↬ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟎𝟖

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Aggiornamento extra!
Buon fine settimana ♡
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Quella stessa mattina Jimin fece ritorno nella sua stanza. Non aveva ancora avvisato l'Accademia del suo malessere ma avrebbe lasciato gestire le cose a Namjoon motivo per cui ─ senza dover passare per la segreteria ─ raggiunse il terzo piano dei dormitori e camminò con passo lento fino la propria stanza, percependo immediatamente l'odore dell'altro.

Era più tenue rispetto il giorno precedente e ne era rimasto piuttosto confuso. Che fosse stato un falso allarme da parte del Rut?

Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare il maggiore e in cuor suo fu felice di sapere che non l'avrebbe trovato in preda alla furia violenta o sessuale; i suoi feromoni erano piuttosto calmi nonostante anche il corvino all'interno avesse percepito la sua presenza.

Quella mattina Jimin voleva passarla di nuovo rannicchiato tra le coperte ma se anche Taehyung aveva deciso di prendersi un giorno libero? Avrebbero dovuto trascorrerlo insieme entrambi nei loro periodi?

Assurdo.

Fatti forza Jimin si sussurrò, abbassando delicatamente la maniglia e notando lo sguardo del maggiore già su di lui. Aveva paura, diamine se lo aveva, non sapeva se sarebbe riuscito a raggiungere la propria ala della stanza o se il corvino avrebbe colto l'occasione per attaccarlo di nuovo; d'altra parte, aveva ancora una sberla e un morso sulla lingua da saldare.

«Ascolta» Jimin trasalì all'istante. «Non è mio solito attaccare sessualmente degli Omega» prese a scusarsi, facendo sgranare confuso il minore. «Non so cosa mi sia preso, ero piuttosto ubriaco e con qualche sintomo del Rut per cui dimentica qualunque cosa io abbia detto o cercato di fare» si mise meglio seduto sul letto, fissandolo dritto negli occhi. «Omega deboli come te mi fanno solo ribrezzo per cui stai pur certo che tra di noi non ci sarà assolutamente nulla» si riguardò dallo specificare, provocando l'ennesima fitta di dolore al basso ventre di Jimin.

Non era sicuro se le parole del dottore lo avessero in qualche modo già manipolato facendogli credere che il suo unico appiglio per non soffrire fosse quello di unirsi a Taehyung, sta di fatto che le continue e dolorose fitte non avevano cessato di infastidirlo per un attimo e vedere l'assoluta decisione del corvino di stargli lontano in quel senso l'aveva in un certo modo destabilizzato.

«Guarda, non mi era passato nemmeno per l'anticamera del cervello» scosse la testa scacciando ogni pensiero; gli aveva sempre fatto del male cercando di sottometterlo, avrebbe sofferto da solo pur di non farsi aiutare da uno come lui. «Sono solo il tuo sacco da box, nulla di più, sapevo già non ci sarebbe potuto esser nulla» ed aveva pronunciato quelle parole con un velo di consapevolezza e tristezza, spostandosi lentamente verso la sua ala di stanza sotto lo sguardo attendo dell'Alpha.

Ci riuscì, riuscì a raggiungere il proprio letto sul quale si buttò cercando poi conforto nelle spesse coperte che si avvolse attorno quasi a creare una sagoma che potesse stringere in cerca di conforto mentale.

Taehyung non disse più nient'altro, lo sentì muoversi sul letto per un paio di volte senza però infastidirlo o altro e ─ a quella tranquillità momentanea ─ una domanda tanto improvvisa quanto importante gli aveva fatto breccia per la mente.

Perché Taehyung non ha detto delle mie origini al preside dell'Accademia?

E beh, era una domanda che lo stesso Taehyung si stava ponendo. Cosa l'aveva bloccato dal riferire la vera natura del moretto? Una possibilità di poterlo ricattare in futuro? Una certezza di riuscire a domarlo?

Non lo sapeva nemmeno lui, sta di fatto che passare parte della mattina così ─ a pochi metri di distanza l'uno dall'altro ─ senza farsi del male, senza provocarsi e limitandosi a farsi inebriare dall'odore dell'altro fu tanto strano quando particolarmente piacevole.

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