Capitolo 6.

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Le lezioni passarono velocemente, era la fine della quinta ora è quella campana non voleva suonare, e io non vedevo l'ora di uscire da quella classe e di vedere Alberico. Mi aveva detto di aspettarlo all'uscita della scuola di fronte al cancello.

Dopo secondi che per me erano ore la campana suonò io uscii e incontrai il tizio carino col ciuffo, Alberico, che mi sorrise e si avvicinò a me per salutarmi con una mano.
-Quindi, dove mi vuoi portare?- chiesi troppo curiosa, al dire la veritá ero un pò impaurita dallale decisioni di Alberico.
-Non sai aspettare?- disse di nuovo con la sua maniera arrogante.
-Scusa, sei tu quello che trascina le persone e le porta in luoghi sperduti chissà dove per per Bari.- dissi ora anch'io con un pò di arroganza.
-Io non ti sto trascinando tu sei voluta venire, io te l'ho solo chiesto potevi dire benissimo di no, me ne sarei fatto una ragione. Se vuoi puoi anche andartene e non tornare nessuno ti obbliga.-
Sembrava dolorante nel dire quelle parole, mi faceva quasi pena.

-Okay, resto.- dissi dopo attimi di silenzio.
-Va bene, allora andiamo.- mi prese dal polso e in quel momento i miei battiti accellerarono al suo tocco ero imbarazzata, molto.
Camminammo per tutto il taggitto con la sua mano sulla mia. -Siamo quasi arrivati dobbiamo solo oltrepassare questa staccionata.- era una staccionata enorme ma come avremmo fatto a oltrepassarla?
-Come facciamo a....- neanche il tempo di concludere la frase che Alberico alzò delicatamente una tegola della staccionata a modo di porta e entrammo.

Vidi una casa abbandonata, la stessa casa che si vedeva dal giardino della scuola, quella che vidi insieme ad Alex.
-Beh, non è un gran che ma ora arriva il pezzo forte ma devi chiudere gli occhi.- disse -Okay, guidami tu.-
Chiusi gli occhi, lui con un braccio mi teneva la spalla e con l'altro la schiena, il suo tocco mi faceva venire i brividi.
Dopo che sono inciampata almeno tre volte grazie alla 'guida' di Alberico lui disse -Ora puoi aprire gli occhi-
Spalancai gli occhi e vidi un panorama, si vedeva tutta la cittá. Io adoro i panorama di qualsiasi tipo, soprattutto di giorno anche se di notte sono ancora più belli.

-È bellissimo.- avevo le pupille dilatate. -Tu di piu- Quasi sentii uscire dalla bocca di Alberico. -Cosa?- Dissi curiosa di quello che aveva detto. - No, niente.- disse come se fosse un segreto, io ignorati completamente e continuai a guardare il panorama.

Sentivo il silezio che c'era nei nostri volti a guardare quella  meraviglia.
Vedevo le montagne da una parte e il mare dall'altra con dentro una piccola città, potevo vedere tutto è tutti. Questa era Bari.

Il cielo era grigio, non si vedeva un briciolo di sole da giorni. Guardai nel cielo e vidi uno spiraglio di luce in mezzo alle nuvole. Mi ricordava come un'Angelo che stava per scendere in terra. Poco dopo vidi formarsi un arcobaleno tra le montagne. -Guarda un Arcobaleno!- dissi indicandolo con le dita. Era bellissimo io adoravo gli arcobaleni.

-Facciamoci una foto!- disse Alberico col suo tono serio e con un sorriso sulle labbra -Si!- dissi quasi con un tono da bimba piccola. Alberico prese il telefono riportammo le spalle verso il panorama, lui mi prese con un braccio dai fianchi e con altro reggeva il telefono a modo di 'selphy' -Sorridi- disse ridendo. Io sorrisi e scattammo tante foto le più belle erano quelle con le faccine buffe e ridicole ma la mia preferita e quella dove Alberico mi diete un bacio nella guancia mentre io ridevo.

Ci guardammo negli occhi per vari secondi quando lui abbassò lo sguardo. Ero rossissima in quel momento ero sicura di essere andata a fuoco. Volevo sapere perché mi aveva portato quì qual'era il suo scopo. Lui un minuto era gentile il minuto dopo era uno stronzo. E poi perchè ce l'aveva tanto con me?

-Perchè mi hai portato quì?- dissi chiudendo il silenzio e spostandosi da lui. - Mi sembrava carino portare una bambina come te in un posto dove puoi essere quello che vuoi agli occhi degli altri- dove voleva arrivare? Voleva dire che io ero arrogante? Voleva dire che io ero una bambina viziata peggio di Stephany? Ecco cosa mi faceva mandare a fanculo i nervi. Perchè era così. Ero tremendamente furiosa! Cosa aveva in quella testa al posto del cervello, Patate? Ero tremendamente rossa dalla rabbia che decisi di dirgliene almeno quattro.

-Okay. ALBERICO MI HA STUFATO IL TUO MODO DI FARE, PRIMA SEI DOLCE E SUBITO DOPO UNO STRONZO DOVE VUOI ARRIV...-Urali, le mie parole vennero fermate da un'Alberico che strillava dalle risate dal divertimento che gli procuravo.  -Te l'hanno mai detto che sei così carina quando ti arrabbia?- io ricominciai ad andare a fuoco dalle sue parole. Ma ero ancora presa dalla rabbia e così decisi di fare l'unica cosa che mi venne in mente, andarmene via. -Okay ciao.- dissi infine, ero troppo stufa di Alberico e del suo modo di fare. Ora riuscivo a capire perchè gli altri lo votavano. Come si può stare insieme ad un ragazzo come lui? Era insorportabbile. Presi il mio zaino e mi icammimai alla staccionata dove c'era l'uscita. -Dove stai andando Noe?- Adoravo troppo quando diceva il mio nome, ma non riuscivo a capire cosa gli importasse. -il più lontano possibile da te.- mi sentii afferrare dal polso, era la sua mano che mi teneva stretta. I miei battiti accelerarono a quel semplice tocco. -Ti accompagno.- Ma cosa non capiva che volevo stare lontano da lui? -Non puoi accompagnarmi se devo stare lontano da te.-   -Allora non farlo e resta con me.-
-Alberico devo andare.- mi girai e me ne andai.

Tornai a casa si erano fatte le 17:00, cavolo com'era tardi e io avevo molti compiti da fare.

Erano solo le 21:33 quando finii di fare i compiti e mia madre mi chiamò per scendere sotto a cenare, il suo tono di voce era strano e poi c'era baccano al piano di sotto come se stesse parlando con qualcuno.

Scesi le scale e quasi urlavo dalla felicitá che avevo in quel momento, davanti a me c'era la mia migliore amica Francesca. Gli salati addosso e incominciai a piangere dalla gioia che mi procurava vederla, io e lei siamo cresciute insieme nulla e nessuno ci poteva separare nemmeno quella dannata distanza.

-Ma cosa ci fai quì? Non dovresti essere a Catania?- quasi urlavo dall'emozione.
- Lo so, ma mi sono messa d'accordo con tua madre e volevo farti una sorpresa.- disse lei con un sorriso a trentadue denti.
-Ma per quanto resterai?-
-per 15 giorni, potremmo fare di tutto ho un sacco di cose che devo raccontarti e farti vedere-
-Che bello che tu sei quì con me!!- Mi serviva molto il suo aiuto in questo periodo lei è la mia wanderwall (ancora di salvezza).

***

Spazio Autrice:
Hi guys scusate se non ho potuto aggiornare questo capitolo per favore non picchiatemi ahaha purtroppo sono molto impegnata con la scuola e non  posso aggiornare spesso comunque vi prometto che a breve uscirá un altro capitolo ciauu :3

_Our_Story_♡/Alberico De Giglio\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora