spostandomi i capelli dietro l'orecchio e baciandomi il collo.
«Mi mancava soprattutto qualcuno che mi rompeva sempre le scatole facendomi il solletico.» dico con un sorrisetto ironico prendendolo in giro.
«Ehy! Lo faccio solo per vederti felice! Fai paura quando hai il viso da seria..»
«Da quando tu hai paura di qualcosa?»
«Da quando la mia paura più grande si è avverata, cioè quella di perderti, e non voglio che riaccada mai più.» mi guarda negli occhi accarezzandomi la guancia e lasciando un dolce e leggero bacio sulle mie labbra.
«Mi dispiace di essermene andata... Credimi, non c'è stata notte in cui io non abbia pensato a quale potesse essere la tua reazione...» ammetto mortificata.
«E io ti posso giurare che non c'è stato giorno in cui io abbia mai smesso di sperare che tu tornassi da me.» anche la sua voce è tremendamente triste e seria.
Annuisco debolmente e per un po' tra noi regna nuovamente il silenzio. L'unico rumore di sottofondo sono le foglie mosse dal vento che scombina anche i miei capelli.
«Perché non me l'hai detto e basta? Perché tenermelo nascosto fino all'ultimo per poi sparire nel nulla?»
Non riesco a reggere il suo sguardo quindi guardo altrove, ma lui mi sposta il mento costringendomi a guardarlo.
«Volevo semplicemente godermi gli ultimi giorni insieme a te come al solito, senza il costante pensiero che di lì a poco non ti avrei più rivisto... Pensavo avrebbe fatto meno male, anche se poi ha fatto male uguale... Non lo sapeva nessuno, neanche Jennifer, la mia ex migliore amica, né Giulio né Alice, nessuno... -mi fermai per asciugarmi le lacrime e riprendere fiato- Era tutto perfettamente calcolato: nessuno l'avrebbe saputo, nessuno si sarebbe più ricordato di me e nessuno poteva più cercarmi... E invece tu eri sempre lì anche se non c'eri. Sempre. A scuola, in camera mia, in giro... I sensi di colpa e gli incubi mi divoravano poco a poco, causandomi anche l'insonnia per un certo periodo... Io non...non...»
Mi butto tra le braccia di Giorgio singhiozzando rumorosamente e piangendo tutte le lacrime che dovevo piangere; anche lui sta piangendo. Ricordare tutte quelle allucinazioni, tutti quegli incubi e le cazzate che ne derivarono, mi causò un crollo emotivo.
Mentre il ragazzo di fronte a me mi stringe e cerca di tranquillizzarmi, piano piano smetto di piangere e mi calmo sul serio.
«Anche io ti vedevo ovunque andassi: in centro, a casa di Giulio, da Briga, in studio... Ovunque... -lo stringo ancora più forte e lui fa lo stesso- Mi sei mancata tanto piccola...»
«Anche tu mi sei mancato troppo...»
Mi stacco da lui e mi asciuga le lacrime sorridendomi, ci baciamo e rimaniamo in silenzio in modo che i nostri respiri e le nostre anime parlino da sole.
«Ti amo Giorgio...»
«Ti amo anche io Allison...»
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Mentre messaggio un po' col nanetto prendendolo in giro, ad un tratto Giorgio si avvicina a me e mi bacia la testa.
«Ti va di venire a fare un bagno? La vasca è gia piena...» mi sussurra all'orecchio.
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Non mi scorderai mai.
FanfictionSequel di "Il Figlio del Diavolo" È passato quasi un anno da quando Allison si è trasferita con la famiglia a Milano lasciando la sua migliore amica, la sua infanzia e il suo ragazzo a Roma. Si è fatta una nuova vita e delle nuove amicizie. Giorgio...