otto❀

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[NdT: il testo in inglese è con Luke che parla in prima persona e al passato, e mi scoccio a cambiarlo quindi rimarrà così ok vvb]

LUKE'S POV

"Quindi è venerdì. L'ultimo venerdì dell'estate". Michael prese un respiro davvero profondo e sospirò, prendendo un sorso dalla bottiglia di birra che ha in mano. Eravamo entrambi minorenni, ma il suo capo a quanto pare adorava Michael ed era amico dei suoi genitori. Anch'io avevo una bottiglia tra le mani, ma ne prendevo solo piccoli sorsi.

"L'ultimo giorno per noi per uscire insieme".

Mi accigliai, guardando oltre le sue spalle con sguardo perso. "Cosa intendi per ultimo giorno? Non usciremo a scuola?"

Michael prese un lungo sorso dalla bevanda. "Abbiamo compagnie diverse, Luke. Usciamo con persone diverse".

"Noi non siamo così diversi". Protestai.

Finalmente alzò lo sguardo e sollevò un sopracciglio. "Quindi tu e i tuoi amici uscireste con persone che si fanno le canne, persone buttate fuori dai loro corsi, reietti tatuati e nerd sfigati?"

Quasi emisi un verso di stupore. Il Michael che avevo conosciuto durante l'estate non era niente di tutto quello (beh forse un nerd). Provai a controllarmi. "Quindi tu quale sei? quello che si fa le canne, quello bocciato o il nerd?"

Lui sbuffò, forse divertito o forse perchè i sorsi che stava prendendo erano troppo lunghi, non lo so.

"Quale pensi tu?" Accorgendosi della mia espressione imbambolata rispose per me. "Mi chiamano Mix. Sono un'unione tra il 'reietto tatuato' e il 'nerd sfigato'. Più l'ultimo in realtà".

"Anche perchè fai mixtape", risi, facendo nascere un sorriso sulle sue labbra. "Non credo che qualcuno utilizzi ancora la parola 'reietto' per descrivere una persona". La mia frase sembrava più una domanda.

"Ce li siamo trovati da soli i soprannomi. Suonava bene".

Spostai di nuovo lo sguardo oltre la sua figura. Eravamo seduti sul bancone, Michael aveva appena chiuso il negozio e davanti avevamo la luce del tramonto. Michael ciondolava le gambe, colpendo a volte il bancone con i piedi. Aveva gli occhi puntati sulla bottiglia che aveva in mano, per cui non si accorse di come lo stavo osservando.

"Quindi, hai dei tatuaggi?"

In tutta risposta sorrise e si tirò su le maniche della maglietta.

"Perchè non li avevo mai notati?"

Lui scrollò le spalle. "Il capo mi ha detto di tenerli coperti. In caso spaventassero i clienti".

Le sue braccia erano ricoperte di bellissimi vortici neri. Sembrava danzassero sulla sua pelle, avvolgendosi attorno ai suoi avambracci e poi attorno i suoi polsi. Ovviamente non erano veri vortici, ma visto che li stavo fissando così intensamente, sembrava fossero fusi insieme. Li focalizzai, e notai che alcuni di essi erano parole, anche se non riuscivo a leggerle.

"Cosa significano?" Chiesi, facendo una leggera pressione con le dita su una frase che mi aveva catturato.

Mi sorrise gentile. Oh dio, era uno dei suoi sorrisi dolci che adoro, dove sembra quasi un cherubino*.

"È latino, poate mei amor tui foramen in mei corde ardebit. Significa 'forse il mio amore per te brucerà un foro nel mio cuore'".

"Poetico" mormorai, buttando giù un altro sorso di birra.

-* * * * -

Entrammo nell'atrio del mio palazzo. Wilson ci lanciò un'occhiataccia dalla sua postazione davanti al portone. Accompagnai Michael fino all'ascensore, era solo brillo, ma se non lo avessi fermato avrebbe potuto ubriacarsi sul serio. Io avevo bevuto solo mezza bottiglia, quindi stavo bene.

"Andiamo bello" dissi, provando a reggerlo in piedi nell'ascensore in movimento.

Quando finalmente suonò il campanello, segnalando il nostro arrivo, trascinai Michael con me finchè non raggiunsi la mia porta di casa. Armeggiai per un po' con le chiavi (non era facile considerando che con un braccio reggevo Michael e nell'altra mano stringevo la mia bottiglia di birra non finita), ma riuscii nel mio intento e, una volta aperto, feci sdraiare Michael sul divano e mi diressi verso la cucina per prendergli un bicchiere d'acqua. Una volta che ebbe afferrato il bicchiere si accigliò.

"Dov'è la birra?"

"Ho mentito, hai bisogno di riposare e bere dell'acqua. Se tua madre ti vedesse in questo stato ti ucciderebbe".

"Mi dispiace" mormora mentre le sue labbra si poggiavano sul bicchiere, prendendo lunghi sorsi d'acqua.

"Perchè ti sei ubriacato?" Chiesi posando la bottiglia di birra sul tavolino davanti al divano per poi poggiare la schiena sullo schienale del divano, lo sguardo verso la tv spenta, e iniziai a giocherellare con i morbidi capelli di Michael.

"Avevo bisogno di dimenticare che non avrei potuto più parlarti" dice, il tono vacillante. "Ti ho fatto qualcosa!" Dice facendosi improvvisamente felice, tastandosi le tasche freneticamente prima di tirarne fuori un altro mixtape. Lo posò sulle mie mani, poi si sdraiò di nuovo e, chiusi gli occhi, si addormentò.

"Come uno scemo" mormorai con un sorriso.

Mi alzai e mi diressi verso lo stereo, accendendo la lampada per vedere il titolo del nuovo mixtape. "Sentire la mancanza di qualcosa che non ti è mai appartenuta".

La scritta era fatta con una scrittura piccola e disordinata, la scrittura di Michael. Mi accigliai mentre studiavo la superficie di quell'oggetto, passandone le mani sul dorso fin sui bordi.

Non ci avevo mai pensato attentamente, ma avere qualcuno che crea mixtape per te è una cosa davvero speciale. Un mixtape è molto personale, la musica è molto personale, quindi devi conoscere una persona sia dentro che fuori per poter sapere quale tipo di musica gli potrebbe piacere o potrebbe non piacergli per il mixtape. Michael mi conosceva da non più di una settimana quando mi fece il primo mixtape, ma la quantità di emozioni che mi aveva dato quella piccola scatolina faceva sembrare che mi conoscesse da una vita. Quando lo ascoltai per la prima volta fu come se miloni di farfalle iniziassero a volare nel mio stomaco, intente a distruggerlo.

Infilai delicatamente il mixtape nello stereo, posando la schiena contro la finestra accanto alla tv. Il tenero russare di Michael fece comparire un sorriso sul mio volto. Un vero, sincero e felice sorriso.

'Hey there Delilah,

What's like in New York City?'

Michael era un genio ed ero sicuro che mi conoscesse meglio di quanto io conoscessi me stesso. Era cosí dannatamente perfetto ed ero così arrabbiato al pensiero che a scuola non ci saremmo più parlati. Presi un ultimo sorso dalla birra che non avevo finito prima e decisi, io e Cappuccetto Rosso saremmo rimasti amici. Avrei fatto qualunque cosa per rimanere con quell'idiota dai capelli rossi e neri.

'Times Square can't bright as shine as you..'

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*spazio traduttrice*

Sono una babbana, lo so, ma più di un aggiornamento al giorno proprio non riesco a farlo.

*un cherubino è una specie di angelo AWW

La frase in latino l'autrice l'ha tradotta con google traduttore, che amarezza. (S)fortunatamente faccio lo scientifico e quindi di latino ci capisco qualcosa, quindi l'ho riscritta io </3

Domanda per voi: com'è il capitolo al passato? Continuo tutto al passato o torno ad usare il presente? Fatemi sapere con un commento qui sotto!

Buon ferragosto a tutte, xoxo

Mixtape Boy ||Muke [italian translation] SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora