Capitolo 06
Mi guardo intorno confuso, non riuscendo a distinguere niente se non qualche luce soffusa e allo stesso tempo così intensa da farmi male alla vista, richiudendo subito gli occhi in un lamento. L'odore che avverto è di chiuso, di pelle e mi viene voglia di rimettere tutto ciò che ho nello stomaco, o di prendere subito una boccata di aria fresca; mi tiro su a sedere sbattendo forte la testa sbatte contro un tetto, mandando spropositi al cielo per il dolore, che cerco di lenire con le mani. Ma che diavolo...?
Li riapro e stavolta decido di fare le cose con calma, agire e poi capire dove mi trovo... o era il contrario? Cazzo, non sono neanche capace di pensarne una giusta, come posso capire dove sono in questo stato?! Sospiro e mi faccio coraggio, ho la vista appannata, le tempie che pulsano e lo stomaco sul piede della rivolta: mi sono ubriacato. Fantastico, se sapessi solo come è successo, perché davvero non pensavo di aver bevuto così tanto. E infatti non l'ho fatto! Allora perché sono conciato così? Un conto è reggere poco l'alcol, un altro è non reggerlo affatto e finora ho sempre creduto di far parte della prima categoria.
Mi sollevo appena identificando almeno dove mi trovo: una macchina... bravo Stiles, ma quale? Ne ho viste tante, oggi ho incontrato tanta gente, anche se non ho ben chiaro di chi o come e perché. Sicuramente c'era Isaac e devo averlo baciato, questo lo ricordo e anche il perché, qualche cosa dopo e poi è tutto confuso...
Il fatto di essere ancora intero è positivo, no?! Sono solo e l'importante è che il sourwolf sia lontano e lontano...
«Finalmente ti sei svegliato» ...da me. Davvero, odio la mia vita.
Volto la testa ed eccolo lì, seduto tranquillo al posto di guida, che mi guarda alquanto divertito. Certo, vedermi in difficoltà è una cosa che lo ha sempre eccitato molto, non è una novità. «Dove siamo?» chiedo cercando con uno sforzo epico di girarmi di tre quarti e guardare fuori dal finestrino della sua auto. Avrei dovuto riconoscerla.
Guardo fuori e cerco con lo sguardo qualcosa che mi indichi dove siamo, ma le luci sono così forti da darmi noia. Sbatto più e più volte gli occhi per cercare di abituarmi, mi fermo solo quando sento il rumore di una portiera che si chiude, scoprendo che Derek non c'è più. «Ehi, ehi sourwolf non puoi lasciarmi qui!!» esclamo cercando di raggiungere il suo posto o cercarlo fuori con lo sguardo dal finestrino, riuscendo a beccarlo mentre fa il giro della Camaro. «Fammi uscire lupo da strapazzo, non puoi lasc-Aaah!!»
La portiera dove sono appoggiato si apre di colpo e precipito in avanti, sorretto solo da una mano che mi afferra per la maglia. «Perché devi sempre cadere ogni volta?» mi chiede serio, una domanda che mi pongo anch'io un mucchio di volte. Mi sorprende aiutandomi a scendere, rimettendomi in piedi per bene e assicurandosi che non caschi giù come una pera cotta, specie quando minaccio di farlo appena messo in posizione eretta. Storco la bocca solo per il modo brusco con cui preme la sua mano sul mio petto, come se potessi scappare conciato così, non farei neanche dieci metri senza crollare a terra a pelle d'orso. Neanche quella volta che mi sono ubriacato nel bosco con Scott la mattina dopo mi sono sentito così male, il mio corpo non bruciava in questo modo, non il quel modo almeno...
«Andiamo» mi copro le orecchie sofferente, ma perché deve parlare così forte?! Io mica gli ho urlato contro? Almeno non ora, quindi sarebbe gentile da parte sua se evitasse.
«Piano... per piacere...» gli chiedo implorante, ma mi tira via comunque con la sua solita grazia. Tolgo le mani dalle orecchie e noto che mi sta portando verso un edificio in particolare, all'apparenza una tavola calda, strano che ce ne sia ancora una aperta a quest'ora. Già, ma che ore sono?
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Remember on Recall
FanfictionStiles e Derek non si sopportano, ed ogni volta che si incrociano finiscono sempre per litigare perché troppo diversi fra loro, ma entrambi ugualmente orgogliosi per abbassare la testa di fronte all'altro. Che succederebbe però se il primo si svegli...