|4|Umana in mezzo ai Morti|

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'E ora cosa faccio? '

Sono sola in una città di pazzi.
Non so cosa fare, non so dove andare.

'Forse.... credo di dovermi cercare un riparo per la notte...'

Purtroppo qui il cielo è nero come pece ventiquattro ore su ventiquattro, perciò è piuttosto complicato distinguere il giorno dalla notte.
Tuttavia le mie palpebre stanno diventando sempre più pesanti e se non voglio dormire in questa stradina, mi conviene trovare una soluzione, e alla svelta.

Guardo la grande e lunga strada che ho percorso scappando dal guardiano dell'arco di ossa. Ora è piena di gente.
Gente piuttosto particolare, s'intende.

Vedo quello che sembra essere un gruppetto di amici e li squadro uno ad uno.

Il primo è un ragazzo alto, dalla carnagione pallida come la luna d'inverno. Ha i capelli candidi e gli occhi celesti che sembrano essere fatti di cristallo.
Lo vedo sorridere e scopro che possiede un paio di lunghe zanne da... vampiro.

La seconda ragazza arrossisce, ma si vede ben poco dato che è trasparente come un fantasma.
Ha una chilometrica chioma dorata che le fluttua appresso e due grandi occhi verdi pieni di vita... nonostante sia morta.

L'ultima ragazza ha una voluminosa capigliatura riccia e rossa, con qualche ciocca nera qua e là. Noto che i suoi occhi sono di due colori differenti: uno celeste e l'altro viola.
Ha collo e braccia segnati da una moltitudine di cicatrici e... cuciture... sembra sia stata messa insieme utilizzando pezzi di persone diverse, e non mi stupirei se fosse davvero così.

Ad un tratto vedo il ragazzo-vampiro zittire le altre due e guardarsi intorno, i suoi occhi che pian piano divengono scarlatti... e che con orrore si puntano dritti nei miei.

In un secondo mi ritrovo stesa a terra con le zanne del vampiro a due centimetri dal mio collo.

"Jack! Fermo!" Sento gridare, ma lui non le dà retta.

"Un'umana... da quanto tempo non ne vedo una... cosa ci fai qua, bellezza?"
Il suo fiato caldo mi sfiora, provocandomi brividi lungo tutta la schiena.

"Quasi quasi sento già il sapore amaro del tuo sangue che scende per la mia gola..."
Vedo i suoi canini allungarsi e chiudo gli occhi, scossa dal terrore.

'Non voglio morire, non voglio morire!'

"Jackson Overland Frost, lascia stare quella ragazza."

Apro piano gli occhi in cerca del proprietario della voce e mi sorprendo quando vedo l'ombra di poco fa scivolare sulle pareti delle case, avvicinandosi al vampiro guardandolo male.
Quest'ultimo si rialza brontolando e lasciandomi libera di muovermi nuovamente.

"Ma guarda chi si rivede... fammi indovinare, 'guardare ma non toccare' ? Lui la sta 'proteggendo'?"

'Qualcuno mi sta proteggendo?'

"Jack, andiamocene..." Dice la ragazza trasparente.

Lui prima rivolge un'occhiataccia all'ombra, poi mi lancia uno sguardo da 'ci rivedremo'. Infine se ne va, seguito dalle sue amiche.

"Dovresti imparare a badare a te stessa, Astrid. Non sono il tuo cane da guardia."

Mi metto in piedi e lo guardo.

"Uh... s-scusa... è che..." Balbetto.

"Non importa. In fondo sei nuova da queste parti.. vieni con me." Dice facendomi segno di seguirlo.

L'ombra passa da un muro all'altro delle case diroccate e fatiscenti che si trovano sul bordo della grande strada principale.
Vedo la gente che mi guarda di sottecchi, alcuni con diffidenza, altri sono stupiti mentre altri ancora mi fissano pericolosamente con sguardo da maniaco.
Sento il mio cuore battere all'impazzata e punto lo sguardo a terra cercando di farmi piccola piccola e di scomparire dal centro dell'attenzione. Purtroppo inutilmente.

Dopo un tempo che sembra infinito arriviamo di fronte all'edificio più inquietante fra tutti.
Davanti a me si trova un grande spiazzo di ghiaia grigia tappezzato di cadaveri, arti e teste fuori posto, il cui terreno è impregnato di sangue. Un nauseante odore di carne in putrefazione aleggia nell'aria, rendendola pressoché irrespirabile.
Al centro del giardino-cimitero improvvisato, si trova una grande costruzione a due piani in condizioni perfino peggiori di quelle della grande strada.
Il portone d'ingresso è stato sostituito da un insieme di travi storte e consumate da pioggia, vento e chissà cos'altro.
All'interno si può vedere solamente buio pesto.
La vernice che ricopriva l'esterno della casa è per lo più scrostata e i muri sono pieni di crepe.
Tutte le finestre del pian terreno hanno i vetri rotti e macchiati, siccome è ovvio che nessuno si prende più cura di questo edificio da anni. O secoli.
Le finestre del primo piano sono tutte sbarrate da travi e assi.
Il tetto è pieno di buchi, tegole mancanti e fili che penzolano senza un apparente provenienza o utilità.

Finalmente l'ombra accanto a me parla, con un ghigno in volto.

"Benvenuta nella dimora del Capovillaggio, Astrid!"

"M-mi dispiace ma non posso restare qui. Questo posto mi fa orrore! È raccapricciante!"

Ma lui si zittisce di colpo, come se captasse qualcosa che io non posso percepire.

"Credimi," dice infine. "Sta arrivando qualcosa di molto,molto più spaventoso."

(Sospesa) Il Mio Incubo Personale ~ HiccstridDove le storie prendono vita. Scoprilo ora