Yellow - Cap. 10

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Lasciare Camila non divenne più semplice la seconda volta. Anzi, diventava sempre più difficile ora che Camila capiva cosa stesse succedendo.

"Vado con Lolo," Camila si lamentò mentre Dinah la teneva lontana dalla porta. Lauren era in corridoio mordendosi il labbro ed esitando ad andarsene.

"Devi venire a fare shopping con noi oggi, Camila," intervenne Normani. "Lauren tornerà presto." Dinah guardò Lauren facendole cenno di andarsene. Lauren sospirò e chiuse la porta.

"Loloooooo!" gridò Camila dimenandosi dalla presa di Dinah. Dinah rimase scioccata e guardò Normani.

"E' come se stessimo crescendo una figlia," borbottò Normani. Camila stava ancora cercando di correre verso la porta mentre Dinah stava lottando per tenerla ferma.

"Lauren è andata Camila," disse Dinah con fermezza. Stava diventando sempre più frustrata per il fatto che Camila volesse stare 24/7 con Lauren. La piccola ragazza si girò e fulminò Dinah.

Le mani di Dinah erano ancora strette sui polsi di Camila, così la ragazza optò per le gambe. Iniziò a tirare calci a Dinah colpendo il tavolino vicino alla porta, spaccando il legno e facendo cadere il vaso di vetro che si frantumò per terra. Normani e Dinah sobbalzarono non appena il vaso colpì il pavimento. Camila le guardò e si coprì le orecchie con le mani che Dinah aveva lasciato dallo spavento.

"Perché lo hai fatto?!" gridò Dinah, voltandosi a guardare Camila. La ragazza più piccola indietreggiò e si portò le mani al viso.

"Per favore," scosse la testa con violenza. Dinah e Normani si scambiarono degli sguardi mentre Camila continuava ad allontanarsi da loro.

"Cattiva," Camila si picchiettò la testa. "Cattiva, stupida," scosse la testa e si colpì ancora più forte. Le altre due ragazza si guardarono nuovamente per capire cosa fare.

"Stupida," disse sotto voce Camila. "Stupida, stupida, stupida," la sua voce si fece più forte e iniziò a tirarsi veri e propri pugni con entrambe le mani.

"Camila basta," Dinah rapidamente, corse verso la ragazza e si chino di fianco a lei. "Ehi, ehi non sei stupida," afferrò le mani di Camila e le allontanò dal suo viso.

Camila guardò Dinah e il labbro inferiore le iniziò a tremare. La ragazza polinesiana si sentiva in colpa per averle urlato contro. Si voltò a guardare Normani che stava già spazzando i vetri sul pavimento.

"Stupida," Camila scosse la testa, cercando di riportare le mani sulla faccia. Dinah mantenne la presa salda e si frustrò. "Stupida, cattiva, cattiva Camila,"

Dinah si morse il labbro e si sedette vicino alla ragazza. "Non sei cattiva o stupida," disse Dinah dolcemente, insicura su come cercare di consolarla.

"L'ho ucciso," piagnucolò Camila, indicando il tavolo e il vaso vicino alla porta. Cominciò a piangere freneticamente, le lacrime le rigarono le guance e bagnarono la maglietta.

"Va tutto bene Camila, è solo un vaso. Possiamo comprarne uno nuovo," Dinah scosse la testa. "E? tutto apposto, davvero. Hai fame?" cercò di distrarre le ragazza in lacrime, sperando che il cibo potesse farle pensare ad altro.

Camila scosse la testa violentemente, singhiozzando ancora più forte di prima. Lasciò cadere la testa sulle ginocchia e si coprì il volto con le mani, quando i singhiozzi divennero incontrollabili.

"Camila non devi piangere," intervenne Normani, sedendosi sul pavimento vicino a Dinah. "Non c'è più niente vedi?" indicò la porta. Camila non rispose ai loro tentativi per consolarla, invece continuò a piangere.

Dinah e Normani si scambiarono un'occhiata. Non avevano la più pallida idea di cosa fare per calmare la ragazza. Dinah sospirò dolcemente facendo cenno alla porta a Normani.

Yellow (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora