|1| I'm So Sorry!|

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"Astrid Hofferson! Now you must come here with your diary!! What's wrong with you??"

Mi alzo lentamente, afferro il diario e mi dirigo alla cattedra.
Guardo negli occhi la professoressa di inglese mentre lo appoggio davanti a lei e aspetto che ci scarabocchi sopra un'altra stupida nota.

"È la terza questa settimana, e siamo solo a mercoledì! Si può sapere cosa c'è che non va? Perché sei sempre distratta? Perché non hai mai il tuo materiale? Stai diventando così svampita che fra poco perdi anche la testa... meno male che è attaccata al collo!"

Scoppia una risata generale.
Sento i miei occhi riempirsi di lacrime e il labbro tremare.

'Lei non mi conosce. Non può sapere cosa mi affligge. Lei non potrà mai sapere nulla!!!'

Quanto odi quella professoressa nemmeno Odino lo sa. Diciamo che odio la scuola in generale.
I professori non hanno di meglio da fare che scaldare la sedia che chissà perché sta dietro ad una cattedra.
I miei compagni sono orribili.
Le ragazze sono tutte così... odiose. Passano il loro tempo a palare di moda e tendenze, sparlano di chiunque gli capiti sotto tiro... e sono di una stupidità sorprendentemente acuta.
I ragazzi invece non hanno occhi che per quelle idiote.
Carini, nulla da dire... se solo avessero quel minimo di cervello che serve per capire chi hanno davanti...
Tutti tranne uno.
È un ragazzo talmente silenzioso e solitario che si rischia di dimenticarsi di lui... castano, occhi verdi, appena più alto di me. Se ne sta lì tranquillamente e si guarda intorno con il mio stesso sguardo vuoto. Ogni tanto lo trovo a fissarmi. Ma appena i miei occhi incrociano i suoi, appena mi rivolge quel suo maledetto sorrisetto sbieco, una scarica elettrica attraversa la mia schiena e distolgo lo sguardo, incapace di sostenerlo.
Di una cosa sono certa: non è amore. Ho smesso di provarlo da qualche anno a questa parte.

Per tutti gli altri nella mia stessa situazione è semplice: quando tornano a casa la tortura finisce.
Per me peggiora.
Mia madre? Alcolizzata. È ubriaca da quando ho memoria... non mi stupirei se ci fosse nata, così. Di chi credevate fossero colpa tutti i graffi e lividi che nascondo sotto maglioni esageratamente grandi?
E mio padre? Morto. Troppi debiti e problemi con gente troppo malavitosa.
Ho una vita da schifo.

"E dai, non vorrai piangere adesso? Non siamo all'asilo!
Comunque ecco a te la tua bella nota. La voglio firmata per domani."

Afferro con mano tremante il diario che l'insegnante mi porge.
La guardo negli occhi per qualche istante, la mia espressione è di puro smarrimento. In questo pochissimo tempo nella mia testa c'è il vuoto.

'È la tua occasione.'

Mi rigiro la piccola agenda fra le mani.

'Fallo.'

...

"No."

"Cosa?"

"No."

"Come sarebbe a dire 'no' ?"

"NO! HO DETTO DI NO!"

"E da quando tu detti le regole?!"

"IO NON MI FACCIO COMANDARE DA TE! TU NON SEI NESSUNO, NESSUNO CHE CONTA!!"

"Razza di impertinente!! Come osi rivolgerti così alla tua insegnante?! Qui sono io che comando!"

"No. Basta. ADESSO SONO STANCA!!"
Sbatto violentemente il diario sulla cattedra.
"D'ora in poi NESSUNO prenderà il controllo della mia vita! Io non sprecherò un altro secondo qui!"
Mi dirigo al mio banco, afferro il mio zaino, ci ficco dentro tutto ciò che ho, me lo metto in spalla e mi dirigo alla porta.
Mi volto.

"Vorrei dirle un'ultima cosa:"
Guardo negli occhi l'insegnante.
"I'M-SO-SORRY!!" Grido in tono di scherno.

Sbatto la porta alle mie spalle e corro via più veloce del vento.
Non ho nessuna intenzione di tornare là dentro.

Esco dal cancello principale e mi incammino verso casa.

'Sei forte. Ce la puoi fare. Ce l'ha sempre fatta. Avanti Astrid, la paura è un'emozione che non ti deve appartenere.'

Ma provarla è inevitabile.
Mia madre a quest'ora starà cucinando qualcosa di terribilmente vomitevole e... dirle che mi sono fatta espellere da scuola... ancora... ho paura di come la prenderà...

"Gran bella sfuriata."

Mi volto di scatto.

"Oh...sei tu. Ti prego, lasciami sola, non... io-"
Vengo interrotta da lui, che mi prende per le spalle e mi guarda dritta negli occhi.
Solita scarica elettrica.

"Hey" inizia. "Il coraggio non ti manca. Va ad affrontare tua madre. Vedrai che non andrà così male..."

"Ma tu non la conosci...
...
...
A-aspetta... COME FAI A SAPERE DI MIA MADRE?!?"

Il ragazzo sorride lievemente.

"Oh, Astrid.... sono tante le cose che non sai di me..." Dice per poi voltarsi e andarsene.

(Sospesa) Il Mio Incubo Personale ~ HiccstridDove le storie prendono vita. Scoprilo ora