quattordici❀

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"E' freddo e ho bisogno di bere" dice scherzosamente Luke mentre entra nel locale, facendo suonare il campanello sopra la porta. L'aroma del caffè appena fatto riesce sempre a farlo sentire meglio, quindi in quel sabato mattina (dopo aver dormito tre ore più del normale perchè rifiutava di abbandonare il suo involtino di coperte) si reca da Roasted Grounds per scaldarsi e per vedere Michael. Principalmente per vedere il suo ragazzo, ma aveva bisogno di una scusa.


C'è un altro barista dietro al bancone insieme a Michael che alza gli occhi al cielo per la frase di Luke prima di rispondere in tono strafottente "tutte le persone che entrano qui hanno freddo e sono assetate, non sei speciale".

Luke non riesce a vedere chi è. La voce sembra familiare ma non riesce a riconoscerla e ricollegarla a qualche volto conosciuto.

Appena Luke sta per rispondere con qualcosa di ugualmente saccente, Michael si gira e dà uno schiaffo all'altro dipendente. "Ashton! Non dire così!"

Luke si acciglia. Ashton? Lo stesso Ashton con cui ha passato Halloween? E' novembre inoltrato e Luke non ha parlato con lui da quella sera.

"E' incredibilmente speciale per me. Infatti, per me è molto più speciale lui di quanto non lo sia tu, ed è il mio ragazzo. E un cliente. Vuoi che dica a Tony che hai insultato un cliente? potrebbe licenziarti" finisce Michael, fissando Ashton con rabbia.

Il ragazzo dai capelli ricci impallidisce e scrolla le spalle. "No Michael, non lo farei mai", Guarda Luke con un sorriso falso. "Come vuoi il caffè?"

Luke non sa cosa fare. L'Ashton che ha incontrato l'ultimo giorno di ottobre era amichevole e faceva ridere, niente a che fare con il ragazzo che ora ha di fronte. Non è che i suoi sentimenti siano confusi, è più come e fossero stati tutti messi in un frullatore con un pizzico di confusione e una spruzzatina di disgusto.

Michael risponde per lui. "So io come gli piace" dice, muovendosi per preparare la bevanda del biondo.

Ashton lo prende in giro. "Ovviamente lo sai". Si leva-quasi si strappa di dosso- il grembiule e lo sbatte vicino alla cassa. "Mi prendo una pausa. Mandami un messaggio quando se ne va" accenna in direzione di Luke, prima di uscire sbattendo la porta.

"Qual è il suo problema?" chiede Luke, tirando fuori dal portafoglio una banconota da cento dollari.

"Gelosia" risponde Michael. Posa il caffè di fronte a Luke che è in piedi dall'altro lato del bancone. D solito si sarebbe già seduto a tavolo, ma non se la sente, perciò rimane in piedi. Michael sorride dolcemente verso Luke per un secondo, prima che la sua attenzione venga catturata dai soldi davanti a lui.

"E questi a che servono?"

Luke alza le spalle. "E' solo che non ho pagato un singolo caffè dalla prima volta che sono venuto. La cifra dovrebbe essere un centinaio di dollari ora, e se non lo sono allora tieni il resto come mancia".

Michael è attonito, sconcertato, perplesso, sorpreso. "Sono un sacco di soldi, Luke".

Luke scrolla solamente di nuovo le spalle. "Non molti in realtà. Mi sento una merda a continuare a bere il tuo caffè senza lasciare nulla in cambio".

L'espressione di Michael si addolcisce mentre esce da dietro il bancone. Non ci sono molti clienti a causa del freddo, quindi non si sente a disagio per aver abbandonato il suo posto.

Luke lo stringe in un forte abbraccio e intreccia le mani intorno alla schiena di Michael.

"Tu mi hai già dato qualcosa, Luke. La tua presenza qui è il regalo migliore che potessi farmi".

Luke ridacchia mentre stringe michael più forte. "Sei così banale".

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Luke si stringe nel cappotto essendo appena uscito da Roasted Grounds, finito il caffè e salutato velocemente Michael per poi uscire nella fredda aria autunnale.

Mixtape Boy ||Muke [italian translation] SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora