19•Tu mi vuoi

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Pov's Rihanna

La serata passò, parlammo di un sacco di stronzate, cercava di farmi ridere ma io lo fissavo annoiata, non mi divertivo per niente con le sue battutacce, alla fine mi riaccompagnò a casa, cercò di baciarmi,  ricevendo, letteralmente un palo in faccia, il risultato fu lui infortunato e io divertita, quando se ne andò fu una liberazione.

"Hai visto che ore sono?" chiese Luca

"Lo so che è tardi ma sono stata troppo bene" finsi

"Non fare quei sorrisi forzati" disse Giulio

Aveva gli occhi arrossati, lo sguardo fisso sui miei occhi come per capire qualcosa, nonostante questo sembrava che vagassero, era come perso, tra le mani aveva una canna, sicuramente non la prima della serata, il volto era come sempre distrutto, come se non sopportasse più nulla.

"Non è un sorriso forzato"

I suoi occhi a quel punto furono come attratti ai miei ed era una specie di gioco di sguardi, un gioco a cui nessuno doveva sfuggire, assottigliò lo sguardo facendo intravedere il cupo delle sue iridi, alzò una mano appoggiandola sotto al mento.

"Non dici palle a me" sospirò ributtandosi sul divano

"Giulio sono stanca, ciao ragazzi" salutai

Tornai di sopra e mi addormentai tranquillamente nonostante quella strana intesa, la mattina dopo ricevetti trenta messaggi di complimenti da parte di Massimo, risposi con un okay e lui fece le faccine divertite, era rincoglionito ai massimi livelli, quando aprii la porta dopo essermi vestita, Giulio era a terra con il cellulare.

"Ben svegliata"

"Ciao stronzo dove andiamo?"

"Non te lo dirò mai"

"Vorrei andare sullo skate" dissi con aria sognante

"Mi dispiace deluderti ma oggi andiamo in un posto"

Salutammo gli altri ed uscimmo, prese la moto dal garage, non sapevo sapesse portarla, raggiungemmo una collina sperduta in mezzo ai monti, era così rilassante, scendemmo e mi prese la mano, quel tocco anche se era stato fatto involontariamente mi confuse per millisecondi infiniti, quando mi ripresi eravamo davanti ad una casa esternamente bianca, lui sorrise e aprii la porta con un calcio, restai strabiliata per quello che si presentò ai miei occhi, all'interno della casa c'erano graffiti di tutti i generi e di tutte le persone immaginabili, mi ritrovai a correre per tutta la casa osservandoli meglio, quando finii il mio giro di perlustrazione raggiunsi Giulio sul terrazzo, era con lo sguardo fisso nel vuoto, mi domandavo se vivesse davvero o stesse solo respirando o ancora peggio, se non ci fosse realmente e quello che vedevamo noi era una forma malridotta di LowLow.

"Giulio stai bene?"

"Certo che sto bene"

"Non dici palle a me" gli feci il verso facendolo ridere

"Chi fa rap non sta mai bene"

"Questo lo so"

Mi fece segno di sedermi di fianco a lui, la richiesta inizialmente mi sembrò bizzarra ma accettai lo stesso, ci stendemmo uno affianco all'altro sul legno bianco e malridotto ma sembrava di stare così bene che non importava che posto fosse, l'importante che c'eravamo noi.

"Come mai hai iniziato ad ascoltare il rap?"

"Come mai hai iniziato a farlo?"

"Mi sentivo inutile, volevo far vedere a tutti che ero qualcuno e volevo esprimere la mia rabbia" sospirò

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