Toc toc toc.
Harry sporse il viso e lasciò un lievissimo bacio sulla guancia di Louis, il quale rimase immobile per indeterminati secondi. Poi sentì il calore di Harry allontanarsi e le sue braccia slacciarsi dal suo busto e si riprese.
«Vai ad aprire, Louis, per favore. Hanno bussato.» sorrise al ragazzo, per poi abbassarsi e prendere i vestiti che aveva fatto cadere a Louis.
Louis lo osservò, per poi annuire quando sentì bussare nuovamente alla porta.
Poggiò una delle due mani sulla maniglia d'alluminio e aprì, trovando una Johanna con i capelli legati e un ampio sorriso.
«Mamma!» esclamò Louis, sorridente. «Che succede?»
«Oh, nulla di importante!» rispose la donna. «Solo che, dato non ho potuto cucinare stamattina, indovina che ho comprato.» ondeggiò le spalle, distendendo le braccia, facendo ridacchiare il figlio.
«Pollo allo spiedo e patatine fritte?» chiese poi, Louis, a quel punto, rispondendo in tono canzonatorio.
Johanna applaudì, annuendo con enfasi. «Bravo Louis!»
Nel frattempo Harry si era avvicinato, con ancora i vestiti di Louis tra le braccia, per ascoltare con curiosità la conversazione tra Louis e Johanna.
Louis esultò, neanche avesse segnato il Manchester City.
«Vi andrebbe bene se vi salissi dei vassoi e mangiaste qui in camera?» chiese la donna, allegra.
Louis assottigliò gli occhi. «Oggi sembra che tu e papà vogliate sbarazzavi di noi in qualche modo!» scherzò.
Johanna scosse la testa, facendo una dolce carezza sulla guancia del figlio. «Non essere sciocco. Mi era solo sembrata una buona idea!»
«Ma infatti è una buona idea.» mormorò Louis, voltandosi verso Harry, il quale stava sorridendo a mezza bocca, facendo formare una delle sue fossette. «Vero Harry?»
«Concordo.» rispose semplicemente, guardando Louis intensamente come solo lui poteva fare.
«Bene! Allora vado a preparare tutto. E, Louis, per favore, vatti a vestire, non voglio ti venga un raffreddore.» e con quello, si dileguò.
«Ecco a te i vestiti, Louis.»
Louis prese i suoi vestiti tra le mani e ringraziò Harry. «Vado a vestirmi. Nel frattempo, se vuoi, puoi continuare a stare con il pc o mettere della musica. Insomma, quello che vuoi.» gli sorrise e, voltandosi, si diresse in bagno.
Harry rimase fermo sullo stipite della porta fin quando l'immagine di Louis non rientrò più nella sua vista.
Si morse il labbro inferiore voltandosi e guardandosi attorno. Decise che avrebbe usato di nuovo il computer e magari cercato qualche canzone.
Prese il pc, il quale era in stand-by, e si sedette sul letto, mettendolo sulle ginocchia. Premette un tasto a caso sulla tastiera per illuminare il desktop e aprì una nuova pagina.
Guardò nella barra dei preferiti e vide "YouTube", chiedendosi cosa fosse. Harry pensò fosse un sito per tubature, ma incuriosito, cliccò su esso.
Spuntarono quelle che al ragazzo-robot sembrarono immagini con dei titoli, e usò la scrollbar per andare giù, fin quando non vide "Arctic Monkeys – Arabella (Official Video)". Ah, è un sito per guardare video e ascoltare musica, pensò Harry, finalmente comprendendo. Cliccò sulla miniatura e aspettò che il video caricasse, per poi guardarlo con attenzione una volta iniziato.
Harry assottigliò gli occhi, osservando Alex Turner. Di certo non se lo sarebbe mai immaginato così.
Sorrise divertito, tamburellando l'indice, a ritmo di musica, sul pc.
Poi il suo sguardo si spostò a destra, dove lesse "A seguire". Sotto quella scritta c'erano altre miniature, tra le quali c'era una certa "The Neighbourhood – Sweater Wheather" e cliccò su essa.
Guardò il video e ascoltò la canzone, apprezzando molto la musicalità. «Sono bravi.» disse ad alta voce, tra sé e sé. Proprio in quel momento Louis rientrò in camera, ma Harry non se ne accorse.
«Già!» esclamò il ragazzo dagli occhi azzurri. Harry sussultò, alzando di scatto lo sguardo verso Louis.
Spavento.
Louis sorrise. «Scusa, Harry, non volevo spaventarti!» si avvicinò al ragazzo-robot e si sedette accanto a lui, guardando il video che stava per finire.
Harry si voltò verso di lui. «Non sapevo che si potessero sentire le canzoni dal web.»
«Ora lo sai.» ridacchiò, Louis, voltandosi a sua volta verso Harry.
Si guardarono senza fiatare. Sweater Weather in sottofondo, i loro visi vicini, i loro fiati mischiati.
Toc toc toc.
«Stavolta tocca a te aprire la porta.» sussurrò il ragazzo dagli occhi azzurri, trattenendo una risata.
Harry sospirò e si alzò dal letto. Si avvicinò alla porta e la aprì, per poi lasciare entrare la signora Tomlinson con un gran vassoio tra le mani.
Louis si alzò dal letto e spostò il pc, poggiandolo sulla scrivania. Si avvicinò alla madre, prese il vassoio e lo poggiò sul letto, facendo attenzione a non far cadere nulla. «Grazie, mamma.» le lasciò un bacio sulla guancia.
«Di niente, LouLou. Buon pranzo!»
I due ragazzi ringraziarono contemporaneamente e augurarono buon pranzo ai genitori di Louis.
«Su, Harry, apri la bocca!» rise Louis, avanzando sempre di più una patatina fritta nella direzione delle labbra di Harry.
La musica era ancora nell'aria, la pagina di Spotify aperta e la radio degli Arctic Monkeys in riproduzione.
«Louis, no, per favore! Sono sazio!» si lamentò Harry, tappandosi la bocca con entrambe le mani.
Louis sollevò le sopracciglia e mangiò quella patatina fritta. «Bene! Allora le mangerò io!»
Harry spostò le mani. «Come fai a non essere sazio?»
Louis inghiottì e prese un tovagliolo per pulirsi le labbra. «Perché io amo le patatine fritte.»
«Questa non sembra una motivazione! Hai comunque mangiato tanto.» rise, il ragazzo-robot.
Louis si bloccò per un attimo. Beh, dopotutto Harry non aveva così tanto torto.
Ma Louis non riusciva a saziarsi con le patatine fritte. Ne voleva sempre di più, anche se ne avesse mangiate molte.
Un po' come la presenza di Harry.
Louis non riusciva a saziarsi della presenza del ragazzo-robot. E nonostante Harry passasse quasi tutte le ventiquattro ore accanto a lui, Louis voleva Harry vicino sé per tutti i secondi, tutti i minuti, tutte le ore della giornata.
Non riusciva ancora a capire cosa gli stesse facendo quel ragazzo-robot, ma si sentiva impazzire.
«Lo so, Harry. Ma quando ami qualcosa o qualcuno non ti stanchi mai.» mormorò, senza riuscire a frenare quelle parole. Che gli stava succedendo?
Harry rimase in silenzio, guardando attentamente Louis. Non riuscì a spiccare parola dopo quello che disse Louis, ma il suo stomaco riuscì a contorcersi. Quella non era fame, no. Quello era altro. Qualcosa che Harry non riuscì a riconoscere, nonostante fosse un robot. Eppure i robot riescono a riconoscere molte cose.
Si sentiva così Louis quando mangiava le patatine fritte?
Louis abbassò lo sguardo, poggiando il tovagliolo accartocciato sul vassoio.
Rimase con lo sguardo basso, non riuscendo a dire più nulla.
La musica continuava ad esserci, ma nessuno dei due riusciva a sentirla bene, essendo disturbati da qualcosa che sembrava il battito di un cuore.
Harry avvicinò una mano a Louis e poggiò due dita sotto il suo mento, facendogli sollevare il viso.
I loro occhi si incontrarono, o meglio, scontrarono. Fu un movimento brusco, ma non fece male.
«Non abbassare lo sguardo, Louis. Non privarmi la vista dei tuoi bellissimi occhi.» sussurrò, il ragazzo-robot.
Louis socchiuse le labbra, mentre le sue guance iniziarono ad imporporarsi, poi riuscì a sorridere. Un sorriso felice.
«Non mi converrebbe comunque abbassarlo, perché sarei io a perdermi la vista dei tuoi. » N/A:Helloooo!Come va? Spero bene! Uhm, bene, come potete vedere sono riuscita ad aggiornare prima di far passare un mese... Spero che vi piaccia e che non ci sia alcun errore.Per favore passate a leggere "you are my star" di hazzastylemylove. Grazie. A presto! Vi amo tanto.
Dio benedica, ora e per sempre, voi, la vostra famiglia e i vostri cari.
-Aurora. xx
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Robot. || Larry Stylinson.
Fanfiction"I robot non proveranno mai emozioni." -Phil Maguire.