|6|Gigante in carne e acciaio - Parte 1|

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Mi risveglio.
Tutto intorno a me è buio.
Non muovo un muscolo per paura che qualcuno o qualcosa possa saltar fuori dal nulla e sbranarmi in men che non si dica.

Mi accorgo di essere sdraiata, ma se non fosse per la mia maledetta curiosità sarei rimasta così per tutta la vita.

"Growrrrrrrr..."

Una scarica di brividi mi percorre la schiena e mi guardo nervosamente intorno.

Nel buio sento il suo respiro leggero e cadenzato e il ticchettio insistente degli artigli mentre mi gira intorno come farebbe un avvoltoio con la sua preda.

Poi lo sento darsi una spinta con le zampe e un tonfo. Dovrebbe essere atterrato su qualcosa più in alto di me, probabilmente una trave del soffitto.

E infine ecco spalancarsi due grandi occhi verdi che mi fissano in modo inquietante.

Il drago si passa la lingua sui denti aguzzi.
In questo istante ho un'orribile presentimento: quello di assomigliare troppo ad uno spuntino.

'Non avere paura, Astrid...'
La sua voce risuona nella mia mente come un verso di scherno.
'...tanto ci dovrai fare l'abitudine.'

'Come riesci a parlarmi col pensiero?!'

'Diciamo che ho qualche caratteristica differente dagli umani...'

'Questo vuol dire che anche tu sei un MOSTRO?!'

'NON CHIAMARMI COSÌ!'

Mi rannicchio in me stessa, spaventata dalla possibile reazione del drago.

'IO NON SONO UN... UN MOSTRO!'

"Invece sì..." Sussurro sottovoce.

In risposta sento un ringhio minaccioso.

'Devi imparare ad avere un atteggiamento più rispettoso nei confronti di chi potrebbe farti fuori in mezzo secondo...'

'Questo vuol dire che... mi ucciderai?'

Il drago sembra pensarci su.

'Questo si vedrà.' Conclude, per poi scendere all'asse del soffitto e andarsene.

Ripiombo nel silenzio totale.

'Bene, Astrid... e ora che si fa?' Penso fra me e me.

Mi guardo intorno con discrezione per l'ennesima volta.
Sto tremando, sia per il freddo che per la paura.
Qui è tutto troppo buio, troppo silenzioso, troppo spaventosamente calmo.

'Preferirei mille volte tornarmene là fuori, piuttosto che restare rinchiusa in questo manicomio... se solo sapessi dove mi trovo potrei orientarmi...'

Mi alzo molto lentamente e mi dirigo nella direzione in cui ho visto andar via il drago nero.
Intravedo un'uscita e mi affaccio titubante all'esterno: tutto ciò che vedo è un lunghissimo corridoio in penombra.
Dal soffitto fatiscente e bucato entra la fievole luce del giorno, che crea un cono luminoso che mi permette di vedere a poco più di un palmo dal naso.

'Da che parte dovrei andare?' Mi chiedo.

Scelgo di andare a sinistra, la direzione più illuminata, giusto per riuscire a scorgere eventuali movimenti sospetti nell'ombra.

Faccio un passo avanti, e sento scricchiolare il pavimento di legno vecchissimo.
Normalmente non ci avrei fatto molto caso, ma ora che sono immersa nel silenzio sembra quasi di camminare su dei rametti secchi.

Avanzo pian piano, mettendo un piede davanti all'altro e sperando di non svegliare nessuno.

Dopo un po' mi ritrovo completamente immersa nel buio, di nuovo.
Il cono luminoso si intravede alle mie spalle, che quasi sembra una sorta di luce divina pronta a portarti alla salvezza.
Ma probabilmente la salvezza qui non esiste.

Scriik

Un passo.

Scriiiiik

Un'altro passo e una scarica di paura.

Scriik

Avanzo ancora un po' con molta ansia.

...

Scraak

Ho un tuffo al cuore.

Le assi gemono troppo, ho paura, vado nel panico, cerco di calmarmi e di stare ferma ma vorrei quasi piangere o gridare perché ho PAURA di cosa potrebbe succedere se cadessi, di dove finirei o di ciò che si trova laggiù!!!

Troppo tardi.

Il pavimento cede.

"AAAAAAAAAAAHHHHHH!!!"

Grido e atterro sul fondoschiena dopo un gran volo.

Subito mi rannicchio e nascondo il viso fra le gambe, come se in questo modo potessi sfuggire a qualsiasi cosa si trovi qui, intorno a me, e cerco di fare il minimo rumore possibile, anche a respirare.

Poi mi chiedo se tutto questo serva a qualcosa.
Se davvero c'è un pericolo da cui proteggersi.

Allora sollevo leggermente la testa, giusto fino all'altezza degli occhi, sperando di non scorgere una qualsiasi forma di vita all'infuori di me.

Intorno a me giacciono moltissimi pezzi di ferro piegati e modellati in modo insolito, una grande quantità di fili elettrici, tubi...
Con orrore vedo che ci sono anche alcuni pezzi di carne, strani tappeti di pelle umana, sangue e... una mano enorme?
È così grande che potrebbe essere venti volte la mia...
È fatta da cinque lunghe dita dall'ultima falange un po' più larga, ha una copertura di metallo e dentro ha uno scheletro di acciaio coperto da fasce di fili elettrici e tubi grandi quanto canne dell'acqua.

'Questo posto è inquietante... ma dove sono finita?!'


A/N

Scusate se ci ho messo tanto a pubblicare questo capitolo, stavo finendo il disegno...
(All'inizio del capitolo)

(Sospesa) Il Mio Incubo Personale ~ HiccstridDove le storie prendono vita. Scoprilo ora