Capitolo 10: Sensi di colpa

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Rosaline:
Era tutta colpa mia se la mia bambina era sparita, mi mancava ogni singola cosa di lei: la dolcezza con il quale mi chiamava mamma, il suo bel viso, quegli occhi cerulei che mostravano dolore, ma anche determinazione nello scoprire verità.
Non era mai stata intenzione mia nasconderle tutto, ma lo avevo fatto solo per proteggerla, sapevo che la verità l'avrebbe condotta via da me, ne ero certa.
La situazione lì in Polonia in quel tempo non era delle migliori, ma la mia migliore amica Ledra era stata costretta a rimanere li per dei conti in sospeso, il denaro veniva a mancare, mentre i figli andavano sempre aumentando. Finché quella sera non arrivò una notizia, Ledra ormai era incinta da ben sette mesi, doveva compiere un' ultima missione e avrebbe risanato i conti con il passato. Doveva trovare una via di fuga a tutto ciò che in quegli anni l'aveva rintanata a condurre una vita drastica. I mesi passavano e proprio quella sera il 2 maggio 1978, il mio telefono cominció a squillare insistentemente, lo presi e vidi su scitto: Ledra♥
Risposi velocemente domandandomi che cosa stesse succedendo, ma le uniche parole che mi arrivarono dall' altro capo del telefono furono:-"Sono a casa, la mia bimba sta per nascere".
Scesi e cominciai a correre verso la casa di Ledra, nonostante non vedevo nulla a causa del buio e la trovai li stesa sul pavimento che urlava per il dolore, ma il suo volto era così tenue che accennava la sensazione di dolore, ma piuttosto delineava la felicità.
Presi delle pezze e dell' acqua ormai non c' era più tempo, cercai di far respirare Ledra e cercai di farle spingere la creatura.
Dopo due lunghe ore finalmente nacque la nostra principessa, era calva e aveva gli occhi di una dea.

La vita è una fiamma che via via si consuma, ma che riprende ogni volta che nasce un bambino.
( George Bernard Shaw)

Guardavo come la piccola scrutava Ledra e guardavo il suo sorriso ogni volta che Ledra la stringeva a lei, era emozionante vedere l' amore tra una madre e una figlia. Quella notte la passai con loro e il giorno seguente Ledra mi fece promettere che mi sarei dovuta prendere cura della piccola fin quando lei non avrebbe completato la sua missione. Non sapeva quanti mesi o anni la tenevano ancorata al suo passato, ma ciò che voleva era essere indipendente, essere libera e scappare da questa gabbia chiamata società. Voleva sfuggire alla cattività del mondo, voleva ricrearsi una famiglia con tutti i suoi figli e il suo compagno, volevo ricominciare a vivere, ma prima bisognava disfarsi di quell'ultimo peso.
Promisi poiché Ledra era la mia migliore amica anzi era come la sorella che non avevo mai avuto.
La bambina sorrideva e dormiva tranquilla, Ledra decise che il suo nome doveva essere Odra, dal fiume Oder dove lei e Oscar si erano incontrati la prima volta. Quel posto per Ledra era come un paradiso, il paradiso dove aveva conosciuto l' amore della sua vita. Le diede proprio questo nome perché sapeva che dentro al suo cuore si nascondeva qualcosa di speciale e unico. Era l' ultima figlia, ma quella che un domani avrebbe amato più di tutta la sua vita.
Una settimana dopo mi ritrovai con questa dolce bambina che mi osservava e da subito capii di amarla, più cresceva più la sentivo come la mia vera figlia , più mi convincevo a non dirle la verità. La vedevo crescere: da piccola bambina spensierata, diventò un' adolescente sicura di sé e determinata, ma soprattutto diventò ciò che amavo di più nella mia vita.
Ciò mi faceva stare bene, ma allo stesso tempo male. Non potevo lasciar andare l'unica cosa che amavo, non potevo riconsegnare Odra a Ledra, non potevo farcela. Ero egoista, ma amavo quella bambina e io potevo garantirle un futuro sicuro. La amavo e non potevo vivere senza di lei.

Ripensavo a tutto questo: a Odra, al mio egoismo, a Ledra, alla Polonia a Rotterdam, ma soprattutto pensavo al fatto che l' avevo persa e non sapevo dove si fosse cacciata, avevo perso ogni sua traccia, l'avevo persa per sempre.
Ma infondo ciò che volevo far io era solo proteggerla e prendermi cura di lei perché quando ami qualcuno l' unica cosa che ti importa è che questa persona sia felice.
Io volevo vederla libera da tutto questo male chiamato società, volevo che crescesse in un ambiente migliore lontano dalle intemperie del mondo, io volevo la sua felicità, volevo vederla sorridere.

Cari lettori spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ovviamente è scritto dal punto di vista di Rosaline, è un mix tra un pensiero e i ricordi della nascita di Odra e ovviamente vi sono inseriti anche dei chiarimenti per comprendere la storia.
Lasciate un like e leggete in molti.
Ho bisogno di consigli♥
Dedico il capitolo al mio amoruccio ♥

Il respiro di un tulipanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora