Finalmente a casa.
Non avrei mai immaginato che questa casa mi sarebbe mancata così tanto, nonostante non ci tornassi da solo pochi mesi.
Tutto è esattamente come me lo ricordavo, o quasi. Mi accorgo che qualche mobile è stato sostituito, ma mi sarei stupita del contrario.
Non riesco neanche ad immaginare come abbia reagito a quella mia lettera, anche se una vaga idea ce l'ho... Al solo pensiero, una lacrima esce dal mio occhio destro e scende fino allo zigomo.
Ad un punto sento la mano di Giorgio sulla mia spalla, mi giro e il mio sguardo incontra il suo sorriso che fa alzare gli angoli della bocca anche a me. Quando si allontana mi affretto ad asciugare quella sola lacrima, per evitare che se ne accorga.
Una volta lasciati da parte quei pensieri, mi dirigo verso la camera da letto e ispeziono con lo sguardo anche questa: in quanto all'arredamento è rimasta perfettamente intatta, l'odore di fumo prevade in tutta la casa, ma in modo particolare in questa stanza. Il mio sguardo si blocca su un pezzo di foglio ripiegato su se stesso che riconosco subito e il nodo allo stomaco di prima non tarda a tornare. Mi avvicino al comò e sfioro il foglio con la punta delle dita per poi raccoglierlo, riaprirlo e rileggere alcune righe.
«Sai, nonostante tutti i pensieri fatti e tutti i piani a proposito di come disfarmene, non ho mai avuto il coraggio di farlo, perché era l'unico ricordo che mi era rimasto di te e una piccola parte di me era convinta che se l'avessi tenuta un giorno saresti tornata da me... Sembra che abbia funzionato, in qualche modo, non credi?»
Mi ero concentrata così tanto su quel foglietto che non avevo sentito Giorgio entrare in camera. Dopo quelle parole, vedo delle lacrime scavare il suo viso e la morsa nel mio stomaco si fa ancora più fitta.
Mi precipito tra le sue braccia e lascio che le lacrime scendano senza alcun freno, poco dopo sento che lui fa lo stesso.
Credo ne avessimo bisogno entrambi, di quelle lacrime quasi liberatorie, di rivivere quelle emozioni insieme per poterci sostenere a vicenda come facevamo prima.
Perdo totalmente la cognizione del tempo e dello spazio in quel momento che per me potrebbe essere durato un'eternità. Stare tra le sue braccia mi fa questo effetto: tutto ciò che mi circonda svanisce e mi abbandono a quella sensazione di essere a casa che solo lui mi sa dare.
Dopo un po' sento che lui lascia la presa, ma io non voglio staccarmi quindi lo stringo ancora più forte facendogli scappare una mezza risata. Allora mi alza il mento con un dito e ci ritroviamo a guardare uno gli occhi rossi dell'altro, ma nonostante ciò Giorgio non smette di sorridere, anzi mi sussurra un «Sei bellissima» nell'orecchio, facendo sorridere anche me, per poi cominciare a baciarmi appassionatamente. Successivamente mi prende in braccio e mi fa sdraiare sul letto, lasciando una lunga fila di baci, che vanno dal mio petto al mio ventre, man mano che slaccia i bottoni della mia camicetta. Quando fa per slacciarmi i pantaloni, lo fermo e mi metto seduta e gli tolgo la maglietta, per poi invitarlo a mettersi nuovamente sopra di me. In un attimo sono di nuovo sdraiata sul letto e lui è situato a cavalcioni sopra di me mentre le nostre lingue continuano ad inseguirsi e i nostri respiri si fanno sempre più affannati.
Una manciata di secondi più tardi, sentiamo il citofono che ci spaventa e ci interrompe. Sospiriamo e ridiamo contemporaneamente per poi fare finta di niente e ricominciare a baciarci, ma non appena il citofono suona una seconda volta Giorgio si alza dirigendosi verso la porta e io mi affretto a mettermi una maglietta. Nel mentre che cerco quest'ultima nella valigia, sento il mio ragazzo che esclama qualcosa in un tono allegro, ma senza capire precisamente cosa.
Dopo aver trovato una maglietta del pigiama la indosso il più velocemente possibile, mi dò una sistemata veloce ai capelli e mi avvio verso l'ingresso, dove trovo Luca che appena mi vede mi sorride affettuosamente.
«Ciao principessa! Come stai?» mi domanda, continuando a sorridere.
Io salto la parte colloquiale e gli corro incontro per poi saltargli in braccio. Lui mi afferra al volo e mi stringe a sé in un caldo abbraccio. Sembra assurdo, ma nel periodo in cui sono stata a Milano, soprattutto all'inizio, quando ero "in crisi", lui è stato l'unico della Honiro con cui sono rimasta in contatto: passavamo sere intere al telefono, tranne quando usciva con i suoi amici o entrambi dovevamo lavorare, ovvio, ma nonostante tutto, siamo rimasti molto amici. Giorgio lo sapeva, gliel'avevo raccontato durate il viaggio in treno verso casa e lui è stato molto comprensivo, per questo ora era lì a ridacchiare con Luca.
Dopo un po' mi mette giù, ma il suo sorriso non se ne va dalle sue labbra, nemmeno rivolgendosi a Giorgio.
«Allora ragazzi, avevate dei programmi per la serata?» ci chiede il biondo davanti a noi.
«Beh...-»
«In verità no, perché? Tu cos'hai da proporci?» mi interrompe Giorgio.
«Mah niente di che, c'è mia cugina in città per un paio di giorni, quindi le ho promesso di portarla in giro stasera... Volete venire anche voi?»
«In verità-»
«Perché no? Non è una cattiva idea-»
«Scusate, posso parlare anche io o non esisto?» mi intrometto, interrompendo a mia volta il mio ragazzo, facendo ridere entrambi.
«Sentiamo, cosa vuoi tu piccola nanetta?» mi prende in giro Giorgio lasciandomi un bacio sulla fronte, giusto per ribadire il fatto che sono più bassa di lui.
«Io vorrei stare a casa... Devo ancora disfare le valigie e sono stanca per via del viaggio... Ti spiace se facciamo domani, Luca?» gli chiedo facendo gli occhioni.
«Non c'è problema, allora ci vediamo domani ragazzi!» dice salutandoci accompagnato da un gesto della mano e dirigendosi verso l'uscita.
«A domani!» lo salutiamo entrambi contemporaneamente.
Una volta chiusa la porta, Giorgio mi guarda maliziosamente e un secondo dopo comincia a farmi il solletico. Io allora mi metto a correre per tutto il soggiorno per cercare di scappare dalla sua presa.
«Cos'è questa storia che salti in braccio ai miei amici e non a me?» dice in tono scherzoso.
Io non gli rispondo, anzi continuo a scappare da lui fino a quando non raggiungo la camera da letto, dove mi riesco a chiudere a chiave prima che lui riesca ad arrivare.
«Apri nanetta, tanto prima o poi dovrai uscire! Altrimenti sfondo la porta!»
Nel frattempo...
----SPAZIO AUTRICE----
SPERAVATE CHE CONTINUAVA, EH?
e invece no, aspetterete un altro po'.Come state? Io...non importa a nessuno, siamo seri.😇
Comunque, vi ringrazio tantissimo per il supporto che continuate a dare a questa storia e per l'enorme pazienza: vi prometto che cercherò di aggiornare il più presto possibile, ma il problema vero è che spesso mi ritrovo senza ispirazione e quindi ogni tanto magari scrivo qualche appunto sulla bozza e poi non mi ricordo cosa volevo scrivere, quindi ci metto il triplo del tempo...
MA NON VI ABBANDONO, LO PROMETTO.
grazie soprattutto ai "nuovi" lettori, oltre a quelli "vecchi", siete voi che mi convincete a non mollare.💕
Se riesco, aggiorno entro settimana prossima, ABBIATE FEDE.
~Mary
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Non mi scorderai mai.
FanfictionSequel di "Il Figlio del Diavolo" È passato quasi un anno da quando Allison si è trasferita con la famiglia a Milano lasciando la sua migliore amica, la sua infanzia e il suo ragazzo a Roma. Si è fatta una nuova vita e delle nuove amicizie. Giorgio...