Capitolo 2 - Partenza

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Appena arrivai sulla mia nuvola, Marcus era seduto ad aspettarmi. Mi sedetti vicino a lui e insieme guardammo la distesa del cielo.
- Evelyne, mi dispiace. - disse lui ad un certo punto.
- Ti dispiace? E di che cosa? - chiesi io, un po' stupita della sua affermazione.
- Sei troppo giovane e inesperta, avrei dovuto insistere per andare con te. -
- Marcus, non devi preoccuparti per me. -
- Ma io sono preoccupato per te! Tu sei mia sorella, non sopportarei di... -
Lascio' la frase sospesa nell'aria. Sapevo cosa intendeva, e non volevo che lo pensasse.
- Marcus, ci sono Alexander e Shara con me. Qualunque cosa possa succedere, ci saranno loro a proteggermi. Non sono sola. Devi stare tranquillo. - lo costrinsi a guardarmi. Nel sui occhi si vedeva l'angoscia che prendeva possesso di lui. D'istinto, lo abbracciai. Io e Marcus avevamo un legame molto forte, era stato lui a insegnarmi tutto: come usare i miei poteri, come volare, come fare bene il mio compito... Insomma, era stato un padre per me. Dopo qualche minuto si stacco' dall'abbraccio, si alzo' e mi rivolse un'ultima occhiata.
- Ciao Evelyne. Buona fortuna -
Detto questo, se ne ando'. Mi sdraiai, anche se sapevo che sarebbe stato impossibile riposare.
                             ***
Mi sentii toccare la spalla e mi svegliai di soprassalto.
- Ehy ehy, sono io. -
Mi girai e vidi Alexander.
- Non volevo spaventarti. Forza, dobbiamo partire. -
Alexander mi sorrise. Svegliai le mie ali e volai insieme ad Alex.
Arrivammo in una grossa nuvola dove vidi Shara parlare con un altro angelo. Appena ci vide, ci raggiunse e disse.
- Eccovi qui! Forza dobbiamo andare -
- Si - disse Alex sorridendo.
L'altro angelo venne da noi è Shara lo presento'.
- Lui è Cribbel, sarà lui a creare il portale che ci porterà in Italia. -
Spiegando più a me che a Alexander. L'angelo mi porse una mano.
- Molto lieto di fare la vostra conoscenza. Allora, siete pronti?-
- Sì - disse Shara con fermezza.
- Bene, fate buon viaggio! - ci auguro' l'angelo. Poi, alzo' le braccia e le schianto' con una forza sovrumana contro la nuvola. A quel punto', il terreno sotto di noi comincio' a cedere e si formo' una fortissima luce, che mi costrinse a chiudere gli occhi. Precipitammo di colpo con grande velocità, e il mio spirito comincio' a prendere forma. Prima la testa, poi il corpo e infine le braccia e le gambe. Mi sentii come se fossi pesante, ma allo stesso tempo leggera come una piuma. Per tutto il tragitto non aprii gli occhi, un po' per la paura e un po' per la luce accecante. Stavo tremando dall'agitazione, quando una strana sensazione mi travolse nella mano. Ci misi un po' a capire che un'altra mano mi aveva toccata e mi stava stringendo. E in quel momento, il senso di agitazione lascio' il posto alla sicurezza.

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