Capitolo 1

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[Louis' POV]

"Siamo tornati!" urla zia Karen non appena apre la porta della grande casa; immediatamente sento dei passi scendere le scale e un sorriso si fa strada sul mio volto quando vedo affiorare mio cugino.

"Loueh!" grida correndo verso di me e praticamente placcandomi, prima che io possa anche solo varcare la soglia.

"Liam! Staccati!" ridacchio, spingendolo via dopo qualche secondo e lui fa un passo indietro, il largo sorriso sul suo volto combacia il mio.

Io e Liam eravamo molto legati quando eravamo più piccoli, quando ancora vivevamo a Doncaster. Eravamo praticamente fratelli e anche quando si era trasferito eravamo rimasti in contatto via Facebook e messaggi, ma qualche anno fa (dopo che si dichiarò bisessuale) i miei genitori mi proibirono di parlagli. Dicevano fosse "fonte di guai" e "nel giro sbagliato" e che quindi non avrei dovuto avere niente a che fare con lui. Credevo intendessero facesse uso di droghe o qualcosa del genere, e non fu fino a poco tempo fa che capii cosa volessero dire realmente.

"Mi sei mancato!" mi dice e io sorrido.

"Anche tu mi sei mancato Lì! Come stai?"

"Meravigliosamente! Tu?"

"Meglio ora che sono qui." Gli dico con sincerità e il suo sorriso diventa comprensivo.

"Mi dispiace per i tuoi genitori."

"A me no." rispondo fermamente. "Quei due idioti possono marcire all'inferno per quanto mi riguarda. Non ho bisogno di loro, preferisco vivere con persone che mi vogliono veramente e che rispettano che io ami chi amo."

Il suo sorriso si allarga. "Allora sei venuto nel posto giusto!" si allontana ulteriormente da me in modo da poter lasciare un bacio sulla guancia di zia Karen, afferrare la mia borsa (che lei aveva insistito ancora una volta a portare) e lanciarsela in spalla. "Andiamo! Ti mostro la tua camera!" si volta e comincia a salire nuovamente le scale, io lo seguo a ruota.

Mentre ci dirigiamo verso il secondo piano, non riesco a fare a meno di notare tutte le foto incorniciate e appese al muro della scala. "Aspetta." Mi interrompo, allungando una mano per poggiarla sul braccio di mio cugino e costringerlo a fermarsi a sua volta. "Quello sono io?" chiedo, indicando una foto a me familiare di un adolescente con i capelli marroni e due brillanti occhi azzurri che indossa una maglia a righe e dei chinos sostenuti da delle bretelle e che cerca di sollevare un peso chiaramente fin troppo grosso per i suoi muscoli inesistenti.

"Sì! Ricordi che lo fatta quando sono venuto a fare visita? Avevamo quindi anni e tu decidesti di metterti in mostra dicendo che eri in grado di sollevare quella cosa, ma ti sei quasi rotto la schiena provandoci." Ride e io gli lancio uno sguardo truce.

"Beh, scommetto che ora riuscirei a sollevarlo!" protesto, gonfiando il petto.

Lui alza semplicemente gli occhi al cielo. "Certo, certo sig. Muscoloso." Ridacchia e gli colpisco una spalla. "Oi ahia! Attento, oggi ho fatto le vaccinazioni per i viaggi internazionali."

Mi acciglio. "Vaccinazioni per i viaggi internazionali?"

"Già. Tra un paio di mesi vado in Ecuador." Mi dice e alzo le sopracciglia.

"Aspetta... Ecuador? Tipo in Sud America?"

"Da qui le vaccinazioni." Spiega. "Ne ho dovuto fare uno per il tifo e l'epatite A, uno per la meningite e uno per la febbre gialla." Mi guarda con serietà. "Lascia che te lo dica, quello per la febbre gialla fa male come la merda. Mi sento come se il mio braccio stesse per staccarsi."

Hold On To Me (Larry Stylinson AU boyxboy // Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora