Chapter nineteen pt. 1

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Los Angeles. Ore 8.30 p.m

Megan POV

Era ora di cena, il resto del pomeriggio lo avevamo passato a progettare, approffondire, migliorare piani di cui io non sapevo nemmeno l'esistenza.

« Volete spiegarmi di cosa state parlando? » sbottai mentre loro continuavano a usare termini strani che di certo io non conoscevo

Parlavano di un piano A, di un piano B, di un piano C e se anche questo non sarebbe andato a buon fine ci sarebbe stato il piano Z; lo avevano chiamato così perchè come la lettera, l'ultima dell'alfabeto, anche quel modo di agire sarebbe stato l'ultimo.

« Non puoi capire Megan semplicemente perchè non potrai partecipare ai piani » rispose Kim

« Che vuol dire che non potrò partecipare? » mi rivolsi a Justin, visto che era il capo del gruppo

« Kim ha ragione, sei venuta quì per essere protetta non per metterti in pericolo »

« Le cose sono cambiate » dissi continuando a lamentarmi

« No Megan, niente è cambiato » rispose Justin con diplomazia « Tuo padre ci aveva fatto promettere che saremmo morti per proteggerti, e le cose non sono cambiate, sopratutto non per me »

« Non puoi obbligarmi a rintanarmi in casa da sola mentre voi siete la fuori »

« Non è detto che dovremmo per forza combattere Megan, stiamo solo facendo delle prevenzioni »

« Cazzate » sbottai per poi allontanarmi dalla stanza dirigendomi verso una delle porte che collegavano a una camera da letto, sperando di beccare la mia.

Non potevo crederci, volevano togliermi da ogni situazione pericolosa, che a parere di un'altra persona potrebbe essere un gesto eroico, ma non per me.
Non ero mai stata una ragazza senza coraggio, e ora ne avevo ancora di più. Stare con loro mi aveva fatto crescere e per questo dovevo ringraziarli e sopratutto ricambiare la protezione che avevano promesso a mio padre.
Non ero più una bambina indifesa, ormai ero una donna, una donna capace di difendersi e di lottare. Non avrei mai fatto fare il lavoro sporco solo a loro, non era giusto.
Era per colpa mia se si ritrovavano a fare piani su piani per tenermi al sicuro.

Mi sedetti sul letto, e il nervoso insieme a un pò di rabbia si fece spazio all'interno del mio stato d'animo.
Non volevo rimanere quì a fare niente, senza rimboccarmi le maniche; ormai ero parte della
famiglia e da tale meritavo di pretendere una parte di decisione sul da farsi.
Proprio in quel momento entrò Jake e si mise affianco a me sul letto.

« Non devi essere arrabbiata »

« E invece lo sono »

« Si me n'ero accorto » sorrise

« Non potete fare tutto voi, da soli. Voglio aiutarvi, voglio fare parte anche io del piano. Non potete lasciarmi fuori »

« Non sono gli ordini che ci aveva dato tuo padre Megan, questo devi capirlo »

« Mio padre non c'è piu Jake » sbottai

« Questo non toglie la promessa che gli abbiamo fatto. Se sei quì, è per non avere problemi, per essere protetta, per sentirti sicura. Non per appesantirti dei nostri problemi, i nemici li abbiamo sempre avuti, non sono arrivati solo perchè ci sei tu » sbuffò « So che non puoi capirlo, perche per te è tutto nuovo, ma io ci convivo da un pò con queste situazioni e fidati non sei tu ad aver portato problemi maggiori nella nostra vita »

« Non m'importa. Io non voglio rimanere quì senza fare niente mentre voi cercate di proteggermi »

« Non è una decisione che devo prendere io, lo sai bene. Inoltre per combattere devi essere allenata e per ora mi dispiace ma non sei tecnicamente e fisicamente pronta » concluse per poi alzarsi da letto e andando verso la porta « Ti aspettiamo per la cena » disse per poi uscire.

Sbuffai.
Jake non aveva tutti i torti, non mi avevano mai allenata per una battaglia e probabilmente sarei morta dopo qualche secondo.
Sapevo cosa fare.
Loro non mi avrebbero mai fatto fare esercizio, visto che non mi volevano con loro a combattere, ma potevo farlo da sola.
Avevo visto una volta Kim e Jake allenarsi al campo, e c'erano tutte le attrezzature necessarie perchè io potessi apprendere i movimenti d'attacco e di difesa; ma certo non potevo farmi vedere da loro, non mi avrebbero mai permesso di uscire da sola, e inoltre non potevo nemmeno tornare al nostro campo perchè dall'altra parte della città.
Dovevo assolutamente trovare un luogo dove poter sperimentare le mie abilità.

Mi alzai dal letto e mi cambiai in velocità, non potendo uscire dalla porta d'ingresso, scelsi la finestra come fuga.
Mi buttai da essa cadendo in piedi, mi guardai attorno, ero sul retro della casa, davanti a me c'era una distesa immensa di erba, piena di alberi.
Era perfetto: vicino a casa, potevo andarci quando volevo e per arrivarci avrei solo dovuto scendere dalla finestra, sperando che nessuno si accorgesse della mia assenza, cosa praticamente impossibile visto che condividevo la stanza con Justin.

Iniziai a correre per poi scavalcare la rete che fungeva da confine, continuai dirigendomi in mezzo agli alberi così che nessuno potesse vedermi.
Una volta sentitomi al sicuro, inizia a fare un pò di stretching per non rischiare di rompermi qualcosa o stirarmi un muscolo.
Sentii dei passi e per paura che fosse qualcuno della famiglia, accortosi che mancavo, fosse venuto a cercarmi; ma mi sbagliavo.
Un gruppo di ragazzi, vestiti di nero con delle armi si aggiravano per quel bosco, sembravano in cerca di qualcosa, o meglio di qualcuno.
Sentivo le loro voci sempre più vicine, ma cercai di non muovermi visto che sotto i miei piedi era pieno zeppo di foglie secche, pronte a far scovare chiunque passasse sopra di loro.

« Ci hanno riferito che è arrivata » disse uno di loro

« Si e dicono che è anche piuttosto carina » continuò un altro ridendo

« Ora basta! » sbottò un terzo, penso sia stato il capo della truppa, visto il tono usato con il suo compagno

« Stavamo solo dicendo che.. »

« Non m'interessa. Non è una sfida facile prenderla, la tengono nascosta. Probabilmente le avranno cambiato il nome, il cognome, la pettinatura e il suo portamento » spiegò « Sarà quasi impossibile riconoscerla »

« Bè cosa ti aspettavi? Che la facessero riconoscere da tutti? È la figlia dell'ex presidente degli Stati Uniti non una ragazzina qualsiasi » rispose un ragazzo

« Appunto per questo dobbiamo tenere gli occhi aperti Adam »

Stavano parlando di me.
Volevano me.
Sperai con tutta me stessa che se andassero da quel posto in modo da poter scappare a casa, tra le braccia del mio ragazzo.
Venire quì era stata una pessima idea, dovevo ascoltare Jake.
Non sapevo cosa fare, come scappare, se solo avessi mosso un muscolo le foglie avrebbe fatto rumore e loro se ne sarebbero accorti.
Ad un tratto smisero di parlare, quel silenzio era preoccupante.
Attorno a me era calata la sera e gli alberi non davano spazio alla luce della Luna, ero completamente al buio e da sola.

Spazio Autrice

Ecco quì il primo dei due capitoli che avevo promesso di postare grazie alle 2000 visualizzazioni che la storia ha raggiunto.
A breve arriverà anche la seconda parte dello Chapter nineteen, come promesso nel capitolo precedente.

Grazie ancora per il supporto che continuate a darmi.
Grazie grazie grazie ❤️

Inoltre volevo ricordarvi di passare nell'altra mia storia " Stepbrother " ha bisogno di visualizzatori per essere continuata.
E so che voi siete i visualizzatori migliori al mondo❤️

A fra poco boccioli ❤️

Revenge - All it's over.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora