Come poteva Louis soltanto pensare di poter resistere a quegli occhioni verdi?
Un bacio sotto le stelle e la luna sarebbe stato qualcosa di estremamente romantico, ma Louis sentiva che quello non era il momento giusto. E se Harry si fosse confuso? Louis doveva ancora dargli tante certezze, tra cui quella di possedere dei sentimenti nonostante fosse un robot. Così si dovette accontentare di sporgersi e baciare il mento del ragazzo-robot, nonostante avesse voluto assaggiare quelle labbra rosse.
Ma la cosa più bella, fu il sorriso di Harry, a quel bacio. Louis riusciva a vedere della...felicità?
Harry sembrava felice, e Louis avrebbe davvero voluto scattargli una foto. E poi si chiese "perché non scattargliela davvero?"
Estrasse il suo cellulare dalla tasca e «Vorrei avere questa immagine per sempre in mente. L'immagine di te, seduto sulle mie gambe, che sorridi. I tuoi occhi splendono più delle stelle dietro di te.» abbassò lo sguardo solo per poter aprire "fotocamera" e puntare il cellulare in direzione di Harry. Quest'ultimo guardò confuso il telefono, ma Louis sorrise e «Sorridi, bellezza. Hai il sorriso più bello del mondo.» mormorò.
Harry non riuscì a non sorridere. E non era un sorriso forzato. Era un sorriso nato da quel complimento che Louis gli aveva fatto. Il ragazzo dagli occhi azzurri scattò la foto e il flash illuminò il viso di Harry.
«Lo spettacolo più mozzafiato che io abbia mai visto.» mormorò Louis, osservando la foto di Harry.
Dopo circa venti minuti, Louis ed Harry decisero di tornare dentro casa, anche perché aveva iniziato a far davvero freddo, fuori.
Louis era seduto a gambe incrociate sul letto, mentre aspettava che Harry si cambiasse in bagno.
Abbassò il suo sguardo azzurro sul proprio pigiama e sorrise, pensando che il suo fosse il pigiama più bello del mondo. Era azzurro, morbido e caldo. Quale pigiama era così splendido?
Harry entrò in camera, poco dopo, vestito del suo pigiama blu notte. Louis sorrise, perché quella era una scena davvero tenera, e vederla ogni sera non lo aveva stancato affatto.
«Senti ancora freddo, Hazzie?» Louis domandò in un mormorio, guardando Harry prendere posto sul letto accanto a sé.
Harry annuì e Louis si morse il labbro inferiore, avvicinandosi sempre di più al corpo di Harry, fino ad avvolgerlo. Sentì Harry ridacchiare e alzò lo sguardo.
«No, Lou, mi dispiace. Devi essere tu a stare tra le mie braccia.»
Louis rabbrividì a quelle parole e annuì, spostando le sue braccia e facendosi spazio tra quelle di Harry, il quale lo avvolse velocemente, stringendolo a sé. «Le tue braccia profumano di casa, Harry.» mormorò Louis. Harry sorrise dolcemente, per poi lasciare un bacio tra i capelli profumati di Louis. «Sei così piccolo tra le mie braccia.»
Louis lasciò un leggero bacio sul petto di Harry e «Lo sono.» mormorò.
Ci furono poi minuti di silenzio, dove Louis ed Harry rimasero lì, seduti sul letto, stretti l'uno all'altro.
Poi, lo sguardo di Harry si focalizzò su un'immagine: un bambino. Un bambino dolcissimo con un sorrisino tenero e un cappellino rosso. Quello doveva essere sicuramente Louis da bambino. La foto era posta sul comodino poco distante dal letto ed Harry si chiese come avesse fatto a non averla notata prima.
«Com'eri da bambino, Lou?»
Louis non si aspettava di certo quella domanda. Sbuffò una risata, scuotendo la testa. «Ero un bambino con delle bellissime guance e tenerissimo, ma ero molto vivace. Correvo da un punto ad un altro, non stavo mai fermo.»
«Ma anche adesso hai delle bellissime guance e sei tenerissimo.» Harry lo interruppe, osservandolo con attenzione.
«Così mi fai arrossire.» annunciò il liscio, ridacchiando. Una risatina così melodiosa che riempì le orecchie di Harry, il quale non poté evitare un sorriso sulle proprie labbra. «Comunque, dicevo...» riprese Louis. «Amavo uscire e fare le passeggiate con la mia famiglia, andare al parco. Poi amavo andare a prendere il gelato, andare al supermercato per scegliere le merendine.»
E parlava, ancora, Louis, mentre quei ricordi si susseguivano velocemente nella sua mente, facendolo sorridere. Raccontò ancora molto ad Harry della sua infanzia, e il ragazzo-robot stava lì, interessato, ad ascoltarlo. Guardava attentamente il viso concentrato di Louis, il suo sorriso, le rughette che gli si formavano agli angoli degli occhi. Era una scena così dolce e pura.
«Una volta ho fatto lo scivolo rimanendo in piedi.» rise Louis.
Harry scoppiò a ridere, immaginandosi un piccolo Louis su uno scivolo, in piedi. Come un surfista che cavalca un'onda. «Wow, Lou, non immaginavo fossi così da bambino.» sorrise, prendendo a carezzare una guancia del liscio.
«Ero davvero carino!»
«Hai mantenuto questa caratteristica. Sei molto carino, Louis.» sussurrò Harry, stringendolo maggiormente a sé.
«Grazie, Hazzie, anche tu lo sei. Che ne dici se domani mattina ti porto a vedere i luoghi in cui ero solito andare da bambino?» domandò, Louis, sperando che Harry gli dicesse di sì. Desiderava così tanto tornare in posti in cui non andava più da tempo.
«Certo, Lou. Non vedo l'ora.»
«Harry?» mormorò dolcemente Louis, strofinando le nocche della mano destra su una delle due guance di Harry, cercando di svegliarlo. Il ragazzo-robot rispose con un mugolio, spingendo il viso verso la mano calda di Louis. Quest'ultimo sorrise «Harry?» lo richiamò, iniziando a fare dei grattini sulla sua cute capelluta.
Sul volto di Harry spuntò un dolce sorriso. Aprì lentamente gli occhi e, per prima cosa, vide quelli azzurri di Louis, così vicini, così lucenti.
«Buongiorno, riccio.» mormorò Louis, premendo un bacio sulla fronte di Harry, il quale sorrise più ampiamente e «Buongiorno anche a te, occhi azzurri.» sussurrò, con il timbro di voce arrochito dal sonno di prima.
Le guance di Louis si imporporarono lievemente, ma Harry lo notò. Notò quel lieve rossore su quelle gote che sembravano disegnate con un pennello da un artista professionista. Così, nonostante volesse rimanere qualche minuto sotto il calore delle coperte, uscì un braccio da queste e andò a carezzare una delle due guance di Louis, che a quel tocco socchiuse gli occhi.
«Ci vuole tanto ad arrivare ai luoghi in cui eri solito andare da bambino?» domandò, senza smettere di carezzare quella guancia morbida, leggermente ruvida a causa della lieve barbetta di Louis.
«No, meno di un quarto d'ora a piedi.» rispose Louis.
«Bene, un quarto d'ora non è molto. Che ore sono?»
«Sono le dieci e quindici.»
Harry ridacchiò. «E da quanto tempo provi a svegliarmi?»
«Da qualche minuto.» un indice di Louis si andò a poggiare sul naso del ragazzo-robot.
«Ci andiamo a preparare?» chiese Harry, e Louis scostò il suo indice, per poi schioccare un bacio su una guancia morbida del ragazzo dai capelli buccolati mormorando un "sì".
Entrambi si alzarono dal letto e si stiracchiarono.
«Fuori è soleggiante.» disse Harry, allegro.
«Meglio, no?» Louis prese dei vestiti puliti e si diresse verso la porta.
«Meglio.» il ragazzo-robot sorrise, prendendo i suoi vestiti, per poi raggiungere Louis.N/A:
Ciao a tutti! Spero che stiate bene e che vi sia piaciuto il capitolo.
Sto aggiornando dopo quasi un mese e devo dirvi che mi dispiace tantissimo. Mi dispiace anche dirvi che purtroppo, i miei tempi di aggiornamento sono più o meno questi, perché ci sono diversi impegni. Vi chiedo di perdonarmi, ma quando scrivo, cerco di dare sempre del mio meglio.
Spero comunque che continuerete a seguire questa storia e altre mie storie, e spero anche di trovare più tempo per aggiornare più spesso e soprattutto più idee. Non voglio deludervi, davvero.
Grazie per la comprensione.
Dio benedica, ora e per sempre, voi, la vostra famiglia e i vostri cari.
Vi mando tantissimi bacioni. Vi amo tutti. Con i commenti e altro mi fate sentire davvero contenta.Grazie ancora.
A presto!
-Aurora xx
PS: Vi dispiacerebbe passare a leggere la storia di TomlinsonObsessed ? Ci terrei molto. Grazie. xx
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Robot. || Larry Stylinson.
Fanfiction"I robot non proveranno mai emozioni." -Phil Maguire.