5. L'auto è stretta per certe cose

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<solo una settimana fa mi sarebbe parso strano dirlo, ma mi mancherai > dice Jack abbracciandomi e stringendomi forte.
<Non vedo l'ora di ritornare > continua sussurrandomelo all'orecchio in modo provocante. Il mio viso comincia a farsi di un colorito rossastro per l'imbarazzo di ciò che è successo ieri, anche se non rimpiango niente, sono cosciente di quello che ho fatto.
<Ciao Jack. > lo saluto con nonchalance. Sale sull'autobus e si siede ad un posto vicino al finestrino da cui, prima di partire mi manda un bacio con la mano e fa un occhiolino. Sbuffo più rumorosamente che posso per farglielo sentire per poi venirmi un sorriso da ebete. Una volta partito  comincio a camminare verso casa, quando comincia a piovere. Manca un bel po' da casa mia da dove sono ora, così è inutile che mi metta a correre, mi bagnarei comunque. Prendo il cellulare dalla tasca, con l'intenzione di chiamare uno dei miei genitori, quando un auto da dietro di me suona il clacson. Mi fermo e mi giro verso l' auto scura che si è accostata. Abbassa il finestrino e vedo che all'interno c'è... Manuel. Mi prede un attacco al cuore quando lo vedo. Non posso crederci che dev'essere d'apertutto.
< Vuoi un passaggio? > chiede. Lo ignoro e comincio a camminare con passo veloce con il cuore che non smette di battere. Avanza con l'auto seguendomi.
<Finiscila di seguirmi! > urlo. Ferma l'auto e scende avvicinandosi a me. Faccio un passo indietro non guardandolo in faccia.
<Senti mi dispiace, per tutto, ma fatti portare a casa almeno, per favore...> sembra quasi una supplica. Si sta bagnando tutto, dai suoi capelli scendono gocce di pioggia e, mi viene voglia di prendergli quel suo ciuffo rosso e stringerlo! Mi sposto e lo sorpasso andando dentro la sua auto chiudendo con forza lo sportello. Si gira e mi rivolge un sorriso prima di entrare anche lui.
Cavolo, non vuole capire che gli basta un suo semplice sorriso per ammazzarmi.
<Sempre dritto> gli do le informazioni per casa mia ma solo dopo mi ricordo che non e ha bisogno, sa già dov'è. Fa finta di non sentirmi per non farmi trovare in imbarazzo ma, cazzo se lo sono!
Per tutto il tragitto, che è durato solamente una cinquina di minuti, nessuno dei due ha aperto bocca. Arriviamo a casa mia e prima di ringraziarlo comincia a parlare.
< Proprio un bello scherzo ieri a Thomas> accenna ad una risatina.
<Ma qualcosa mi dice che non era lui il bersaglio ma io. > stavolta ha una voce graffiante. Si volta verso di me alzando un sopracciglio.
<Forse si forse no. > dico in modo vago. Comincia a ridere e io non capisco cosa gli passa nella testa ma quello che so è che più lo ho vicino e più me ne innamoro.
<Perché mi fai questo? > chiedo abbassando la testa. <Questo cosa?>
< Cosa vuoi da me? > chiedo più preciso.
<Non è palese la risposta?!>
Ci penso. Ci rifletto a lungo prima di rispondergli.
<No. Non per me>
Mi fissa.
L'azzurro contro il castano degli occhi nostri.
<Te!> afferma, la voce che non lascia trasparire insicurezza o cenno di alcuno scherzo. Se fino ad ora sono riuscito a non morire per i suoi sorrisi, ora con quella frase mi ha steso. Mi sento confuso, lo stomaco è tutto in subbuglio. Mi prende il volto con le mani per guardarlo. È così bello anche tutto bagnato e infreddolto. Un piccolo cagnolino bagnato.
Dalla punta del suo ciuffo minaccia di scendere una goccia. Allungo il braccio verso di essi e li stringo nella mano portandoli indietro. Lui si morde il labbro e a quel gesto non posso che farlo anche io. Mi prende dai fianchi e mettendomi a sedere su di lui sento premere la sua erezione su una mia natica. Appoggia la sua fronte sulla mia ansimando entrambi, mentre io gli stringo i capelli e lui muovendo il suo bacino avanti e indietro. Infila la sua mano nei miei jeans e tasta con un dito la cappella. In un attimo mi trovo il suo di pene fuori i jeans. Glielo prendo fra le mani e lo muovo su e giù con gesti veloci e piani. Abbassa il viso all'altezza dell'incavatuta del mio collo e lo morde prendendomi di sorpresa. Lo ammonisco passando la mano su i suoi testicoli e stringendoli.
<ahhh> mugugna facendomi indietreggiare, e finisco per sbattere la schiena allo sterzo facendolo suonare. Entrambi ci guardiamo negli occhi e vedo, tra la luce di un lampo, la sua voglia... Voglia di me.
Gli prendo il viso e lo porto sulle mia labbra. Lui forse è il così detto ' errore della vita ', quello che ti rovina la vita con il suo amore e tu sei così scemo da starci comunque, e infatti  non me ne importa. Non riesco, non posso e non voglio lasciarlo andare ora che lo ho nelle mie braccia.
Mi sfila la maglia, baciandomi il petto. Porta ed infila entrambe le sue mani sul mio didietro, strizzandolo. Toglie una mano e mi infila un suo dito in bocca facendomelo insalivare bene per poi portarlo giù e infilandomelo dritto dentro di me. Riprendo a baciarlo ansimando nella sua bocca. Con una mano continua a penetrarmi con le sue dita, mentre con l'altra mano mi tiene dalla schiena in modo da non farmi staccare dalle sue labbra neppure per farmi riprendere fiato. Passiamo più di un ora così, con la pioggia che scende senza fermarsi schiantandosi contro i vetri inumiditi dell'auto. Ad un certo punto, mentre lo sto segando, un tuono squarcia il cielo facendoci sussultare e facendolo venire sulla mia mano. La porto su e con il liquido che mi cola dalle dita le mette in bocca succhiandole una per una. Mi fa alzare il bacino verso il suo viso abbassato intendo a raggiungere il mio membro. Lo prende tutto in bocca succhiandomelo con forza. Poggio le mani sulla sua testa intrecciandoci le dita e affondandoci il viso gemendo.
Il mio corpo è tutto contratto, un po' per il piccolo spazio ed un po' per l'effetto che lui ha su di me. In effetti farlo in un auto non è il massimo ma devo ammettere che non mi dispiace affatto. Chissà se cambierà mai qualcosa fra noi due se non solo scopare.
E mentre faccio questi pensieri vengo nella sua bocca, prosciugandomi fin all'ultima goccia. Lascio stare questi pensieri al momento inutili e ricambio il bacio che mi sta dando con piacere, con il sapore del mio e del suo sperma in bocca. Un mix strano di sapori.
Mi rimetto a sedere rimettendomi la maglia e aggiustandomi il resto. Manuel fa lo stesso, rivolgendomi un sorriso. Non so che fare o dire; forse dovrei salutarlo ed entrare dentro, forse dovrei uscire direttamente senza dire nulla o magari dargli un ultimo bacio e poi entrare con calma. Mi piace di più la terza opzione così provo a farlo. < Ora vado...> mi faccio forza e mi stendo verso di lui. Inaspettatamente mi fa poggiare il viso sulle sue gambe, come cuscino.  <Piove ancora forte, aspetta che sia diminuito. > ed ecco che sorride. Lo fa apposta, sa che non resisto. Annuisco un po' imbarazzato mentre gioca con una mia ciocca bionda. Non capisco proprio questo gesto. C'è un atmosfera strana ma piacevole e quasi mi addormentato.
Dopo non so quanto tempo, la pioggia cessa e si comincia a intravedere i raggi del sole, anche se con tutta quella condensa creata era difficile notarlo.
Mi alzo e per un attimo mi vedo nello specchietto. Ho i capelli sparpagliati di qua e di là ma non ci do importanza. Mi allungo per baciarlo a stampo ed esco fuori dall'auto. Prima di chiudere la portiera dico: <Grazie del passaggio> ammiccandolo divertito e malinconico.

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