La raggiunsi di sopra. Vidi la porta della sua camera socchiusa e pensando che fosse lì dentro, sbirciai all'interno. Era girata di spalle, mentre guardava fuori dalla finestra, probabilmente, con aria assente. Entrai all'interno della stanza e chiusi la porta. Lei sussultò, a causa dello spavento e poi si girò verso di me. Notai delle lacrime scendere sul suo volto, prima che lei si girasse di nuovo molto, probabilmente per non farmi vedere che stava piangendo «girati » le ordinai, ma lei non mi ascoltò. Era la stessa di sempre. Odiava mostrarsi debole agli occhi degli altri. Per lei piangere era una sorta di debolezza e a lei non piaceva sentirsi debole.
Andai verso di lei e le afferrai il polso costringendola a girarsi verso di me. I suoi occhi, la sua bocca, il suo viso, solo ora che ce li avevo a pochi centimetri di distanza, capivo quanto mi fossero mancati. Avevo una tale voglia di baciarla, di riassaporare dopo tanto le sue amate labbra. Quanto mi era mancata e soprattutto quanto mi era mancato non poterla vedere ogni fottuto giorno. Soffai sulle sue labbra e lei chiuse gli occhi, mentre ogni singola vertebra tramava per il mio contatto. Ricordo ancora quando in passato lo facevo e lei crollava sotto il mio tocco. Questo amavo di lei, la sua delicatezza, la sua purezza, la sua dolcezza che la faceva piegare in due sotto il mio tocco, amavo farle quell'effetto, perché solo in quei momenti realizzavo che fosse veramente mia. Amavo tutto di lei, avrei amato anche le sue imperfezioni, se solo ce le avesse avute. Lei era perfetta al cento per cento. Dolce, bella e così fottutamente non miaGià Harry ricordatelo non ne più tua
Lo so
Allora agisci da una persona che lo sa e allontanati da lei, prima di commettere un'errore
Volerla baciare... amarla non possono essere degli errori
Lo sono se lei non prova lo stesso per te
«perché piangi? » le domandai, allontando leggermente il mio viso dal suo per non avere l'impulso irrefrenabile di baciarla. Già, quanto mi mancavano le sue labbra «no, niente, stupidaggini » disse asciugandosi le lacrime «ti conosco troppo bene e da tanto tempo a me non puoi mentire. Tu non hai mai pianto per delle stupidaggini » già, lei era così non crollava mai, a meno che l'ostacolo che doveva affrontare fosse troppo grande anche per lei «Harry, le cose cambiano» già, hai ragione, non sai quanto «lo so» restamo in silenzio a guardarci per secondi forse minuti, entrambi rimurginando ad un passato che oggi sembra tanto lontano, forse troppo lontano.
«perché te ne se andata? » quella domanda, da cui tanto tempo volevo risposta, uscì involontariamente dalla mia bocca. Alla mia domanda, lessi la paura nei suoi occhi. Ma la paura di cosa? Forse mi nascondeva qualcosa? «perché era tutto troppo per me» «cosa? » «tu... x-factor.... i tour. Era troppo per me ed io volevo solo una vita semplice, comune» «avresti potuto dirmelo invece di scappare. Avrei rinunciato a tutto questo per te. Lo sai? » «sì, lo so per questo non te l'ho detto. Non volevo che rinunciassi a quello che ti faceva sentire bene, a causa mia » quanto cazzo la amo «tu eri l'unica cosa che mi faceva sentire bene e quando te ne se andata mi è crollato il mondo addosso. Sai quanto cazzo mi hai fatto male? » dissi alzando involontariamente il tono. Lei abbassò il capo «mi dispiace» sussurrò semplicemente «sai la cosa che dispiace a me? » lei scosse la testa «che con un semplice 'mi dispiace' il dolore non se ne vada via» «io volevo farti del male, ma ho dovuto perché....» lei sgranò gli occhi e ciò mi fece intuire che stava per lasciarsi sfuggire qualcosa che però non voleva dirmi «ma hai dovuto perché? » dissi tentando di farla continuare «ma.... lo avresti dovuto capire già da solo, le cose non vanno mai come vogliamo» putroppo sapevo anche questo «non hai riposto alla domanda, perché te ne se andata via da me? » «perché dovevo» «cosa intendi? » «che alcune cose vanno fatte e basta, senza un perché » «che significa? » «che non tutto deve avere per forza una logica. Non tutto va fatto ragionando. A volte bisogna solo seguire il proprio istinto, anche se... » «anche se? » «la maggior parte delle volte sbaglia» nella sua voce lo sentivo, dietro a quella frase c'era qualcosa di grande, forse troppo grande anche per lei. «stai dicendo che ti sei pentita di essere scappata? » «di quello e di molte altre cose » «quali? » chiesi volendo sapere di più «niente in particolare. Ho solo guardato indietro nel passato e capito che oggi non farei le stesse scelte che ho fatto in passato, ma..... ma quel che è fatto è fatto, niente potrà più cambiarlo» già, purtroppo non si può cambiare il passato «mettiamo il caso che tu potessi porre rimedio ai tuoi errori, saresti lo stesso fuggita da me? » mi guardò con una tale profondità, che sembrava quasi riuscisse a leggermi l'anima attraverso i miei occhi «no» sorrisi alla sua risposta «solo ora mi rendo conto di aver fatto una scemenza scappando, ma ormai è troppo tardi» «non si è mai troppo in ritardo per porre rimedio ai propri errori» «ti sbagli, per alcuni sì» a cosa si riferiva «di quali errori parli? » «nessuno in particolare» ci furono di nuovo attimi di silenzio, mentre invece le cose da chiarire erano ancora tante
«sai? Ti sbagli. Anch'io in passato lo pensavo, ma io non scappavo da te » cosa intedeva dire? «allora da cosa scappavi? » le mi guardò di nuovo profondamente ed io sperai sinceramente che momenti come questi non finissero mai «dalla paura»Dalla paura dalla paura. Quella parola continuava a rimbombarmi nella testa. Ma cosa intendeva dire?
Allora ragazze, questo mi sa che è l'ultimo capitolo che scrivo questa settimana, almeno che non lasciate qualche commento bacini
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Il Ragazzo Che Mi Mise Incinta Tre Volte
FanfictionCosa accadde quando il passato torna come se non volesse essere dimenticato... come se non volesse essere semplicemente passato, un ricordo lontano che non tornerà mai più? _ 'prima la carriera e poi la famiglia 'questo mi diceva sempre lui. A volte...