Capitolo 30

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Emely rimase inerme al suo cospetto, senza trovare il coraggio necessario per proferire parola o anche solo per affrontarlo.

L'azzurro dei suoi occhi la perseguitava, la leggeva nel profondo insistentemente, la rendeva come sempre vulnerabile a tutto.

Si sentiva come un ramoscello esposto alle intemperie in una gelida notte d'inverno.

Darren non aveva bisogno di parlare, conteneva la rabbia stringendo i pugni e osservando severamente Emely, così lontana e allo stesso tempo così vicina.

Avrebbe potuto ucciderla all'istante se non l'avesse amata così tanto.

Rimasero in quello stato per attimi che sembrarono essere secoli, poi, Darren prese la parola e quasi con disgusto chiese per offenderla: - Cos'é? Non hai neanche il coraggio di guardarmi?

Furono parole taglienti come coltelli ed Emely già sentiva il cuore sanguinare; Darren continuó: - Ti devo proprio far schifo se non riesci a guardare negli occhi la persona che hai detto di amare - la ferì ancora - Ti devo fare proprio schifo se hai deciso di lasciarmi cosí.

- Smettila Darren - riuscì a dire Emely con voce tremolante.

- Perchè? Non é la verità? - chiese Darren cominciando ad alterarsi.

- No.. - rispose la ragazza debolmente.

- E allora come lo spieghi tutto questo? Come spieghi la tua telefonata di rottura? Come spieghi te e Ryan insieme? - chiese gridando il ragazzo spaventandola sempre di più.

Pregava il cielo di non perdere il controllo e di non farle alcun male.

- Io... - cominció a dire Emely per potersi confidare e svelare quell'immenso pasticcio, poi, ricordandosi le parole di Ryan, abbandonó quell'idea e disse: - volevo i miei spazi, la mia libertà...

- Ah, e Ryan è in grado di concedertela - ribattè sarcasticamente Darren mentre rideva in maniera isterica e forzata.

Non riusciva a credere a quelle parole, esattamente come non riusciva a farlo neppure Emely.

- Non ti riguarda più, Darren - osó dire Emely, nonostante tutto, per mantenere la sua performance.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Darren la spinse contro l'auto e la bloccó posizionando le mani vicino il suo viso.
Emely gettó un urlo di spavento, ma Darren non se ne curó e quasi grignando ordinó: - Non osare dire che non mi riguarda tutto questo! - sbattè la mano aperta proprio accanto il suo volto, facendole credere di volerla schiaffeggiare, poi continuó ad urlare - Tu sei stata l'unica ragazza ad entrare in casa mia, nel mio letto, nella mia vita! Mi hai scombussolato l'esistenza facendomi credere di essere una buona persona e di essere amato da te! - continuó a ferirla con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Emely inizió a piangere silenziosamente lasciando che tutto ció che covava dentro la lacerasse fino all'estremo delle forze.

- Mi hai ingannato, hai preso tutto ció che potevi prenderti di me e del mio cuore e sei andara via! Hai fatto finta di amarmi! Come hai potuto farmi questo?!- le urló ancora facendo aumentare sempre di più la tensione e accusandola senza ritegno. Allo stesso tempo posó le mani sulle sue spalle e cominció a scuoterla, come se in quel modo avesse potuto risvegliarla da quella sorta di sonno oscuro.

- Io non ti ho mentito, nè ingannato - si lasció sfuggire Emely fra un singhiozzo e l'altro.

- E allora perchè stai andando da Ryan?! Perchè hai scelto lui lasciandomi? Hai detto di odiarlo, perché adesso sei con lui? - chiese Darren urlando come un forsennato.

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