14•Punzecchiarsi

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Rihanna's pov

Notai una scopa accanto al letto, probabilmente l'aveva portata Luca, la presi e mi aiutai con quella, arrivai all'armadio e afferrai la maglia con scritto Muori Solo, la indossai e dato che mi arrivava a metà coscia presi un pantaloncino sportivo e scesi le scale, tutto questo con l'aiuto della mia fidatissima scopa, alla fine della scala trovai Mattia, Chico e Giorgio parlare amabilmente con il mio amichetto fidato, era di spalle così gli lanciai la scopa in testa e sorrisi vittoriosa.

"Tu mocciosetta" urlò furioso

"Con chi parli? L'unico mocciosetto che vedo sei tu"

"Come osi darmi del mocciosetto eh?"

"Oso oso"

"Bella maglietta" mi fece l'occhiolino Giorgio

"Si tutto molto bello però ora come ti fai a muovere genio?" domandò Chico ridacchiando

"C'è la ringhiera" risposi

"E dopo?" continuò "ma le tue stampelle?"

"Sai c'è un coglione che me le ha nascoste"

"Coglione ci sarà tu fratello" si intromise Giulio

"Sta' zitto che tu non sei da meno" entrò Luca nella discussione

"Ragà ve muovete o fate er salottino qua?" chiese Valerio

Se ne andarono tutti in salotto lasciandomi sola, Luca poi tornò indietro e mi portò con loro, stavano a rollarsi le canne, io intanto cazzeggiavo col telefono di mio fratello e postai varie foto di zone di Roma fingendo che si trovava lì, le sfigate commentavano con cose del tipo 'sto arrivando non muoverti' e io ne mettevo un'altra dicendo che mi trovavo in un altro posto.

"Che te ridi? Che stai a fa' col mio telefono?" sbuffò Luca

"Niente cazzeggio su instagram"

"Non combinare cazzate"

"Tranquillo"

Mentre scorrevo sulla bacheca di instagram notai che seguiva Riccardo Testa, il mio incubo peggiore, feci cadere il telefono sul divano e lo guardai in cerca di spiegazioni, lui non poteva sapere, mi cercai di calmare e gli chiesi come lo conoscesse.

"E' il tizio che ci dà la roba, perché lo conosci?" si irrigidì

"No, solo di vista"

E la discussione fu chiusa, Valerio e Giulio si guardarono insospettiti, non l'avevano bevuta, ripresi il telefono e unfollowai il bastardo, se lo meritava quella merda, non che cambiava tanto un follone in meno ma quelli erano dettagli.

"Sono le cinque del mattino Giulio, vai a dormire sei completamente andato" sbadigliò Valerio

Mi ero addormentata sul divano, degli altri non c'era traccia oltre a Giulio e Valerio, Giulio vagava da un divano all'altro, non si fermò fino a quando mi arrivò addosso.

"Deficiente levati" sbuffai

"No, sei troppo comoda" rideva Giulio

"Da fatto è ancora più insopportabile" sbuffai facendo ridere Valerio

"Giulio o te levi o te meno" avvertii

Non si spostava e così lo buttai a terra, Valerio mi passò la scopa dato che non trovava le stampelle e portammo Giulio di sopra, arrivati nella sua camera notai le stampelle sul comodino, le afferrai e presi anche il suo telefono di nascosto, non so cosa ci avrei fatto ma il bastardo l'avrebbe pagata, quando lasciammo la camera tornammo in corridoio.

"Buonanotte" disse Valerio

"Notte"

"Aspetta.. posso farti una domanda?"

"Dimmi pure"

"Ma lo spacciatore non lo conosci solo di vista, vero?"

"Mi stai chiedendo se spaccio?"

"No, non fraintendere, intendevo dire che lo conosci"

"Non so di che parli"

"Non c'è bisogno di mentire, io e Giulio l'abbiamo capito. Ora vai buonanotte ne riparliamo"

Si chiuse la porta alle spalle e mi lasciò interdetta, arrivai in camera con il telefono di Giulio e lessi vari messaggi di troiette in calore, erano davvero ragazze disperate in cerca di fama e sesso, provavo tanta pena per quel poveretto che doveva subirsele ma mi ricredetti quando iniziai a leggere le sue risposte, faceva davvero schifo, ghignai e cominciai con la mia vendetta.

Rita: "Hey bello ancora connesso?"

Risposta: "Ma i cazzi tua?"

Rita: "Io sono tua"

Risposta: "Va sotto i ponti e non scassarme er cazzo"

Barbara: "Aspetto ancora di sentirti dentro me. Vuoi venire ora?"

Risposta: "Rinuncia sono gay"

Teresa: "Perché non vieni domani da me?"

Risposta: "Ho l'AIDS"

Teresa: "Come tesoruccio? E ora? Io ti sono vicina"

Risposta: "Sucami il cazzo"

Teresa: "Già fatto ma ora non posso più"

Iniziai a ridere come una pazza isterica, ero fin troppo scioccata però la facilità di quelle, vidi un gruppo di cinquanta persone, molti non si conoscevano, stavano aggiungendo altra gente così aggiunsi il mio numero, riportai il telefono in camera di Giulio e mi presentai agli altri.

"Salve ragazzi, aiutiamo Giulio per l'erpes genitale, ditegli che non bisogna vergognarsene"

Troppo malefica? Chissenefotte babies

Barbie: "Come possiamo aiutarlo?"

Risposta: "Dobbiamo dimostrargli sostegno e affetto cara mia"

Genoveffa: "In che modo?"

Risposta: "Tra un oretta venite fuori casa sua visto che sapete dove si trova e urlate al megafono -siamo con te Giulio-, lasicate tanti cartelloni contro l'erpes genitale e cantategli una canzone, lo farà stare meglio"

Simona: "Allora ci organizziamo e alle sette andiamo fuori da lui"

Risposta: "Brava, bisogna stargli vicino"

David: "Perché ci sono solo ragazze in questo gruppo?"

Raffaele: "Io sono un ragazzo, minchione"

Mi scocciai di leggere gli altri messaggi e nominai il gruppo 'Help Giulio', in seguito misi l'immagine di una banana marcia come profilo, impostai la sveglia per le sei e mezza e feci un oretta di sonno, quando mi svegliai corsi ad aprire le finestre che potevo aprire e mi godetti la dolce vendetta.

"Che cazzo è sto baccano?" chiese Giorgio

Erano tutti mezzi addormentati, sembravano zombie, inoltre avevano solo i boxer addosso ed era imbarazzante, Ludovica e Alison invece erano ancora a letto probabilmente, Giulio appena sentì il suo nome parve contento ma poi la frase che susseguì lo fece urlare dalla rabbia.

"Giulio esci fuori, siamo con te, si può battere l'erpes genitale"

Corse verso di me e prima che potesse strozzarmi, Valerio mi si parò d'avanti e lo portò alla finestra a smentire le voci, io ero in mezzo alla stanza che ridevo come se non ci fosse un domani, probabilmente se fosse stato un altro contesto mi avrebbe uccisa.

"Non ho l'erpes" dichiarò

"Non te ne devi vergognare" urlò una ragazza

"Ve lo giuro, se volete provare" sogghignò

Dopo vari tentativi di farle ricredere ci riuscì e il cortile fu liberato, mi chiusi in camera a chiave e ricominciai a ridere, lui sbatteva i pugni sulla porta e diceva che me l'avrebbe fatta pagare, a quel punto mi addormentai.

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