Penitenze

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"Avanti, Sora, comincia." lo incitò l'argenteo.
Sapeva che sarebbe andata a finire così! Come al solito aveva ideato una penitenza umiliante, che lo avrebbe segnato anche oltre la vita. Lo avrebbero deriso persino i morti nelle loro tombe.
"Vaffanculo, Riku. Con tutto il cuore." inveì il piccoletto, guardandolo truce.
Ma ciò non fece che allargare il ghigno del maggiore, che lo guardava vittorioso ignaro di ciò che Axel serbava per lui.
Sora inserì il disco datogli dall'amico nel lettore portatile e selezionò la terza traccia. Prese un profondo respiro, dopodiché si incamminò verso il centro della piazza, sentento già qualche sguardo curioso addosso. Salì sul muretto della fontana e si guardò attorno: era già arrivata la domenica e quel posto pullulava di gente. Riku non avrebbe potuto scegliere giorno peggiore. Almeno gli aveva fatto il favore di dirgli in anticipo ciò lo aspettava, così era riuscito a imparare il testo di quella stupida canzone a memoria.
Gettò un'occhiata all'amico, che lo guardava da poco lontano con il cellulare in mano, già pronto per filmare tutto, e capì di non sapere se fosse peggio doversi sorbire lui o tutta la gente che presto avrebbe inziato a deriderlo.
L'argenteo gli fece segno di procedere.
Era peggio lui. Sicuramente.
Sospirò, e finalmente premette il tasto di avvio. Dalle casse dell'apparecchio iniziò a diffondersi la parte strumentale iniziale della canzone e lui si ritrovò una grande quantità di occhi puntati contro.
Troppa gente.
Quel disco era apposta per il karaoke, quindi non c'erano le voci dei cantanti a supportarlo, particolare che gli metteva ancora più pressione.
Con un ultimo profondo respiro, attese il momento giusto per iniziare a cantare.
"I'm a barbie girl, in a barbie woooorld
Life in plastic, it's fantastic."
Vide la folla iniziare a sghignazzare, alcuni ragazzi presero persino il cellulare per filmarlo.
"You can brush my hair, undress me everywheeeere
Imagination, life is your creation!"
Riku era piegato in due dalle risate, lo poteva vedere perfettamente da lì sopra. Desiderò che gli andasse la saliva di traverso.
"Come on Barbie, let's go party!"
La gente ora rideva di gusto e il povero Sora desiderò di diventare invisibile, di poter far dimenticare a tutti ciò che stavano vedendo. Voleva potersi sotterrare, fuggire.
Ripetè la prima strofa, poi continuò.
"I'm a blond bimbo girl, in a fantasy world 
Dress me up, make it tight, I'm your dolly."
Avrebbe ucciso Riku. Lo avrebbe fatto.
"You're my doll, rock'n'roll, feel the glamour in pink,
Kiss me here, touch me there, hanky panky...
You can touch, you can play, if you say: «I'm always yours»"
Vide Riku avvicinarsi, facendosi largo tra la folla, e stoppare la musica, lasciandolo confuso.
"Ok, può bastare." disse ridacchiando "Non ho intenzione di causarti un trauma."
Poi si girò verso tutte le persone ammassate davanti alla fontana "Lo spettacolo è finito, tornate alle vostre faccende!"
Alcuni iniziarono a borbottare lamentele, altri lanciarono occhiatacce all'argenteo, ma alla fine tutti se ne andarono.
Sora sospirò, scendendo dal muretto e continuando a sentirsi osservato dalle poche persone rimaste in piazza.
"Se un idiota, Riku." non avrebbe più messo piede in quel posto.
"Devo ricordarti chi è stato a decidere cosa scommettere?" domandò retoricamente il maggiore.
"Ma potevi almeno scegliere un posto meno affollato!" si lamentò "È stato orribile..." sussurrò, stringendosi in un autoabbraccio.
Riku, iniziando a sentirsi un po' in colpa, gli scompigliò i capelli "Hamburger e patatine?" propose, nella speranza di farsi perdonare.
Sora lo guardò sottecchi, cercado di capire se ci fosse o meno una fregatura sotto, ma appurato che l'amico fosse serio, annuì.
"Mi offrirai il pranzo per una settimana. E non accetto un «no» come risposta." rispose, avviandosi verso il fast food poco lontano da lì.
L'argenteo, sorridente, scosse il capo, mettendo le mani in tasca e iniziando a seguire l'amico.
~
Lunedì, ore 09.45

Axel bussò per l'ennesima volta alla porta blu ricoperta di scritte che aveva davanti e dietro alla quale si era nascosto Riku.
"Esci di lì subito!" ordinò il rosso, seccato.
Mancava una ventina di minuti alla campanella dell'intervallo e quell'idiota non voleva saperne di uscire dal bagno.
"Scordatelo! Non esco conciato così!" replicò il più piccolo.
Axel fece roteare gli occhi "Sei peggio di una ragazza, Riku. Che sarà mai!?"
"Già, la mia virilità e la mia immagine andranno solamente a farsi fottere, che sarà mai?!" Ironizzò l'argenteo.
Il rosso sbuffò "I patti sono patti. O esci di tua spontanea volontà, o butto giù la porta." Minacciò.
Sentì un grugnito, poi la serratura che scattava e la porta che veniva aperta, dalla quale uscì un Riku avente alti livelli d'istinto omicida e un bel vestitino bianco e nero da maid, con tanto di scarpette con il tacco e una tiara a tenergli ferme alcune lunghe ciocche argentate.
"Comodo?" Chiese Axel, ghignando.
L'altro lo guardò truce "Non. Infierire." ordinò a dentri stretti.
L'amico sghignazzò, poi si voltò verso l'ingresso del bagno, dal quale era spuntato Sora.

Scommesse (Kingdom Hearts)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora