Capitolo 18.

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Il letto sarebbe stato sicuramente più comodo per Louis, ma anche sul pavimento andava bene. Le sue ginocchia non dolevano, dopotutto, perché aveva un tappeto sotto esse.

Alzò lo sguardo e sorrise, nonostante la sua bocca non fosse libera da poterlo fare benissimo.

Si chiese se le gambe di un robot potessero tremare per le emozioni, ma doveva comunque farle stare ferme, così afferrò le cosce di Harry e smise un attimo di fare quello che stava facendo.

«Harry, sei meraviglioso.» si leccò le labbra. «Ma non muoverti così tanto, per favore.»

Gli occhi lucidi e le pupille dilatate di Harry si abbassarono sul volto di Louis. Il riccio annuì lentamente, indebolendo la presa sulle coperte. Louis gli sorrise e tornò a fare ciò che stava facendo.

Ed Harry non gemeva, perché Louis gli aveva detto di non farlo; in fondo, il ragazzo dagli occhi azzurri era quasi sicuro che Harry sarebbe stato troppo rumoroso. Non voleva essere scoperto o far preoccupare qualcuno, perché il primo e unico gemito che Harry si lasciò sfuggire dalle labbra sembrava quasi un grido d'aiuto. Il resto furono soltanto leggeri ansiti e il sussurrare il nome di Louis.

Anche quando arrivò al limite, Harry strinse i denti e cercò di trattenersi dall' uscire la voce.

Louis si sollevò e catturò le labbra di Harry tra le sue, baciandolo con lentezza.

Quando si staccarono, Louis avvicinò le labbra all'orecchio di Harry e «Allora?» sussurrò.

Harry stabilizzò il suo respiro e rispose con l'unica cosa gli sembrava più appropriata: «Wow.»

Louis sorrise e strofinò il naso sulla guancia del ragazzo robot, per poi andare a prendere della biancheria pulita e affidargliela. «E' meglio che tu vada a fare una doccia.»

Harry annuì lentamente e si alzò dal letto, con le gambe ancora leggermente tremanti. Rimise la biancheria intima e i jeans, dopodiché si diresse in bagno.

Louis prese un gran respiro e si gettò supino sul letto. Socchiuse un attimo gli occhi e pensò a quanto Harry fosse amorevole. Avrebbe voluto stringerlo subito, ma voltandosi su un lato ricordò che Harry fosse appena andato a fare la doccia. Accanto lui notò una delle maglie che aveva dato ad Harry e, prendendola tra le mani, sorrise; gli venivano quasi tutte strette ed era una cosa molto carina, ma Harry aveva davvero bisogno di qualche indumento che gli potesse appartenere. Così, Louis si appuntò in mente di dover andare con Harry a fare compere e restituire i Jeans che indossava Harry allo scienziato Tomlinson. I jeans di Louis, Harry, li aveva provati, ma erano arrivati circa a metà coscia e di certo non poteva indossarli.

Louis non si era accorto di essersi messo a pensare per così tanto tempo quando Harry rientrò in camera con vestiti puliti e i capelli bagnati. Si mise seduto sul letto e osservò Harry muoversi nella stanza, alla ricerca di qualcosa.

«Cosa stai cercando, Harry?»

Harry si voltò e gli sorrise. «Sto cercando il tuo profumo.»

Louis sollevò un sopracciglio, sorridendo. «Il mio profumo? Devi metterlo, per caso?»

Harry, finalmente, trovò il profumo di Louis e lo afferrò, contento. «Sì!»

Louis si alzò lentamente dal letto e raggiunse Harry, spostandogli di lato i capelli ancora bagnati. «Non hai mai messo del profumo.»

«Lo so, ma vorrei provare a metterlo, adesso.» Harry si tese quando le dita di Louis sfiorarono la sua mano e levarono da essa l'ampolla di profumo.

«Bene. Allora lascia che te lo metta io.» Louis sorrise e spruzzò del profumo sul collo di Harry, per poi espanderlo sulla sua pelle fresca e morbida.

Harry socchiuse gli occhi e rabbrividì, perché le dita di Louis gli avevano fatto leggermente solletico.

Poi Louis poggiò l'ampolla sul comodino, avvicinò il naso al collo di Harry e sentì il tipico odore di profumo da uomo. «Fatto.»

Harry sorrise e ritirò appena il collo, ridacchiando, quando Louis vi sfregò sopra il suo naso. «Grazie.»

Louis ritirò il viso e lo portò difronte a quello di Harry. Si soffermò sul colore dei suoi occhi, poi sul splendore del suo sorriso, sulle sue labbra morbide, sui suoi ricci scomposti e bagnati, sulla sua mascella scolpita e si chiese come potesse essere un robot. Portò la mano destra sul suo viso e lo carezzò. La sua pelle era morbida e liscia. Non resistette molto e lo baciò, con ancora la mano sul suo volto. Harry, ricambiando, strinse la maglia di Louis tra le mani, come se si stesse aggrappando totalmente a lui.

Quando si staccarono, Louis non ce la fece. «Dimmi che provi emozioni.»

Il volto di Harry sembrò incupirsi. Così Louis afferrò le sue spalle e gli sorrise rassicurante. «Dimmelo!»

Ma Harry non si rassicurò. «Non provo emozioni!»

Il sorriso di Louis si sgretolò. «Sì. Tu provi emozioni. Tu senti ogni tipo di emozione, ogni tipo di sensazione.»

Harry scosse velocemente il capo. «No! Io sono un robot!»

«Tu sei un robot, ma sembri provare davvero emozioni. Cos'hai sentito quando ti ho baciato? Cos'hai sentito, eh?»

Allora Harry abbassò lo sguardo e si scansò da Louis, stringendo il proprio busto con le proprie braccia. «Non lo so.»

«So che hai provato qualcosa. Anche il minimo.» gli occhi di Louis non sembravano brillare come il solito quando Harry li guardò.

«Louis, io sono un robot.»

«Ed essere un robot ti obbliga a non ammettere che puoi provare emozioni?»

Harry si accigliò. «Louis...»

«Louis? Dimmi, Harry. Sono qui ad aspettare che tu ammetta di poter provare emozioni.»

Harry scosse la testa. Dai suoi occhi, da un momento all'altro, uscirono lacrime salate e Louis sbarrò gli occhi. Stava succedendo tutto troppo velocemente. Non aveva mai visto Harry piangere. Fece qualche passo indietro, sentendo il proprio petto appesantirsi. Cosa aveva fatto? Era colpa sua?

«Louis, io non lo so. Penso di...Io sento. Io sento qualcosa, ma non so come sia possibile, perché sono solo un robot.»

La pesantezza nel petto di Louis diventò leggerezza. Harry riuscì a vedere i suoi occhi brillare come prima, come al solito. Il liscio fece qualche passo in avanti, riavvicinandosi ad Harry. Asciugò le sue lacrime e poggiò una mano sul suo petto. «Tu hai più cuore di alcuni che lo hanno davvero, in questo mondo.»

Harry allora sorrise e mormorò un tenero "grazie", e Louis si sentì meglio. «Non volevo farti piangere. Scusami...»

«Non è colpa tua. E' solo che non capisco cosa succeda dentro di me.» Harry annunciò.

Louis si sentì ancora meglio a sentire che non fosse colpa sua. «Lo capiremo insieme. Davvero, Harry. Ma adesso, per favore, lascia che ti asciughi i capelli prima che lo facciano da soli.»

E la risata tenera di Harry fece capire a Louis che Harry poteva provare emozioni, sì, ma soprattutto che anche lui stesso potesse provarli e sentirli dentro di sé il quadruplo, quando aveva Harry vicino.



N/A:
Helloh, It's meee.
I'm back.
Come state? Io spero benone.
Beh, allora, questo è come un capitolo di passaggio e spero lo abbiate apprezzato, anche se in questo capitolo c'è probabilmente la prima scena non molto felice della storia.
Cosa ne pensate di questo? Pensate succederà qualcosa di importante? Oppure no?
Cosa pensate succederà?
Io vi ringrazio ancora una volta per la pazienza-e anche i vostri commenti, visualizzazioni e voti- e mi scuso ancora una volta per il lungo tempo da questo aggiornamento a quello precedente. Spero di sorprendervi più avanti.
Love ya all. God bless you. x
A presto!
-Aurora. xx  

Robot. || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora