Capitolo 7

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Andrew POV
"Questo è l'ultimo regalo!"
Sorrido alla zia prendendo il pacchetto che mi sta gentilmente offrendo.
"Quanti regali zia, non dovevi!"
La ringrazia Ian recuperando anche lui il suo.
Li scartiamo contemporaneamente rimanendo perplessi appena finito: due rotoli di cartigienica a due strati.
La zia scoppia in una fragorosa risata.
"Dolcetto scherzetto! I veri regali che vi ho fatto sono i videogames e i maglioncini di lana fatti a mano!"
Io e Ian ci guardiamo confusi, poi ringraziamo la zia per l'ennesima volta e andiamo a posare i rotoli di cartigienica insieme agli altri regali.
Ho ricevuto un bel pò di roba quest'anno: due felpe da parte di mamma e papà, un libro di Edgar Allan Poe da parte di Victor, un paio di occhiali da sole da parte di Tanya (inutili poichè siamo in inverno), degli auricolari da parte di mio fratello (non mi aspettavo neanche che mi facesse un regalo), un paio di boxer da parte di Richard (non fate domande) e infine un videogioco e un maglioncino di lana rossa da parte della zia.
In cima alla pila di regali si trova una scatolina con un fiocco rosso. La recupero. Il regalo per Eleanor.
"Zia, questo è per te. Buon Natale."
Alla zia non ho offerto niente, e non mi sembra giusto regalare qualcosa ad una persona che ti ha cancellato dal suo mondo al posto di qualcuno che ti ci ha appena inserito.
"Oh, grazie tesoro!"
Apre la scatolina e appena vede il braccialetto, sul suo viso compare un'espressione meravigliata.
"Che bello!"
Se lo lega al polso e poi mi abbraccia affettuosamente.
"Ragazzi, abbiamo un annuncio importante da farvi!"
La mia attenzione viene catturata da mia mamma che, a quanto pare, ha qualcosa di urgente da comunicare.
"Come sapete bene, a capodanno io e papà ci rechiamo sempre a casa del nostro capo di lavoro per festeggiare il nuovo anno insieme ai nostri colleghi. Quest'anno però andremo in un posto molto più speciale... In Spagna!"
Papà sorride poco convinto e finisce il discorso della mamma.
"Già, il dodici di gennaio Alba si sposerà e io e vostra madre siamo stati invitati. Quindi dopodomani partiremo e festeggeremo insieme alla famiglia spagnola sia capodanno che le nozze di vostra cugina."
"E noi?"
Non ho nessuna intenzione di lasciare Denver, quindi se ci abbandonano qui, tanto meglio. Me ne farò una ragione.
"Emh... ragazzi, non vi arrabbiate ma... non avevamo abbastanza denaro per pagare anche a voi il biglietto di andata."
"Fa niente."
Rispondiamo in coro io e Ian.
"Però non vi preoccupate! Non rimarrete di certo soli per due settimane!"
"Cioè?"
Chiedo vagamente preoccupato.
"La zia Carol rimarrà con voi ancora per dieci giorni, poi ci raggiungerà a Madrid per il matrimonio e neanche una settimana dopo io e papà saremo di nuovo qui, in tempo per festeggiare il vostro compleanno!"
Io e Ian ci scambiamo una rapida occhiata. Fantastico, dovremo subirci la zia ancora per un bel pò.

Ian POV
Qui fuori fa freddo, ma volevo stare un pò da solo per provare la nuova chitarra che mi hanno regalato i miei genitori.
Prima usavo quella vecchia del nonno Jhon, ma averne una mia é tutt'altra cosa. Le ho pure dato un nome: Mickey.
Inizio a suonare qualche nota a caso, riuscendo comunque a comporre una bella melodia.
"Che canzone è?"
Mi giro di scatto verso la persona che mi ha appena rivolto la parola.
"Richard?"
Lui mi sorride e viene a sedersi accanto a me, sulla gradinata più alta del campo da football.
"Che ci fai qua?"
"Un giro."
Lo guardo poco convinto.
"Stavi spacciando?"
Lui non risponde. Sorride soltanto.
Rimaniamo in silenzio per un pò.
"Andrew sta a casa. Ti ringrazia per... i boxer."
"Sono felice che gli siano piaciuti."
"Non ho detto questo."
Se possibile, riesce a fare un sorriso ancora più bello dei precedenti.
In lontananza un gruppo di ragazzi della squadra di football si stanno allenando facendo vari tipi di esercizi che sembrano essere faticosi.
Rimango a guardare un giocatore in particolare. Ha i capelli castani raccolti in una semplice coda e due occhi blu scuri come il cielo notturno.
"Che figo il numero cinque."
Mi tappo la bocca con la mano. Che cazzo sto dicendo?
Mi volto verso Richard che sorride in modo ambiguo mentre cerca con lo sguardo il numero cinque.
"E io come sono?"
"Eh? Come faccio a dirlo?"
La situazione si sta facendo particolarmente imbarazzante.
"Non lo so, sei gay, dovresti saper dare un giudizio ad un ragazzo."
"Ma che cazzo? Io non sono gay!"
Si mette a ridere.
"Calmati, stavo solo scherzando."
Si alza dalla panchina e infila le mani nelle tasche.
"Comunque, solo per dire, il numero cinque è gay non dichiarato."
Mi fa l'occhiolino e poi si allontana.
"Io non sono gay!"
"Ed è pure single."
"Idiota!"
Lo sento ridere per un'ultima volta, poi sparisce in direzione del parcheggio.
Rimango in silenzio sulla panchina, con la chitarra fra le mani.
Io non sono gay. Mi ripeto.
Io non sono gay. Trovo solo figo il quarterback e molto bello Richard. Cerco con lo sguardo il quarterback.
Io non so gay. Ma penso che ripetermelo nella testa non servirà a niente.

Fall to Fly [INCOMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora