xx. Golden

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Non ero molto impaziente di arrivare al giorno dopo quando andai a letto quella sera. Non solo Louis avrebbe dovuto tornare al Rift per le sue lezioni, ma io avrei dovuto andare all'ospedale per consegnare il monitor cardiaco e fare un controllo. Non importa quanto il museo fosse stato magico, il giorno dopo avrebbe fatto schifo, a prescindere dall'ottimismo che avrei provato ad avere.

Dopo essere tornati a casa dal museo Louis era particolarmente a pezzi per il fatto che non sarebbe potuto venire con me come supporto all'ospedale, finendo col darmi il suo beanie blu che profumava come il suo shampoo ed era come una parte di lui.

E quindi ero lì, appoggiata con fastidio contro alle pareti argentate dell'ascensore dell'ospedale di Seattle con il monitor cardiaco in mano e il beanie di Louis in testa. Papà giocherellava con dei documenti medici che aveva tra le mani, i suoi occhi stanchi osservarono dei moduli che aveva dovuto compilare troppe volte in passato, prima di guidarmi verso il centro di controllo del reparto cardiaco.

Non c'erano molte persone lì, ma il mio cuore si gonfiò per l'emozione quando vidi un bambino che non poteva avere più di sei anni giocare con il suo trenino giocattolo sul pavimento, un monitor cardiaco era accanto a lui e dei fili sbucavano dalla sua camicia. Sua madre stava leggendo un opuscolo medico su una sedia vicino a lui, interrompendosi per un momento una volta ogni tanto per dare un'occhiata a suo figlio che giocava felicemente con i suoi trenini, come se se lei non avesse controllato sarebbe svanito nell'aria.

Papà doveva aver notato che lo fissavo, perché mi diede un colpetto nel fianco con il gomito.

"È carino, vero? Mi ricordo quando avevi quell'età. Tutto ciò a cui volevi che giocassi con te erano ricevimenti del tè, indossare vestiti eleganti e roba del genere." Papà ridacchiò, il suo umorismo non mi prese molto.

"Ha a mala pena sei anni." Quasi sussurrai, i miei occhi non riuscivano a spostarsi dall'immagine straziante davanti a me.

"E ha molta vita davanti a sé." Papà sussurrò a sua volta, con un piccolo sorriso sul viso mentre guardava il ragazzino.

"Come lo sai?"

"Sono segretamente un medico." Papà sussurrò, ridacchiando quando gli colpii leggermente il braccio. "Ma seriamente, ho semplicemente la sensazione che nella sua vita andrà tutto bene."

"Mira Lane?" Un'assistente del Dr. Ellington chiamò il mio nome proprio allora, vestita con un camice azzurro e una cartellina con la mia intera storia medica tra le braccia. Mi alzai per seguirla verso la stanza del check-up, Papà ci seguì finché non fu vicino al bambino. Si inginocchiò accanto al bambino e guardai come fece ciò che gli veniva meglio: far stare meglio le persone, emotivamente e fisicamente.

"Mi piacciono questi trenini, ne avevo alcuni anch'io quandero piccolo." Disse al bimbo, la madre del bambino gli sorrise mentre Papà chiedeva di poter vedere uno dei modellini. Il bambino acconsentì felicemente, spingendo i numerosi trenini tra le braccia di Papà e cominciando mostrandogli la piccola statuetta del capotreno che veniva venduta con il set. Papà rise prima di mettere giù i trenini e prendere in mano il capotreno, avvicinandosi al bambino per dirgli qualcosa che io non riuscii a sentire.

"Finché ti tieni stretto il capotreno, i tuoi treni non si romperanno. Tienilo sempre stretto, e non succederà niente di brutto." Rassicurò il ragazzino dopo aver finito la sua chiacchierata segreta, gli occhi castani entusiasti del bambino erano spalancati per lo stupore mentre fissava la statuetta del capotreno. Papà si alzò e fece l'occhiolino al bambino, ignorando le mie domande quando mi seguì nella stanza del check-up. Potevo giurare di aver visto il capotreno brillare con una sfumatura dorata, ma quando guardai di nuovo, il capotreno era tornato al suo colore normale e il bambino stava ancora giocando con i suoi trenini.

Sorcery // Louis Tomlinson AU [italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora