Quando quella mattina, Louis si svegliò, si sentì avvolto da un nuovo calore. Un tipo di calore che non aveva mai provato in vita sua. Appena sveglio, la sua mente non funzionava nella maniera più corretta, così, si chiese il perché di quel piacevole calore, che non era dato dalle sue solite fredde coperte.
Aprì gli occhi che aveva tenuto chiusi per un po', ritrovandosi il viso di Harry a pochi centimetri dal suo.
I suoi occhioni azzurri si spalancarono, ma al contrario di come avrebbe fatto un'altra persona, non si districò.
Anzi, rimase a fissare quella bellezza difronte la sua vista, non riuscendo neanche a deglutire correttamente.
Le labbra di Harry, le quali rilasciavano dei dolcissimi sbuffi caldi, erano protese in avanti, facendole sembrare piegate in un broncio.
Louis non riuscì ad evitare di sorridere con una strana dolcezza. Strana perché era decisamente troppa, per lui.
Protese in avanti le sue dita tremolanti, e sfiorò il viso di Harry. Era così soffice, morbido e liscio. Sembrava la pelle di un bambino. Il suo palmo si fece più avanti, fino a chiudere a coppa la sua mano sulla guancia di Harry, il quale emise un grugnito. Louis sussultò, ritirando la mano. Ma quando vide che Harry ancora non si fosse svegliato, riportò la mano sul viso del ragazzo-robot, carezzandolo con quella stessa dolcezza di prima, e continuò, anche quando Harry aprì gli occhi verdi e lui non se ne accorse.
«Buongiorno.» fece lui, con la sua voce ancor più roca, dal mattino.
Questa volta, Louis, preso di paura, gettò quello che doveva essere un verso di spavento, ma parve essere più un gridolino. Ma comunque, la sua mano rimase immobile sul viso di Harry.
Quest'ultimo, ridacchiò, osservando Louis, senza dire nulla. Ma poi, tirò fuori dalle coperte una delle sue due mani e afferrò quella di Louis, per portarsela alle labbra e baciarne le nocche.
Louis rimase senza parole, senza respiro, ma pieno di pensieri riguardo Harry, che essendo troppi, si accavallavano e lo mandavano i confusione.
«E' ora di alzarsi.» sorrise, Harry, con le labbra sulla pelle del ragazzo dagli occhi azzurri.
Erano le dieci del mattino quando, puliti e vestiti, Louis ed Harry arrivarono in cucina, non trovando nessuno, se non un biglietto sul tavolo, insieme a quella che sembrò essere la loro colazione.
"Louis, cuore di mamma, io e papà stiamo uscendo a fare un po' di spese, dato che il nostro frigorifero iniziava a svuotarsi. Ci vediamo più tardi! Baci!"
Bene, quindi lui ed Harry avrebbero dovuto fare colazione da soli. In casa. Da soli.
Il ragazzo prese un gran respiro, e si voltò verso il ragazzo-robot, il quale gli sorrideva, ancora appoggiato allo stipite della porta. Ricambiò il sorriso, nervosamente, e si sedette in una delle sedie, difronte al tavolo. Su di esso c'erano solo dei cornetti e due spremute d'arancia, e a quella vista, la pancia di Louis, iniziò ad esultare, felice.
Quando Harry lo raggiunse, portando la sedia attaccata alla sua e sedendosi su essa, Louis si voltò verso di lui, ritrovandoselo a pochi centimetri dal suo viso, proprio come quando aprì gli occhi quella mattina.
«Con quale farcitura lo preferisci il cornetto? C'è crema, cioccolato, panna...» improvvisò Louis, senza staccare lo sguardo dagli occhi smeraldini di Harry.
«Crema, grazie.» rispose Harry, non avendo affatto l'intenzione di distogliere lo sguardo da quello di Louis.
Louis annuì, rimanendo imbambolato ad osservare il ragazzo-robot.
«Louis.» disse, Harry.
«Sì?..» chiese Louis, alternando lo sguardo tra le labbra e gli occhi di Harry.
«Il cornetto...» ridacchiò, Harry, interrompendo quegli sguardi, per indicare i cornetti sul vassoio.
E in quel momento, Louis, si "risvegliò". «Oh, già!» esclamò, prendendo un cornetto per Harry e uno per lui. «Tieni.» glielo porse, sorridendo.
Harry lo afferrò e lo ringraziò.
Quella colazione passò così: Loro che si scambiavano sguardi e sorrisi silenziosi, mentre mangiavano cornetti e bevevano spremuta d'arancia.
Quando finirono, si lavarono le mani nel lavabo della cucina, e, dopo aver messo i cappotti che erano appesi sull'attaccapanni, uscirono di casa.
Iniziarono ad inoltrarsi nelle strade fredde di Londra, verso il bravo tatuatore di Louis.
«Questo cappotto ti sta così stretto, Harry. Avrei dovuto dartene un altro. Magari uno di quelli di mio padre!» rise Louis, prendendo Harry sottobraccio e stringendosi a lui. Ma per il freddo, ovviamente.
Harry sorrise, urtando con delicatezza la spalla contro quella di Louis. «Questo va bene, Louis. Ha il tuo profumo.»
E Louis che fece? Arrossì. Harry dovette accorgersene, perché scoppiò in una risata che riscaldò il cuore di Louis. Forse non faceva poi così freddo.
«Mi stai prendendo in giro?» chiese Louis, aggrottando le sopracciglia.
Harry scosse la testa, sorridendo ampiamente, voltandosi verso di Louis. «E' solo che sei tenero quando arrossisci.» disse.
Louis trovò della dolcezza, in quella voce.
«Grazie mille, Mr. Harry.» cercò di trattenere un sorriso, ma quel rossore sul viso era ancora presente, in una forma più acuta. Sperò solo che nessuno dei passanti per strada, lo avesse paragonato ad Heidi.
Si fermarono davanti al negozio di body art e Louis si voltò verso Harry, richiamando la sua attenzione. «Ne sei davvero sicuro, Harry?» gli chiese.
Harry lo guardò sorridente, con la sicurezza trapelabile dai suoi occhi. «Entriamo.» confermò.
Entrarono nel negozio, e una figura maschile fece la sua entrata nella stanza.
«Hey, buongiorno, Louis! Che ci fai qua?» chiese quello, avvicinandosi a Louis, per poi battere un pugno contro il suo. Harry aggrottò le sopracciglia, osservando attentamente quell'uomo.
«Ciao, Tom! Lui è Harry, e vorrebbe fare il suo primo tatuaggio.» disse, Louis, facendo presentare i due.
«Uh, un nuovo amico, Lou?» chiese Tom, andando verso quella sottospecie di tavolinetto, pronto a preparare l'inchiostro.
Harry aggrottò maggiormente le sopracciglia, pronto a dire qualcosa, ma Louis «Il mio amico Harry.» lo anticipò.
Tom annuì, sorridente. Aveva i capelli rossi, di un colore abbastanza ramato, e gli occhi castani. Il suo corpo era chiazzato di tatuaggi e sembrava avere un sorriso gentile.
«Sai già che cosa farti tatuare, Harry?» chiese, Tom, invitandolo a sedersi sulla poltroncina di colore rosso e a togliersi il cappotto.
«Un cuore.» rispose Harry.
Tom sollevò le sopracciglia, ridacchiando appena per la risposta appena ricevuta. «Un cuore?»
L'espressione di Louis sembrò farsi preoccupata; non riuscì a capire se Tom lo stesse, in qualche modo, prendendo in giro, oppure no.
«Sì, un cuore.» Lo fulminò Harry, con lo sguardo.
«Perché mai un ragazzo vorrebbe farsi tatuare un cuore?» gli chiese, ancora, Tom.
«Perché vuole che combaci alla freccia che mi hai fatto sul braccio, Tom.» prese le difese, Louis.
Tom sbarrò gli occhi, sollevando lo sguardo verso Louis, curioso. Ma il ragazzo sembrò non volergli dare spiegazioni. La sua mascella era contratta e Tom preferì non approfondire quell'argomento. Che Louis si fosse offeso?
«Bene. Non sarà difficile fare un piccolissimo cuore. Va bene sul braccio?» chiese Tom , preparando la sua macchina per tatuaggi.
Harry annuì, scoprendo il braccio e poggiandolo sul tavolino.
«Sì, Tom. Ma non voglio un semplice cuore. Voglio un vero e proprio cuore, come li vedi sui libri di scienze.»
N/A:
Ciao a tutti! Ecco, adesso ho davvero postato il settimo capitolo.
Spero non ci siano errori e che vi sia piaciuto.
Ditemi un po': C'è qualche film che desiderereste vedere? Che ancora deve uscire, intendo.
Adesso mi dileguo.
Dio benedica, ora e per sempre, voi, la vostra famiglia e i vostri cari.
Bacetti.
A presto.
-Aurora. xx
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Robot. || Larry Stylinson.
Fanfiction"I robot non proveranno mai emozioni." -Phil Maguire.