↬ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟏𝟖

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"Il suo lupo l'ha spinto all'incoscienza pur di non rinnegarti come compagno"

Erano queste le parole che i medici gli avevano detto, rispedendo velocemente entrambi in Accademia.

Fisicamente ─ secondo le loro parole ─ Jimin stava relativamente bene e la preoccupazione dovuta al fisico apparentemente più magro e leggero era stata smentita con un semplice. "È ancora giovane, il suo corpo sta mutando, è normale che il suo peso ondeggi un po' sotto e un po' sopra rispetto il suo solito" e non è che queste parole lo avessero calmato completamente, semplicemente avrebbe badato maggiormente a questi cambiamenti monitorandoli e assicurandosi che fossero per l'appunto dovute ad una maturazione fisica e non ad ulteriori problematiche.

Era dunque tornato in accademia accompagnato da Jeongguk e con il minore ancora stretto tra le braccia mente un taxi li scortava ─ esattamente come l'andata ─ verso l'istituto.

Sentiva il bisogno di farsi perdonare da Jimin, sentiva di dovergli più scuse di quante gliene avesse dette, sentiva di dover sistemare ogni cosa perché riconosceva di essere nel torto e non poteva permettersi di perdere ogni cosa. Non ora che stava accettando l'esserino come suo compagno, non ora che aveva deciso di dedicarsi alla loro relazione senza badare ai suoi genitori, non ora che sarebbe stato disposto a supportarlo in quella sua battaglia per i diritti degli Omega che ─ alla fin fine ─ stavano solo cercando di essere trattati come pari, non come inferiori e nemmeno come superiori.

Parità.

Ciò che tra di loro non c'era mai stato.

E si malediceva, diamine se lo faceva perché aveva trovato il suo compagno, colui su cui avrebbe potuto fare finalmente affidamento senza il timore di essere ingannato, sfruttato unicamente per il suo status di Alpha degli Alpha, eppure era di nuovo riuscito a rovinare tutto.

Jimin glielo aveva addirittura confessato, gli aveva detto fosse disposto a sorvolare sul suo passato perché in fondo entrambi sapevano di aver bisogno l'uno dell'altro più di quanto non ne avessero ma no, lui doveva sempre peggiorare la situazione, dire o fare cose sbagliate e ritrovarsi cosciente di come i suoi errori non facevano altro che rispecchiarsi sul moretto.

Il suo lupo lo aveva fatto svenire pur di non rinnegarlo, che diamine, Jimin era davvero giunto ad un punto di non ritorno, al punto di voler lui stesso rompere quel legame che però aveva ammesso di aver voluto accettare e che da una parte aveva anche desiderato.

Perché sì, non appena si erano riscoperti come compagni Taehyung per la prima volta era riuscito a leggergli la mente captando tra i pensieri del minore un "avere il proprio compagno che ti protegge ti fa sentire al sicuro" ma lui invece cosa aveva fatto? Gli aveva fatto unicamente del male ed egoisticamente parlando anche ora non riusciva a far altro che pensare a sé stesso perché mai e poi mai avrebbe concesso al moretto di spezzare il legame.

Mai.

Non per i suoi genitori, non per il suo lupo ma proprio per sé stesso, per Kim Taehyung in persona.

Lo aveva quindi riportato nella propria stanza chiedendo a Jeongguk di ottenere l'ennesimo permesso per Jimin giusto per farlo restare assente dalle lezioni fino le vacanze intermedie in cui ─ solitamente ─ ognuno avrebbe fatto ritorno dalla propria famiglia.

Taehyung sarebbe infatti tornato a casa dai suoi genitori e avrebbe chiesto a Jimin ─ suo compagno ─ di accompagnarlo in modo da dargli una casa in cui stare, un letto in cui dormire e del cibo con cui nutrirsi.

«Ti prego esserino-» lo aveva stretto a sé, affondando il viso nei suoi capelli mori. «Svegliati ti prego-»

Ma ovviamente ─ secondo le parole dei medici ─ Jimin non sarebbe riuscito a riprendere i sensi in alcuna delle prossime ore motivo per cui Taehyung aveva scelto di assentarsi a sua volta dalle lezioni per restare costantemente al suo fianco, essere presente al suo risveglio e supplicarlo di rivalutare la sua scelta.

➽ Alpha? Alpha. | Vmin ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora