Senza tempo

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Capitolo 09


Mi stringo nella coperta che mi hanno dato, cercando di mantenere lo sguardo basso per non incontrare quello del personale attorno a me preoccupato, oltre a quello dei miei amici che non mi hanno lasciato un attimo solo tempestandomi di frasi a cui a non ho ancora avuto il coraggio di rispondere. Mi sento un vero coglione, essere caduto così nella fontana per colpa della mia imbranataggine, una parte di me di cui non riuscirò mai a liberarmi e non importa quanto io mi impegni. Sono un disastro, un infinito disastro ambulante! E ancora mi permettono di girare per strada? Farebbero meglio a rinchiudermi prima che faccia del male a qualcuno, ma non è questo quello che mi dà più da pensare... no, quello è il mio cellulare: morto, andato, finito. Praticamente è da buttare, di nuovo.

Starnutisco e in men che non si dica mi ritrovo con una tazza di tè caldo in mano, riuscendo a sentire anche da qui l'aroma di limone che si diffonde nell'aria, senza neanche il bisogno che lo assaggi; mi fermo ad osservare il liquido ambrato perdendomici un po', prima di alzare lo sguardo verso chi me l'ha messo in mano e che adesso curioso mi scruta, in ginocchio davanti a me. «Hai la faccia di uno che è appena stato messo sotto da un camion» mi dice con un sorrisetto.

«Ecco perché mi fa male dappertutto» ridacchio starnutendo ancora. «Grazie per il tè, Lahey» aggiungo poi, portando la tazza alla bocca, che discosto subito velocemente. Accidenti, brucia come l'Inferno!!

«Bevi o sono autorizzato a fartelo trangugiare, Lydia mi farà la pelle se non lo finisci tutto» mi consiglia o ordina, dipende, comunque mi indica con lo sguardo la rossa che sta discutendo con un paio di addetti del supermercato trattenuta solo da Scott, che ogni tanto si mette in mezzo a suo rischio e pericolo.

«Sarà meglio che mi sbrighi allora» rispondo portando la tazza alle labbra appena la vedo tornare verso di noi, rischiando un'ustione di terzo grado al palato. Soffio convulsamente sulla superficie nel vano tentativo di raffreddarla, optando infine per portare solo alle labbra la tazza fingendo di bere, nel momento in cui si siede accanto a me.

«Certi incompetenti non dovrebbero neppure lavorare» sospira, scrutandomi severa. «E tu perché non l'hai finito? Bevi!» e a malincuore obbedisco, con calma ma lo faccio, dando una botta col ginocchio ad Isaac che se la ride al mio fianco. Non è affatto divertente!

Guardo Scott poco fuori dalla porta d'ingresso, ancora intento a parlare con gli incompetenti di prima, forse per rassicurarli e impedire loro di buttarci fuori a calci o bandirci dall'intera struttura. Erica invece è... è... «Ma dov'è Erica?» chiedo non vedendola più, eppure avrei giurato che fosse qui un attimo fa.

«A prenderti dei vestiti nuovi, le ho dato la mia carta e le ho chiesto di sceglierti finalmente qualcosa di decente» sgrano gli occhi verso la rossa. Cosa?!

«Lydia grazie ma davvero, non ce n'è assolutamente bisogno!» cerco di dirle, ma mi ignora preferendo invece sfogliare una rivista di qualche catalogo, messo certamente a disposizione dalla farmacia. E chi ci lavora mi avrà controllato la febbre almeno tre volte, altre due la pressione e poi il classico trittico "occhi, orecchie e gola" ...e spero che non siano stati così bastardi da avvertire mio padre. No, ne dubito o a quest'ora sarebbe già stato qui a tirarmi per le orecchie, come quando mi pizzica in mezzo al bosco durante le indag-

«Avanti dolcezza, spogliati!!» sussulto spaventato aggrappandomi alla tazza, dato che Erica ha deciso saltarmi davanti senza preavviso, giusto per accorciarmi la vita di diversi anni. E poi... che cos'è che dovrei fare io?!!

Senza aspettare un attimo mi vengono posati davanti sacchetti di varie forme e dimensioni, che vengono uno dopo l'altro aperti dalla bionda e da Lydia, che ha completamente lasciato perdere la rivista, per mettersi a discutere di stile, sconti e altre diavolerie di moda che non capirò mai e ne vorrò mai saperne qualcosa. «Ragazze?» le chiamo, ma non mi filano neanche di striscio e ci rinuncio al terzo tentativo, approfittandone per finire il mio tè ormai tiepido, prima che qualcun altro mi salti davanti con l'intento di farmelo rovesciare. Sospiro rigirando infine la tazza vuota fra le mani, concentrando il mio interesse sulle varie buste a terra, con tutti i vestiti che tecnicamente sono destinati a me. Me!! Peccato che ci sia un problema...

Remember on RecallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora