Capitolo 10

17.2K 472 9
                                    

Darren spense l'auto e voltandosi verso di lei disse con aria innocente e un sorriso altrettanto angelico: - Eccoci qui, a casa tua. Sicura di non voler rimanere da me per oggi? - chiese poi gentilmente posandole una mano sulla coscia.

Lei aveva insistito per ritornare a casa dopo le lezioni, doveva pur sempre dare una riordinata a quel buco di casa.

Emely rivolse lo sguardo verso di lui poi rispose con la stessa gentilezza: - No, tranquillo. Preferisco non essere d'intralcio per Charlotte.

Darren era stranamente di buon umore, ecco perché giustificó la decisione di Emely e aveva anche accettato la sua richiesta di tornare a casa.

Sorrise leggermente e poi,posandole un bacio sulle labbra, disse: - Va bene Em, allora ci vediamo.

La ragazza rimase spiazzata da quel gesto e, dopo essere arrossita, annuì e scese dalla sua macchina, aspettando che Darren uscisse dal vialetto e si dirigesse verso il suo impegno pomeridiano ignoto.

Non appena Emely lo vide scomparire per le vie della città entrò in casa per poterla sistemare e in seguito oziare e cercare di ristabilire l'equilibrio con Simon e Opal, i quali da buoni e perfetti migliori amici avevano provato a contattarla in tutti i modi dopo l'accaduto.

Erano dei programmi che avrebbe portato a termine con facilità se a rovinare il tutto non fosse stata la presenza inaspettata di qualcuno che Emely temeva più di ogni altra cosa esistente al mondo.

Una presenza che la fece sussultare non appena ebbe chiuso la porta dietro le proprie spalle.

Una presenza che le incuteva più paura perfino di Darren e tutte le sue minacce.

Una presenza che non avrebbe mai potuto evitare e che avrebbe dovuto affrontare nel bene e nel male.

Infatti, Emely quando mosse qualche passo verso le scale del piano superiore si rese conto che su di esse era seduto un ragazzo alto, dai capelli color biondo cenere e gli occhi scuri iniettati di sangue.

Possedeva le occhiaie di chi non dormiva da giorni o, peggio, faceva uso di stupefacenti; la barba,dello stesso colore dei capelli, era poco curata anche se corta;i muscoli contratti per chissà quale strano motivo.

Lui la stava fissando ininterrottamente, era uno sguardo che l'aveva spogliata di ogni sicurezza e la rendeva nuda e vulnerabile al suo cospetto.

Non era certamente la stessa sensazione che provava a contatto con gli occhi di Darren.

Emely rimase stupita nel vederlo e il giovane, di circa 24 anni, si compiacque della sua reazione e la salutò con un sorriso malizioso: - Ehi dolce Em, contenta di rivedermi?

Per quanto le potesse sembrare assurdo, quello era suo cugino Oliver di ritorno dal suo viaggio in Messico, terminato prematuramente visto quel suo inaspettato ritorno.

Oliver, non udendo alcun suono provenire dalla ragazza, si alzò e con lo stesso sorriso le si avvicinò per sfiorarle un braccio e dire: - Cosa ti prende cuginetta?

- N...Niente - riuscì a dire Emely sfuggedo immediatamente dal tocco del ragazzo.

Non voleva essere toccata, nè sfiorata, nè avere un qualsiasi altro rapporto fisico con Oliver.

Era stato proprio lui la sua rovina, era stata colpa sua se aveva perso la verginità e se si ritrovava in quella putrida casa ai suoi ordini.

Oliver non era il classico cugino più grande che badava alla casa e si occupava della cugina rimasta orfana. No.

Lui era spregevole: si drogava, pensava solo al sesso e non gli importava dei sentimenti altrui, dopotutto se avesse avuto un briciolo di cuore non avrebbe nemmeno costretto Emely ad avere il suo primo rapporto completo con lui a quindici anni.

Era un essere immondo e snaturato, Emely lo odiava ma non poteva opporsi poichè ribellarsi equivaleva a subire la sua violenza ed Oliver non era certo tipo da rifiutarsi di metterle le mani addosso.

E poi dove altro sarebbe potuta andare se lo avesse abbandonato? E se mai sarebbe riuscita ad uscirne integra una volta lasciatolo?

Preferì non rispondere male e andare direttamente in cucina per non turbarlo.

L'ultima volta che aveva provato ad opporsi involontariamente, si era ritrovata con un braccio martoriato per circa due settimane: non voleva provare ancora la sua forza bruta sul proprio corpo.

Il ragazzo, però, non era nemmeno uno che si arrendeva, così la seguì e le chiese premuroso: - Allora? Come sono stati questi mesi senza di me? Ti sono arrivati i soldi che ti ho spedito?

- Si, tranquillo - aveva risposto Emely prendendo la scatola del latte dal frigo e mettendosi a sedere per versarsene un bicchiere e far finta che tutto stesse andando bene.

- Mmm - mugolò lui da dietro, probabilmente infastidito dal comportamento della ragazza che provava in tutti i modi ad evitarlo, ma decise di mantenersi calmo, così chiese ancora, posando entrambe le mani sulle sue spalle: - Hai fatto la brava ragazza?

- Con chi mi sarei dovuta comportare male? - chiese Emely come se non avesse capito il vero senso della domanda.

- Non so, forse con Michael - ipotizzò il giovane riferendosi ad alcuni suoi amici drogati e reggendo il gioco della ragazza - Lorence, Frederick...

- Non è venuto nessuno in tua assenza, Oliver - lo interruppe subito la ragazza per potersi risparmiare l'elenco di tutte quelle persone che le facevano semplicemente ribrezzo.

- Quindi sei stata sola, soletta - commentò il ragazzo leccandosi le labbra.

Emely non poteva vederlo, ma avvertiva quel suo gesto: lo conosceva molto bene e non si sarebbe stupita di una cosa simile, piuttosto avrebbe provato ad allontanarsi e trovare una scusa per evitarlo.

Fece proprio così non appena il suo sesto senso si mise in azione, ma prima che potesse anche solo provarci, Oliver con un rapido movimento fece voltare la sedia verso di sè con lei ancora seduta sopra e, guardandola negli occhi, disse languidamente: - Perció vuol dire che ti sono mancato...

Non era una domanda, era una certezza sbagliata che Oliver continuava a custodire da anni; proprio non riusciva a capire che quella ragazza in realtà lo detestava e se avesse potuto lo avrebbe anche ucciso senza pietà.

Emely avrebbe tanto voluto urlargli in faccia il proprio disgusto nel vederlo così vicino e vivo, ma doveva trattenersi per il proprio bene, così abbassò semplicemente lo sguardo, maledicendosi per aver accettato di indossare quel vestito regalatole da Darren.

Oliver certamente non si fece scoraggiare e con le mani nude provò ad intrufolarsi sotto il tessuto fine e pregiato del suo abito e le sussurrò all'orecchio: - Bello questo vestito, dove lo hai preso? E' corto proprio come piace a me.

Emely non fece nemmeno in tempo a rispondere che lui si dedicò al bacio vorace che voleva lasciare sul suo collo, esile e ben esposto per via dei capelli raccolti.

La giovane strinse gli occhi, convinta di non poter fare più niente per scappare da quell'inferno che stava per abbattersi su di lei, ma ancora una volta venne salvata dalla sorte.

Dei forti colpi alla porta fermarono tutto.

Oliver, infatti, era corso alla porta non appena udì la voce di un qualche amico fuori dire: - Oliver, apri! Cazzo, nessuno mi aveva detto del tuo arrivo.

Prima però posò alla cugina un lieve bacio sulle labbra e disse: - Continuiamo dopo.

In quel modo aveva marchiato ancora una volta la ragazza che non si sentì libera di tirare un sospiro di sollievo e potè solo sperare che Oliver si dimenticasse di tutto e la lasciasse in pace per un bel pò di tempo.

CensoredDove le storie prendono vita. Scoprilo ora