Capitolo 1

44.5K 771 15
                                    

Emely Anderson non aveva mai avuto nulla a che fare con le ragazze di buona famiglia, dolci, aggraziate e innocenti.

No.

Emely Anderson era la classica ragazza ribelle, pazza, delirante, piena di energia, provocante, sensuale, amante del divertimento e tutt'altro che innocente.

Lei incarnava il peccato.

Emely Anderson era una che si cacciava nei guai costantemente per il semplice fatto che adorava agire sempre d'impulso e cercava di cogliere il tanto bramato attimo fuggente e, fu proprio quello il fattore che l'aveva portata a ritrovarsi in quella vicenda.

Tutto era iniziato in una calda serata di Settembre quando la scuola era iniziata da poco ed Emely , ritornata con la sua solita compagnia di amici, aveva ripreso a frequentare le stesse feste alle quali solo loro avevano il coraggio di frequentare.

Per tutti quei mesi lei, visto che i suoi due migliori amici Opal e Simon Brennan erano partiti per le vacanze estive e lei non si fidava di nessun'altro, era rimasta avvolta in una specie di vita monotona, che l'aveva resa un pó più solitaria del solito.

L'arrivo dei suoi due migliori amici, peró, aveva fatto cambiare tutto e come conferma ci fu proprio la partecipazione a quella festa in cui avrebbero visto solo persone sconosciute: un vero e proprio divertimento, dopotutto, Emely amava il fatto che nessuno la conoscesse, aveva la giustificazione valida per potersi comportare come meglio preferiva, per far conoscere o nascondere qualcosa che con gli amici non avrebbe potuto fare.

Arrivarono piuttosto tardi di fronte a quell'enorme villa, già scenografia di tanti racconti fra gli adolescenti più importanti, totalmente illuminata e dalla quale proveniva una gran bella musica. Tutto aveva un aspetto così invitante che nessuno dei tre giovani riuscì a trattenersi nell'entrare lì dentro e darsi alla pazza gioia, così si separarono ed Emely si ritrovò sola in una sala piena di giovani che parlavano, ridevano, scherzavano, ballavano, si strusciavano e tante tipiche cose che chiunque avrebbe fatto ad una festa.

Generalmente Emely si sarebbe comportata allo stesso modo, avrebbe fatto amicizia con qualcuno e si sarebbe "divertita" com'era solita fare, ma quella volta non riuscì proprio ad alzarsi dallo sgabello che aveva trovato per sedersi appena aveva messo piede lì dentro.

Si sentiva osservata, costantemente seguita da occhi che non riusciva a scorgere in quell'amnasso di gente.

Era una sensazione terribile: si sentiva come se fosse una preda in fuga da un pericolo misterioso che sembrava essere ovunque e in nessun posto allo stesso tempo.

Si guardò intorno per circa mezz'ora, ossessionata da quella paura che l'aveva attanagliata da quando aveva messo piede lì dentro. Non le era mai capitata una cosa simile.

Non vedendo nessuno si convinse che, propabilmente, si fosse trattato solo del frutto della sua fervida immaginazione, ma poi lo vide.

Seduto su di un divanetto di pelle bianco dal lato opposto della sala, vi era un ragazzo che, ovviamente, non aveva mai visto prima e che l'aveva inchiodata col suo sguardo azzurrino e disarmante. La stava studiando centimetro per centimetro, senza curarsi della ragazza al suo fianco che provava a richiamare la sua attenzione in tutti i modi.

Emely si sentì a disagio: quello sguardo era troppo profondo e invadente, si sentiva nuda al suo cospetto; sembrava stesse cercando qualcosa in lei, come se volesse leggerle l'anima o comandare la sua mente.

CensoredDove le storie prendono vita. Scoprilo ora