Capitolo 5 - Arianna

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Aspettai che la ragazza terminasse di parlare con una donna anziana e, quando si voltò mi trovo davanti a sé.
Non potei non notare la stupore sul suo viso.
Per gli umani ero alto un metro e ottantanove, e al mio fisico perfettamente allenato, con lunghi capelli d'oro che mi coprivano metà schiena, occhi ambrati come un gatto Certosino ed una pelle priva d'imperfezioni andavano a sommarsi lineamenti delicati, lunghe ciglia nere, sopracciglia tratteggiate e unghie lunghe.
Avevo cercato di limarle il più possibile, ma erano comunque lunghe per un uomo... mortale.
Una moglie umana di mio padre mi aveva detto che gli umani quando guardano gli Espirit pensano subito alla parola "androgino".
Quando mi aveva spiegato che cosa significasse avevo storto il naso.
La virilità di un Espirit si misura dalla sua abilità nel combattimento e dalla cultura, non dal suo aspetto.

<<B-buonasera! Signor...?>> chiese la ragazza, porgendomi la mano.

<<Elijah Fire>>.

Lei spalancò occhi e bocca.

<<Mi... mi scusi... non ricordo l'associazione per il quale lavora>>.

Non lavoro per nessuna associazione. Il cognome è il mio elemento in lingua inglese e il nome è lo stesso dell'unico umano con cui ho stretto amicizia... ed è morto da almeno trecento anni.

<<Non fa niente!>> dissi regalandogli un sorriso a trentadue denti. Dovevo cambiare argomento e qui entrava in gioco l'arte della conversazione.

<<Sono stupito di non vedere il Governatore, non è stata sua l'idea dell'evento?>> chiesi ed il mio tono era leggermente seccato. <<Ad ogni modo spero di trovare qualcuno qui che possa rispondere alle mie domande o sarò costretto a prendere il mio collaboratore e ad andare via... >> dissi facendo un breve cenno nella direzione dove avevo lasciato Fuarian.

A quelle parole, come avevo previsto, la ragazza accantonò qualunque interrogativo per trattenermi.

<<Il Governatore è stato trattenuto da impegni che richiedono la sua presenza e non possono essere posticipati. L'idea dell'evento è mia in realtà, pertanto posso rispondere ad ogni sua domanda>>.

Colsi la palla al volo senza indugi.

<<Quali sono i piani futuri del Governatore riguardo agli Arcani?>>.

La ragazza arrossì.

<<Signore, io non sono in possesso di simili informazione, sono sua figlia, non lavoro al Governo>>.

Sua figlia? Chiese una vocina dentro la mia testa, ma ora non potevo darle ascolto: il ferro si batte finché è caldo.

<<Avevate detto di poter rispondere a qualunque domanda... >> replicai con delusione.

Guardai di nuovo indietro, dove avevo lasciato mio fratello. Non mi mossi, ma il mio gesto fece capire alla ragazza che, o mi dava una qualche informazione che potesse compensare, o la mia prossima parola sarebbe stata di congedo.

<<Posso dirle qualunque cosa sia già stata decisa, ma davvero non so niente di quelle future!>> nel dirlo aveva afferrato con una mano il mio braccio sinistro, proprio sopra il marchio.

Io non mi ero mosso, avevo solo ruotato leggermente il busto, ma lei mi aveva afferrato lo stesso.
Era proprio spaventata dal vedermi andar via!
E di colpo, capii: anche lei cercava di dimostrare a suo padre quanto valeva, proprio come me.
Sollevai le sopracciglia e sorrisi... con discrezione.

Prologues of Arcani - Il cavaliere rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora